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Coronavirus. Baccuini (Big Spaces): “10 indicazioni per le location, per giocare d’anticipo e prepararsi alle nuove regole della fase 2, facendo sistema con tutti gli operatori del mondo degli eventi”

L’intervento di Andrea Baccuini, Partner e General Director di Big Spaces, guarda oltre il totale black out che sta vivendo il settore, suggerendo, in base alle prime esperienze verificatisi all’estero, 10 regole per chi gestisce una location per eventi pubblici e privati. Come l'uso di mascherine e di un'app che dimostri lo stato di salute e la carta d'identità sanitaria degli invitati, distanze di sicurezza di almeno 1,5/1,8 metri, sanificazione costante e pagamenti digitali. Un invito a giocare d’anticipo, pensando fin d’ora a nuove tipologie di utilizzo degli spazi che non potranno più ospitare per molto tempo aggregazione massiva. Il manager invita l'industry a creare una rete di operatori verticali nel mondo degli eventi, per dar vita a un vero e proprio hub dove condividere/copiare azioni e interventi al fine di anticipare e non subire la situazione.

La fotografia è davanti agli occhi di tutti: annullati tutti gli eventi delle aziende (che coinvolgono agenzie e filiera) e di conseguenza annullate tutte le locazioni degli spazi da marzo ad agosto incluso, azzeramento dell’operatività della cassa e blackout totale. Questo il quadro della situazione disegnato da Andrea Baccuini, Partner e General Director di Big Spaces, che gestisce diverse location dell’area di Porta Nuova Milano quali The Mall e la Fondazione Catella: guardando avanti, verso l’auspicato imminente ingresso nella ‘Fase 2’ e i successivi passaggi per un ritorno alla ‘normalità’, Baccuini prova a immaginare quale sarà il futuro del location management sulla base di chi in altri paesi è già uscito dall’emergenza.

“Dobbiamo assolutamente agire di rimessa e in velocità – afferma –, partendo dall’evidenza che la fase di riapertura/ritorno alla normalità è già partita in altri paesi del mondo, in Cina per esempio: possiamo quindi seguire il loro percorso e guardare/valutare con attenzione cosa potremo/dovremo fare per continuare nel nostro lavoro, anche in seguito alle nuove norme e regole imposte dai Ministeri o dalle Autorità Sanitarie all’estero. Non è detto che saranno implementate al 100% anche da noi, ma forniscono un quadro di riferimento sul quale sarà bene che tutti gli operatori – location, agenzie, aziende – siano preparati”.

Baccuini precisa subito l’orizzonte temporale sul quale ci si dovrebbe regolare: “Innanzitutto, all’estero gli operatori si sono tutti tarati sul 31 dicembre 2020, perché anche se nella testa c'è sempre il pensiero che ci si possa eventualmente liberare e anticipare, è sicuramente fino a quella data che tutti gli spazi di aggregazione con fini conmmerciali dovranno attenersi a queste 10 regole”.

1. Si dovranno utilizzare le mascherine in tutti i luoghi di aggregazione (in alcuni l'obbligo è previsto anche per i guanti, in altri no).

2. Bisognerà mantenere le distanze di sicurezza di almeno 1,5/1,8 metri – quindi il metro ‘canonico’ è stato ampiamente oltrepassato... – dotandosi inoltre di un sistema di controllo che garantisca fisicamente tale distanza. Ciò vale sia per situazioni standing che per sedute.

3. Si potranno aggregare le persone solamente se le stesse dimostreranno all'ingresso (tramite un'applicazione) il loro stato di salute e la loro storicità - la famosa carta di identità sanitaria.

4. I pagamenti si potranno effettuare solamente attraverso strumenti digitali e non in contanti, per evitare ogni contatto.

5. Ogni punto di relazione one-to-one, in virtù del limite della distanza, dovrà essere strutturato a sportello e cioè dotato di un vetro di separazione (come già avviene da noi nelle farmacie).

6. Non si potranno realizzare aree di banqueting interne alla location e aperte a tutti, ma solo punti bar/ristorazione con gestione dei flussi contingentata e governata.

