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Sassoli (UPA): A luglio il Summit sulla ripartenza. A breve i risultati di una ricerca sulla Rai

Molti i temi affrontati nel corso dell’intervista. Nel suo biglietto d’auguri al presidente del Consiglio, Mario Monti, Sassoli ha scritto due raccomandazioni: il digital divide e la Rai. Alla fine degli anni ’50, sono bastati appena 7 anni per realizzare il sistema autostradale. In 17, da quando internet è arrivato sulla scena, non siamo riusciti a costruire le autostrade informatiche, con un evidente ritardo rispetto agli altri paesi europei. Eppure, la digitalizzazione potrebbe portare un ulteriore punto percentuale in più al Pil, con la conseguente ricaduta positiva sullo sviluppo economico delle imprese, e sull’occupazione.

Sulla Rai Sassoli anticipa al nostro sito un'altra novità. Con la collaborazione dell’Istituto Astra, l’Upa ha realizzato una ricerca sull’emittente pubblica condotta presso gli esperti di comunicazione, opinion leader e aziende, per comprendere quali possano essere le soluzioni per modernizzare la più grande industria culturale del paese, che rispetti la sua funzione di servizio pubblico. Il pensiero dell’Upa verrà espresso meglio in futuro, ma alcuni punti sono chiari: premesso che gli investitori, grazie alla pubblicità, sostengono circa il 50% dei costi (e quindi hanno voce in capitolo in merito alle decisioni da prendere) la Rai deve sganciarsi dal controllo del Governo e dei partiti. Quale ruolo dovrebbe quindi avere la pubblicità? Su questo punto, risponde Sassoli, siamo disposti a discutere, dal Governo si attendono proposte alle quali l’Upa è pronta a dare il proprio contributo grazie anche agli spunti emersi dalla ricerca.

Sul sistema delle Audi, al centro di una profonda trasformazione data dal cambiamento dello scenario dei mezzi, dalla digitalizzazione e, di conseguenza, dal cambiamento delle abitudini di fruizione delle persone, il presidente degli utenti di pubblicità ribadisce che gli investitori hanno bisogno di sistemi di rilevazione precisi, corrispondenti alla realtà, trasparenti, e che si adattino all’evoluzione in corso. Nel concreto, l’ADS (la ricerca sulla diffusione della stampa) ha fatto importanti passi avanti con la trasformazione dell’istituto in srl, ma anche fornendo al mercato dati più tempestivi e puntuali sulle diffusioni e sui diversi formati. Per la rinascita di Audiradio la posizione è quella, già nota, di privilegiare una metodologia di ricerca (ad esempio GFK Eurisko RadioMonitor) più avanzata, che rilevi dunque le audience passive grazie al meter.

Ma è in difesa dell’Auditel che Sassoli si accende. Si tratta del sistema di rilevazione più avanzato, come utenti lo difendiamo perché riponiamo in essa la nostra più profonda fiducia. Detto questo, è chiaro che anche l’istituo di cui Giulio Malgara è presidente debba fare i conti con l’evoluzione dei media e dei comportamenti dei telespettatori. Anche se, aspetto spesso trascurato, il sistema è già in grado, ad esempio, di rilevare il time shifted (l’ascolto tv differito). Proprio l’evoluzione tecnologica, per altro, è alla base del contenzioso con Sky.

Rimane però la single source, in Upa chiamata Media Monitor, la ricerca alla quale l’associazione degli utenti pubblicitari si ispira e aspira. Poiché mette al centro il consumatore, analizzato nel suo comportamento rispetto ai diversi media. In questo modo, chiosa Sassoli, riusciremo a ridurre quel famoso 50% degli investimenti che si ritiene vada sprecato.

In tema di gare, e più in generale per quanto riguarda il rapporto tra clienti e agenzie, rimane valido l’appello di sedersi intorno a un tavolo e ragionare con AssoComunicazione. In attesa che questo avvenga, presumibilmente a inizio d’anno, il pensiero di Sassoli è che le gare, soprattutto quelle fatte sulle singole campagne, non hanno molto senso perché il rapporto tra agenzie e aziende deve essere duraturo, strategico e non tattico. E se proprio gara deve essere che si faccia con poche agenzie e remunerate. Detto questo, se AssoComunicazione ritiene di fare ulteriori proposte l’Upa si dichiara disponibile a valutarle con la convinzione, però, che l’intesa non deve avvenire tra i due presidenti ma tra le loro associate, aziende e agenzie. Con Massimo Costa, continua Sassoli, ci vedremo subito dopo le feste e affronteremo i temi che riguardano il rapporto tra agenzie, centri media e aziende.

Il tema dell’occupazione è un altro nervo scoperto. Un tema doloroso che riguarda anche le aziende che riducono i propri organici a fronte della contrazione dei consumi. E’ tutto il sistema economico che è in crisi, la pubblicità ne è una parte.

Quanto alle previsioni di chiusura d’anno il presidente dell’Upa conferma il calo stimato intorno al -4 o -5%. Per il futuro è al momento impossibile fare previsioni. L’auspicio è di confermare i numeri del 2011.

Salvatore Sagone

 

 

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