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Re-shape the Future. Taddeucci (SuperHumans): “Un’offerta integrata, collaborativa e consulenziale per adattarsi alla velocità che i tempi richiedono, con un linguaggio e messaggi più rilevanti e veritieri e nuovi contenuti. Attenzione a non appiattirsi”

Con la pandemia si sono accorciati i tempi e le agenzie hanno dovuto adattarsi, spiega ai microfoni di ADVexpress l'Executive Creative Director & Partner Superhumans, proponendo un’offerta integrata che copre ogni area della comunicazione e con modalità sempre più consulenziali e collaborative all’insegna del rispetto reciproco fra cliente e agenzia. Le aziende chiedono maggiore aderenza alla realtà, meno metafore e messaggi più rilevanti, ma volendo essere sempre rassicuranti ed ecumenici, i brand rischiano di non farsi notare. L’ambizione per il futuro? Trasformarsi in un generatore di contenuti che partano dall’interno dell’agenzia e non necessariamente dai clienti e dai brand.

In vista di un graduale ritorno a una 'nuova normalità', ma in un contesto ancora fortemente rallentato dalla pandemia, l'inchiesta ‘Re-shape the Future’ di ADVexpress si propone di fare il punto con aziende e agenzie su come il mercato si stia riconfigurando e su come vadano ripensate strutture, strategie, business model e approcci per ‘surfare’ al meglio le opportunità che questo periodo di transizione pur sempre offre.

“Mi piace il termine ‘surfare’ – esordisce Francesco Taddeucci, Executive Creative Director & Partner Superhumans con Luca Albanese e Paolo Platania,– perché anche se non sembra adatto a questo periodo in realtà è esattamente ciò che un po’ tutte le agenzie di comunicazione stanno provando a fare, cercando di essere agili, liquide e veloci per rispondere ai clienti. Si sono accorciati i tempi e noi ci siamo adattati anche in questo senso, cercando di rimettere mano ai nostri processi interni all’insegna della velocità: questo ha trasformato e sta tutt’ora trasformando l’agenzia. È una continua evoluzione…”.

L’agenzia ha da pochi giorni inaugurato la nuova sede milanese (leggi news) dove sono arrivati Valerio Le Moli e Davide Colombo, rispettivamente Direttore Creativo e Client Director della sede che si aggiungono a Mara Bonavoglia account director. Il progetto della sede era già pronto da almeno un anno, ma è stato posticipato in seguito alla crisi.

Oggi i tempi sono maturi e l’agenzia è pienamente operativa su Roma e su Milano con un’offerta che si estende a tutte le leve della comunicazione: “C’è tutta la parte di comunicazione ATL, che è quella con cui siamo nati, poi BTL, Digital e Social – puntualizza Taddeucci, che dedica una menzione speciale alla live communication, dove
Superhumans è particolarmente attiva “Grazie a un hub veloce, snello e capace di realizzare eventi bellissimi e anche piuttosto importanti”.

Quest’offerta allargata e integrata è indispensabile, aggiunge, “Perché capita sempre più spesso che i clienti richiedano delle porte d’ingresso specifiche, o che magari, a volte, lascino a noi la decisione o quanto meno il consiglio su quali di queste leve attivare”. Un modo di lavorare insieme che Taddeucci apprezza particolarmente perché, osserva, non nasce come imposizione dall’alto
ma da un confronto e da una collaborazione che permettono di trovare soluzioni più efficaci:

“Penso sia normale che nei momenti di difficoltà la natura consulenziale di un rapporto emerga con maggiore importanza: più i tempi sono difficili più si ha bisogno di un consulente che guidi e indirizzi”. Se prima il rapporto era forse un po’ più ‘automatico’, prosegue il creativo, ora le cose sembrano essere migliorate anche nel senso di un maggior rispetto reciproco fra le parti: “Anche questo – dichiara – è un aspetto interessante e un ottimo segnale”.

Fra i risvolti positivi legati alla crisi, Taddeucci punta il dito sul lavoro creativo in modalità ‘smart’, grazie alla maggior libertà di trovare i propri spazi e dare ‘sfogo’ alle attività e alle passioni individuali di ciascuno: “Posso fare il mio esempio – racconta infatti –. Quando nel momento del lockdown più severo eravamo tutti costretti a stare a casa, mi sono divertito a studiare come funziona il mondo dei podcast e a crearne uno praticamente da zero, che adesso è addirittura alla seconda stagione. È stata una cosa divertente ma anche utile, perché le nuove attività basate sulla voce sono proprio fra gli elementi che le aziende più ci richiedono o che noi proponiamo loro. In altre parole, si può approfittare di quello spazio e di quel tempo per documentarsi, studiare e mettere in pratica nuove idee. Io l’ho fatto sui podcast, altri sulla musica o sulla pittura: tutto torna utile nel nostro mestiere”.

E aggiunge: “Avere più tempo a disposizione permette di usarlo di più e meglio: il lavoro di un creativo pubblicitario è talmente impalpabile che a volte è difficile da definire: anche giocare al nuovo ‘Animal Crossing’ di Nintendo può diventare uno spunto creativo e tornare utile da qualche parte, prima o poi”.

In vista di un ancora non vicinissimo ‘new normal’, secondo Taddeucci il main trend in termini di messaggi e di linguaggio è nato in realtà ancor prima della pandemia: “Direi che in Italia da almeno 3-4 anni le aziende ci chiedono di essere più aderenti alla realtà possibile, quindi meno metafore e messaggi più rilevanti, veri, basati sulla realtà”.

Questo trend con la pandemia è esploso, ma non sempre si tratta di un segnale positivo: “In comunicazione l’Italia è sempre stata una terra poco coraggiosa da un certo punto di vista. Si cercano messaggi rassicuranti, ecumenici, che vadano bene un po’ a tutti, che non spaventino e non dividano. Questo non fa particolarmente bene alla comunicazione perché si traduce in appiattimento, ed è un trend emerso con ancora maggior prepotenza in questa fase”.

La campagna firmata da Superhumans per Very Mobile con Francesco Totti cerca di essere al tempo stesso realistica e concreta ma all’insegna della leggerezza, cosa di cui il consumatore ha oggi particolarmente bisogno. “Nonostante Totti sia stato e sia tutt’ora già abbastanza usato dalla pubblicità – concorda Taddeucci –, fra i tanti possibili modi di utilizzarlo abbiamo scelto di affidargli un po’ il ruolo di ‘assistente vocale’ della compagnia telefonica. Per ora ne è uscito uno solo, ma ne sono nati 4 spot abbastanza divertenti, in ‘stile Totti’ ma vicini al mondo della telefonia”.

Guardando al futuro e alle possibili leve di crescita e innovazione, Taddeucci rivela un’ambizione di Supehumans molto particolare sul fronte di quella che definisce ‘comunicazione interna’. “Pensiamo a una comunicazione che, pur rivolgendosi all’esterno – spiega – parta e sia prodotta autonomamente da noi, non necessariamente da un cliente o per un brand. Vogliamo diventare noi stessi dei generatori di contenuti, perché credo che le agenzie di comunicazione dovrebbero incidere di più sul tessuto e sulla vita sociale del Paese. Obiettivamente, tutti, e noi per primi, finora lo abbiamo fatto troppo poco. Ma ne riparleremo presto, quando riusciremo ad avere il primo esempio pratico, concreto ed effettivo”.