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Kaku: Nel capitalismo perfetto, c'è spazio per la carta. Ma editori e agenzie devono 'surfare'

Auto che guidano da sole, lenti a contatto che permettono di ottenere qualsiasi tipo di informazione su ciò che si vede, medici virtuali: sembra fantascienza, ma tra qualche anno potrebbe essere la normalità. Tra sette anni, per l'esattezza, almeno secondo quanto sostiene Michio Kaku, professore di Fisica Teorica alla City University di New York, nonché uno degli scienziati più conosciuti dei nostri tempi, autore di molti best seller internazionali, come Physics of the Future e Physics of the Impossible.

Kaku, intervenuto all'evento 'Evolutionary' organizzato oggi, 29 ottobre, a Milano, da PHD, in partnership con Publitalia '80, per parlare degli scenari futuri del mercato della comunicazione, ha affascinato la platea con uno speech volto a illustrare i principali cambiamenti che la digitalizzazione porterà nei prossimi anni a livello globale.

Come ha dichiarato il professore ai microfoni di ADVexpressTv, nel 2020 i pc saranno entrati talmente a far parte della nostra vita da essere ovunque, tanto che non ci accorgeremo più della loro presenza, come ad esempio accade oggi con l'elettricità.

Quella a cui assitiamo oggi è una sorta di quarta 'onda rivoluzionaria'. La prima fu nel 1800, provocata dall'avvento del vapore, la seconda, nel '900, fu causata proprio dalla scoperta dell'elettricità, mentre la terza è scoppiata in anni più recenti, grazie al fenomeno Internet. Grandi mutamenti dovuti a scoperte importanti, in grado di incidere profondamente nel modo di vivere delle persone.

La quarta rivoluzione sarà dunque quella delle telecomunicazioni, che porterà con sé cambiamenti significativi nell'ambito delle biotecnologie, delle nanotecnologie  e dell'intelligenza artificiale. Alcuni settori sono già stati profondamente intaccati dalla digitalizzazione: basti pensare all'industria musicale o all'editoria, che si trovano a dover combattere con consumatori che hanno cambiato radicalmente il modo di fruire dei loro prodotti. E, secondo Kaku, non è lontano il tempo in cui anche il mercato finanziario modificherà le sue logiche, così come l'educazione, i trasporti, la medicina. Guardando solo a quest'ultimo ambito, in futuro semplicemente inghiottendo una pastiglia contenente un chip sarà possibile ottenere informazioni utili sul proprio stato di salute oppure grazie a delle nano-particelle si potranno individuare con più facilità le cellule cancerogene.

Stare al passo con questi cambiamenti per le aziende non è facile, ma non c'è alternativa. Guardando ad esempio al mercato della comunicazione, i consumatori chiederanno sempre più di entrare in contatto diretto con i brand e questo comporta il fatto che per costruire un forte legame con i potenziali acquirenti, le attività di branding assumeranno ancora più importanza. Non solo. Si parlerà sempre più di targeted marketing anche perché, grazie alle nuove tecnologie, le imprese sapranno tutto del consumatore e potranno costruire la propria offerta ad hoc, in base alle sue esigenze. E' questo il cosiddetto capitalismo perfetto, caratterizzato proprio dal passaggio dalla mass production alla mass customization.

Come ha sottolineato Kaku ai nostri microfoni, l'advertising industry potrà ottenere nuova linfa da tutti questi mutamenti, a patto che sia in grado di coglierne le opportunità. Gli operatori del settore (agenzie creative, agenzie media, aziende) devono saper surfare l'onda del cambiamento, assecondando le naturali tendenze del mercato, se non vogliono rischiare di fallire. Pensiamo ad esempio all'industria della musica, che non ha voluto modificare i propri meccanismi e ha visto crollare le vendite dei cd, perché gli utenti hanno cominciato a fruire dei brani tramite il web. Il rischio, se non ci si adegua ai nuovi trend, è proprio quello di soccombere.

Questo però non vuol dire che tutto quello che vediamo oggi verrà soppiantato della nuove tecnologie. Come ha dichiarato ai microfoni di ADVexpressTv, Kaku non crede ad esempio che i giornali cartacei scompariranno. Perché? Perché alcuni meccanismi dell'essere umano restano immutabili nel tempo. L'uomo ha anche bisogno di segni tangibili, di relazioni tangibili, di toccare con mano il suo operato. Inoltre, non è detto che i nuovi media soppiantino i vecchi: la radio non è morta quando è stata creata la tv, la tv non si è estinta con l'arrivo del web, dunque perché le testate tradizionali dovrebbero scomparire?

A essere in serio pericolo, semmai, più che i mezzi di comunicazione classici, sono alcuni lavori che nel prossimo futuro potranno essere svolti interamente da robot. A sopravvivere saranno le professioni non ripetitive, per il cui svolgimento serve attingere al capitale intellettuale, che nessuna macchina è in grado di sostituire.

Le rivoluzioni, si sa, non sono sempre del tutto positive. Come ha fatto notare il professor Kaku, ogni grande 'wave' del passato ha finito per provocare una crisi, basti pensare al crack del 1929 o alla crisi economica del 2008. Difficile anche per lo scienziato prevedere quale sarà la prossima 'bolla' a scoppiare, tuttavia è consolatorio  il fatto che dovremmo essere tranquilli almeno fino al 2090.

Serena Piazzi