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Il Verde e il Blu Festival inaugura la stagione degli eventi dal vivo di Milano City Studios. Baccuini: "Il mercato è in fermento e rivedere le persone in un contesto ‘live’ è emozionante"

Presso The Theatre è andata in scena la kermesse organizzata da Beulcke+Partners. Emozione per la ripartenza delle attività ‘live’, ottimismo per i segnali di ripresa, per il fermento mostrato da clienti e agenzie e per le 30 produzioni già confermate da qui a fine anno. Ma al tempo stesso preoccupazione per le decisioni rinviate a causa della contingenza e delle news quotidiane diffuse dai media e soprattutto per l'approccio negoziale che va a ripercuotersi sui fornitori e sui gestori di spazi. Questa la visione di Andrea Baccuini, Ceo e partner di Big Spaces e promotore di Milano City Studios, sull’andamento del settore della live communication e degli eventi digitali.

È tempo di ripartenza e i segnali arrivati nei giorni e nelle settimane scorse sono concreti. Uno di questi è ‘Il Verde e il Blu Festival’, evento organizzato da Beulcke+Partners che si è svolto da venerdì 25 a domenica 27 settembre 2020 a Milano tra la Biblioteca degli Alberi, dove è stato inaugurato da due concerti a cura di Piano City Milano (leggi news), e lo spazio The Theatre, cuore pulsante di Milano City Studios che ha così dato il via agli eventi dal vivo nelle proprie locations.

In questa occasione Advexpress Tv ha intervistato Andrea Baccuini, Ceo e partner di Big Spaces e promotore di Milano City Studios, per sondare la sua visione sul mondo della live communication e le sue aspetative per i prossimi mesi.

“Il progetto Milano City Studios è stato lanciato a fine giugno in un contesto ancora ‘caldo’ rispetto a tutto ciò che è successo nel mondo e in quello degli eventi in particolare – esordisce Baccuini –. Il riposizionamento di tutti gli spazi di Milano Porta Nuova sotto questo nuovo brand ha acceso l’attenzione di mercati che prima non erano a conoscenza di questi spazi nella versione ‘Studios’. Di conseguenza, al rientro dalle vacanze, a settembre la macchina è partita con una produzione Netflix importante, due spot pubblicitari, e la conferma di altri eventi e produzioni. L’evento di oggi ci riporta al periodo pre-Covid e siamo felici ed emozionati di vedere le persone – anche se sono solo 200 –, la conferenza, lo schermo Led che si accende, il The Theatre che fa il suo lavoro: sono cose che ci riempiono il cuore e soprattutto ci fanno capire che il mercato è vivo e in fermento”.

Baccuini sottolinea come l’intera area di Porta Nuova, con i Milano City Studios e il BAM, la Biblioteca degli Alberi Milano, oggi non si rivolgano più solo al mondo della live communication ma strizzino l’occhio alle case di produzione cinematografiche, pubblicitarie e televisive, garantendo la possibilità di realizzare ogni genere di produzione rispettando le nuove modalità e le regole di sicurezza.

“Il concerto della ‘Nona’ di Beethoven, due settimane fa, ha avuto un riscontro eccezionale e ha dimostrato che oggi gli eventi ‘si possono fare’Certo la modalità è diversa rispetto al passato: non si può più pensare alle 1.500 persone riunite per una convention, ma è un dato di fatto che ci sono aziende che hanno voglia di fare”. Per contro, osserva però Baccuini, “Si sta spesso lavorando ‘a vuoto’: noi mostriamo gli spazi a un’infinità di persone e le agenzie fanno moltissimi progetti, ma i clienti, al momento di fare, si trovano davanti a telegiornali e notizie sui media che frenano gli entusiasmi”.

Fortunatamente, aggiunge, ci sono aziende che non possono permettersi di non fare: “Come per esempio l’automotive che non può fermare i lanci di prodotto, e lo abbiamo appena visto con Maserati. In generale il mondo va avanti, e ci sono settori e mercati che non si sono fermati come la moda: le sfilate non sono state fatte in presenza ma in digitale. Gli eventi non mollano, la produzione cinematografica non molla, la produzione televisiva non lascia un minuto libero all’immaginazione anche se ha riprogrammato tutto nel primo quarter del 2021. Bisogna dare tempo al tempo, perché le opportunità viaggiano di pari passo con la contingenza, ma la mia sensazione è che questo sia un momento importante”.

Di fatto, per Milano City Studios parlare solo di eventi ormai è riduttivo, spiega Baccuini: “Siamo un luogo dove si producono contenuti, live e non solo, e da qui alla fine dell’anno abbiamo una trentina di produzioni già confermate. Considerando gli eventi, non solo in presenza ma anche digitali, abbiamo conferme per almeno una decina di produzioni, alcune delle quali molto ‘muscolari’”.

Il trend, conferma quindi il Ceo di Big Spaces, in questo momento vede un interesse maggiore per gli Studios piuttosto che per The Theatre: quest’ultimo è infatti dedicato alla live communication e può ospitare fino a 1.200 persone (oggi 200), mentre The Studio è lo spazio dedicato al digitale, uno studio fatto e finito con 2 limbo per realizzare chroma key, uno da 16 metri e un da 7, un corner Led, sala trucco, sale riunioni, angolo caffetteria.

Uno dei progetti più importanti sul fronte ‘live’ è quello che riguarda il Natale e che animerà tutta la parte di The Square, ossia Piazza Gae Aulenti, e The Park, la Biblioteca degli Alberi: “Abbiamo lanciato un pitch e stiamo raccogliendo proposte dalle agenzie di eventi per realizzare installazioni e attività nel periodo natalizio – indica Baccuini –. Il progetto si chiama ‘Ride and Light’ e prevede attività di engagement e interazione da svolgersi naturalmente tutte all’aria aperta. L’idea è quella di mettere a sistema diverse proposte che ci stavano già arrivando, dalla pista di ghiaccio al mercatino, dalla giostra alla ruota panoramica, inserendole in un contenitore integrato nelle nostre linee guida e nella morfologia di tutta l’area di Porta Nuova”.

Siamo in un momento di fermento ma anche di grande stress per tutto il mercato: quali consigli si sente di dare Baccuini e quali soprattutto gli errori da evitare?

“Sicuramente l’approccio negoziale che oggi i clienti mettono sul tavolo davanti a soggetti diversi, dalle agenzie alle case di produzione, si ripercuote sugli ultimi della filiera – risponde Baccuini –: i fornitori e di conseguenza anche noi… Chi gestisce spazi che prima ospitavano molti grandi eventi oggi li vede vuoti ed è difficile sostenere i costi fissi. Il mio suggerimento è di tenere il punto: nel senso che realizzare e ospitare eventi gratuitamente pur di non vedere i propri spazi vuoti, solo per creare scatti fotografici da postare sui social, non è un atteggiamento giusto! Perché non è l’immagine che fa ripartire il lavoro, ma è piuttosto il lavoro che fa ripartire il mercato. La gratuità non permette di pagare stipendi, né affitti, né mutui, non aiuta a nessuno e non serve a ripartire: perché non è questione di tanto o di poco, ma è fondamentale ricominciare a far girare il denaro, il lavoro e il business”.

Tommaso Ridolfi