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Connexia lancia una data app per tracciare le donazioni delle aziende per l’emergenza Covid-19. D'Ammassa: "Questa situazione straordinaria cambierà i toni della comunicazione e i linguaggi a cui eravamo abituati”

Ai microfoni di ADVexpress il Ceo dell'agenzia presenta il nuovo progetto, uno strumento per monitorare tutte le imprese impegnate attivamente nella lotta all'epidemia, mappando le donazioni in denaro e materiali effettuate dalle singole aziende e rappresentandole graficamente in forma di dati aggregati. Inoltre, secondo il manager "Quando usciremo da questa situazione niente sarà come prima”.

Il giro di microfono di ADVexpress fra addetti ai lavori prosegue con Paolo D’Ammassa, Founder & Ceo di Connexia, che ha lanciato proprio oggi un’importante novità.

Stiamo parlando della nuova data application, uno strumento per monitorare tutte le imprese impegnate attivamente nella lotta all'epidemia, mappando le donazioni in denaro e materiali effettuate dalle singole aziende e rappresentandole graficamente in forma di dati aggregati. 

Una 'mappa della generosità', quindi, per dare volto e voce alle tante realtà che, con il loro contributo, di ora in ora vanno ad alimentare il fiume della solidarietà. Ma non solo. Un’occasione per lanciare un appello alla comunità civile, perché tutti diventino protagonisti contribuendo a segnalare le nuove donazioni. 

“Come azienda, come cittadini, non possiamo, non sappiamo restare immobili. Questa iniziativa è il nostro modo di contribuire e restituire alla comunità, mettendo a disposizione uno spaccato di chi, nel mondo delle imprese, sta donando – spiega D’Ammassa - Il purpose aziendale non può e non deve ridursi ai soli statement: deve essere coerenza e racconto di valori condivisi. Le strategie delle aziende e le loro azioni hanno un impatto sulle comunità in cui operano e agiscono. In Connexia il commitment interno a fare concretamente è molto elevato, ed è un motivo di grande orgoglio per noi. Tutte le azioni che ci hanno visti in campo nelle ultime settimane - l’adesione all’iniziativa Solidarietà Digitale del Ministro per l’innovazione Paola Pisano, le due campagne probono per altrettante raccolte di fondi promosse da onlus particolarmente in prima linea in questo momento, la scelta di regalare knowledge per alimentare e diffondere la cultura digitale - nascono dal basso: il management si è limitato a condividerle e timbrarle, ma sono le nostre persone che si fanno instancabili promotrici di azioni concrete a sostegno della comunità civile”. 

L’iniziativa è focalizzata sul mondo delle imprese. La data application non monitora le raccolte fondi promosse da istituzioni, organizzazioni, no profit o privati. E’ interessante osservare quali siano le aziende che si sono dimostrate più generose e solidali. Se ordiniamo le donazioni per importo troviamo i 100 milioni di Intesa Sanpaolo, seguiti da Generali ed Eni con 30 milioni a testa, Fondazione Snam con 20 milioni e poi una serie di aziende che hanno donato 10 mln.

Il progetto si inserisce all'interno di tutto quelle attività che Connexia ha sviluppato per aiutare la comunità. Stiamo parlando di iniziative di solidarietà digitale come la distribuzione gratuita a tutte le aziende d'Italia della piattaforma Webex di Cisco. Inoltre, la sigla ha offerto le proprie competenze creative per aiutare le no profit nel lancio delle campagne di raccolta fondi.

Il manager ha poi fatto delle considerazioni su quello che succederà alla fine di questa emergenza. Sicuramente ci saranno dei problemi a livello finanziario, soprattutto nel settore degli eventi. “Anche nell’ambito media – continua D’Ammassa – alcune campagne sono state sospese o messe in stand-by. Ma il problema sarà anche dal punto di vista dei comportamenti e delle relazioni tra aziende, agenzie e consumatori. Quando usciremo da questa situazione niente sarà come prima”. 

Secondo D’Ammassa ci sarà un’accelerazione dell’umanizzazione e dell’attenzione ai valori con i quali siamo costretti a confrontarci in questo periodo. “Tutto questo cambierà i toni della comunicazione e i linguaggi a cui eravamo abituati”.