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Coronavirus. Costa (WPP): “Solidarietà, resilienza, ottimismo e tenere duro. Sostenere il Made in Italy e tutelare i posti di lavoro. Preparandoci a una comunicazione più etica e sostenibile, non solo a parole”

Come dice ai nostri microfoni Massimo Costa, Country Manager di WPP Italia, siamo stati colpiti dove eravamo più forti, nel lusso e nel turismo: fare previsioni sulla ripresa è impossibile e occorre armarsi di grinta e pazienza per recuperare la nostra ‘italianità’, magari con l’aiuto di un Piano Marshall europeo che sostenga piccole e grandi aziende. Con la crisi impareremo a comunicare in modo più etico, facendo sostenibilità vera e non solo a parole.

Il giro di microfono di ADVexpress fra gli addetti ai lavori prosegue con la videochiamata al Country Manager di WPP Italia, Massimo Costa, registrata ieri pomeriggio. Di fronte alla crisi globale senza precedenti che stiamo attraversando Costa rifugge l’idea di fare qualsiasi tipo di previsione: “La tensione psicologica è fortissima e le sue ripercussioni sull’economia sono evidenti – spiega –. L’unica cosa che possiamo immaginare è che se questa situazione dovesse perdurare nel medio- lungo termine si arriverà a una cambiamento molto importante non solo nel mondo dell’advertising ma nel modo di lavorare in generale”.

Citando il detto latino Fortior ex adversis resurgo (risorgo più forte dalle avveristà), Costa indica come in questo momento sia fondamentale “Mostrare doti di resilienza e di ottimismo, soprattutto di fronte a un nemico invisibile che ci coglie tutti impreparati al di là delle classi, dei mestieri, delle opinioni politiche e dell'appartenenza sociale”.

Analizzando la situazione italiana, prosegue Costa, non è necessario essere specialisti per vedere il diverso andamento di mezzi e settori: Supermercati e Largo Consumo vanno benissimo, gli ascolti televisivi, così come il gaming, hanno avuto un’impennata. È boom anche per il digitale, che anzi proprio per questo è quasi in sofferenza per overdose di traffico.

“È chiaro – aggiunge – che il nostro paese è stato molto duraramente colpito proprio in quei comparti in cui ci ritenevamo più forti: il turismo e il lusso, per esempio... E occorrerà capire se quando torneremo a una sorta di normalità – tra un mese, due, o tre, non lo sappiamo –, che faccia avrà quella normalità e come potremo recuperare quote in questi business portanti per il Made In Italy”.

Dovremo recuperare ‘italianità’, continua Costa, e servirebbe una sorta di campagna a favore dei prodotti naturali italiani, a sostegno di agricoltori e contadini per i prodotti coltivati in Italia ed esportati in tutto il mondo. “Ma questo arriverà dopo. Adesso c'è da portare comunque avanti una resilienza e una forza che i nostri nonni avevano e della quale noi, fortunatamente, fino a questo momento non abbiamo avuto bisogno. Il messaggio da far passare oggi è: sì, andrà tutto bene, è vero, meglio prima che dopo, ma dobbiamo restare uniti, armandoci di pazienza e di grande grinta”.

Entrando maggiormente nel merito dell’industry della comunicazione, Costa si dice convinto che questa crisi porterà un grande insegnamento: “Passeremo dalla sostenibilità fatta 'per sport', perché fa moda, alla sostenibilità fatta per necessità. Dal supportare l'ambiente a parole – fino a oggi abbiamo ‘parlato’ dell'ambiente, degli incendi in Australia e in California, delle cavallette in Africa, delle alluvioni ormai regolari ogni autunno in tutta Europa... –, al dover pensare piuttosto a un ‘dopo crisi’ fatto da un mondo più etico, dove anche il linguaggio di chi comunicherà sarà sicuramente più etico e più attento al sociale in maniera reale e credibile”.

In questa fase, afferma Costa, la priorità delle aziende dev’essere quella di “Tutelare prima di tutto i posti di lavoro per dimostrare a se stessi e agli altri di essere vivi. Il virus rischia di avere fortissime ripercussioni sul piano sociale, oltre che economico, perciò è fondamentale dare un messaggio di forza, di coerenza e di ottimismo. Perché non ci sono alternative, non c'è un piano b”.
Il Country Manager di WPP invita a pensare a quanti negozi e bar hanno chiuso e a quanti, se l’emergenza dovesse continuare a lungo, potrebbero non riaprire più: “Non parliamo solo di Milano e pensiamo al resto d’Italia, alla provincia. Servirà un Piano Marshall europeo che vada in soccorso delle piccole e grandi aziende. Nel frattempo siamo tutti sulla stessa barca e dobbiamo remare tutti nello stesso modo – le agenzie, le aziende e l’intero Paese. L’unico consiglio che si può dare è quel che dicevo prima: solidarietà, resilienza, non mollare e cercare di tenere botta”.

 

Tommaso Ridolfi