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L'Upa rivede le stime. Sassoli: "Stiamo lentamente uscendo da un periodo drammatico. Dalle nostre aziende segnali rincuoranti. Il mercato pubblicitario chiuderà a -12%. L'equity di marca la base per costruire valore economico futuro"
“Questo è il primo incontro del nostro settore che si svolge anche in presenza fisica e ci dà fiducia per il futuro”. Ha esordito così Lorenzo Sassoli de’ Bianchi, presidente Upa, all’evento ‘Il senso della marca e il futuro dell’advertising’ organizzato con il Politecnico di Milano per presentare la ricerca Branding E-volution realizzata dalle due realtà.
“Sono convinto che stiamo uscendo lentamente da un periodo drammatico – ha continuato il presidente Upa -. La crisi per gli investitori pubblicitari è iniziata nel 2008, in un’epoca in cui non esistevano gli influencer, il programmatic e il branded content. In questi anni è successo di tutto, e come investitori pubblicitari dobbiamo tenere conto delle grandi trasformazioni che le aziende hanno dovuto affrontare in questi anni”.
In questo quadro il digitale gioca un ruolo di primo piano. “Oggi non è una possibilità ma una necessità. Il digitale racchiude opportunità e rischi. Ma il futuro è nel digitale e con questo dobbiamo fare i conti”.
Sassoli ha poi fatto tre esempi virtuosi di aziende che hanno creato nuovi sentieri proprio partendo dal digitale. "La prima è Yoox - ha spiegato -: fino a prima della sua nascita nessuno aveva pensato di vendere moda online. La seconda è Moncler, che ha posizionato i siti come i negozi, coinvolgendo i clienti nella scelta dei modelli da mettere sul mercato. E infine Heineken, che ha creato una grande comunità di fan, trasformando il consumo di birra in rito collettivo".
“Dalla ricerca condotta da Polimi e Upa - continua il presidente Upa - emerge che le aziende sono convinte che la equity di marca sia la base per costruire valore economico futuro, ridurre la sensibilità ai prezzi e servizi per aumentare percezione della qualità e rendere aziende più profittevoli e longeve. Questa indagine ha l’obiettivo di aiutare a costruire una crescita solida, sana, sostenibile del mercato che riconosca e valorizzi la professionalità di chi vi lavora”.
In conclusione del suo intervento, Sassoli de’ Bianchi è tornato ai toni fiduciosi con cui ha iniziato il suo intervento. “Se a giugno prevedevamo una chiusura d’anno a -17%, dopo i primi mesi a -25%, oggi la situazione delle nostre aziende associate ci dice che potremmo chiudere a -12%: un dato molto migliorativo e significativo rispetto alla prima previsione, che ci fa guardare ai prossimi mesi con fiducia. Se poi pensiamo che nel 2013, l'anno peggiore per gli investimenti pubblicitari, il calo era stato del -13%, possiamo dire – tenendo certo conto della volatilità della situazione – che, nonostante la drammaticità del momento attuale, potremmo andare meglio. Se non succedono fatti straordinari o peggioramenti repentini della situazione sanitaria siamo fiduciosi”.
Per quanto riguarda i settori merceologici, "i beni durevoli, e in particolare l'automobile, stanno ancora soffrendo - ha poi spiegato ad Advexpress a margine dell'evento - mentre i servizi come le tlc stanno andando piuttosto bene, anche perché l'Italia sta facendo un grande sforzo per connettersi".
Un nuovo lockdown? "Non possiamo prevedere niente, ma penso che se l'Italia si comporta responsabilmente come ha fatto fino a oggi, quesso rischio non lo vedo".
Ilaria Myr