7. Gli ingressi agli eventi e alle fiere – e i relativi tempi di walkin come di walk out –, dovranno seguire le stesse norma sulle distanze e dunque essere scaglionati per non generare lunghe code e attese.

8. Gli impianti di condizionamento dovranno essere compartimentati e, nel caso fosse necessario, adattati alla normativa che entrerà in vigore in ogni Paese.

9. Le capienze saranno diminuite fino al 50% per garantire o comunque migliorare l'implementazione dei punti elencati fin qui. È un punto importante, perché diminuendo il numero di persone, aumenta la possibilità di distanziarle.

10. Il punto forse più importante: pulizia e sanificazione costanti (pre, giornaliera e post evento) degli spazi di aggregazione, con relativa comunicazione telematica dell'avvenuto intervento agli istituti competenti per ottenere un ok al ri-utilizzo.

Queste regole, ribadisce Baccuini, rappresentano quanto sta succedendo in tutti i posti dove si è arrivati alla fase 2 come la Cina, che è già entrata in questo modello, e molto probabilmente anche da noi si andrà verso questa metodologia di utilizzo degli spazi. “Come noi siamo stati i primi a essere colpiti dal virus e abbiamo agito un po’ da apripista per il modo di affrontarne la diffusione nei paesi occidentali, credo che ora stia a noi prendere spunto da chi è già in fase 2, 3 o 4, ispirandoci a chi è più avanti di noi nell’attesa che il Ministero della Sanità fissi anche per noi le norme e le regole cui dovremo attenerci”.

E torna sul tema del giocare di anticipo: “Il DNA su cui si fonda il nostro business – precisa infatti Baccuini – è l’aggregazione delle persone che per molto tempo ancora sarà oggettivamente limitata: i nostri ricavi e margini nascono dall’effervescenza collettiva generata dallo stare insieme, del condividere in maniera LIVE ciò che sta succedendo. Credo perciò che sia necessario cercare di trasformare il più possibile, in parte o totalmente, gli spazi degli eventi in qualcosa di diverso. La mia idea, che penso possa essere condivisa dai miei colleghi e da tutti gli altri operatori della filiera degli eventi, è che se i nostri spazi non possono più ospitare le persone possono però diventare spazi per creare contenuti digitali da vedere su computer o in televisione”.

In questa direzione, conferma Baccuini, sta andando per esempio The Mall: “L’idea è quella di trasformare le location in studi televisivi, digitali, virtual set, di storage o di qualsiasi altro tipo di attività temporanea che può essere fatta in questi spazi. Non essendo più possibile l'aggregazione di massa, si può invece utilizzare lo spazio con un ridotto numero di persone che abbiano però la forza e la capacità di mandare un messaggio efficace alle reti vendita e ai dipendenti, o un segnale chiaro per lanci di prodotto. In un certo senso, perciò, facendo televisione: non finalizzata alle reti generaliste ma dedicata a quelle audience che non si possono più raggruppare fisicamente”.

Giocare d’anticipo vuol dire anche fare sistema, prosegue Baccuini: “Penso alla creazione di una rete di operatori verticali nel mondo degli eventi – venue manager che si occupano di stadi, teatri, centri congressi, spazi polivalenti e fiere –, per dar vita a un vero e proprio hub dove condividere/copiare azioni e interventi al fine di anticipare e non subire la situazione. Per fare sistema in Italia ma non solo: guardando in positivo, infatti, abbiamo tutti una grande opportunità perché tutti ci troviamo ad affrontare lo stesso problema, anche se in momenti diversi. C'è chi lo ha affrontato prima e chi è arrivato dopo, ma tutti possiamo aiutarci prendendo ispirazione da chi è già uscito dalla fase più critica e contribuire a trovare nuove soluzioni da condividere”.

E infine, conclude Baccuini, “Far parte di un tavolo allargato, formato da tutti gli operatori della filiera dell’aggregazione per fini commerciali, con cui relazionarsi alle istituzioni per ottenere agevolazioni/finanziamenti/ supporto per uscire a testa alta da questa situazione di stallo, o meglio uscirne senza ripercussioni irreparabili”.