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Sassoli (UPA): “Una riflessione su dove, come e soprattutto perché comunicare. Questo il compito che attende le marche ‘migliori’ riunite nel Best Brands Club al via da oggi”

In un momento di transizione per certi aspetti drammatico ma anche ricco di opportunità, un confronto fra aziende sul tema della valorizzazione delle marche è più che mai opportuno: così il Presidente UPA, Lorenzo Sassoli de Bianchi, spiega ai microfoni di ADVexpress il senso profondo e le aspettative nei confronti del think-tank che mira ad approfondire e mettere in relazione le strategie di comunicazione con i risultati ottenuti delle marche misurati dalla ricerca GfK, che ha preso ufficialmente il via con il primo incontro delle 9 grandi marche italiane uscite dal ranking della scorsa edizione del premio Best Brands.

In occasione del primo incontro fra le 9 grandi marche italiane uscite dal ranking della scorsa
edizione del premio Best Brands Italia – al quale hanno partecipato Nutella, BMW, Amazon, Rio Mare, Samsung, Dash, Mulino Bianco, Pril e Aperol (leggi news) –, il presidente UPA, Lorenzo Sassoli de Bianchi, spiega ai nostri microfoni le ragioni e gli obiettivi del Best Brands Club, illustrando le sue aspettative per i frutti di un tavolo di lavoro che riunisce alcune delle marche italiane più importanti in virtù del riconoscimento ottenuto dai consumatori e misurato dalla ricerca GfK, uno dei partner fondatori delliniziativa insieme a Serviceplan, RAI Pubblicità, 24 Ore System, IGPDecaux e ADC Group.


Il club, osserva Sassoli, che vuole essere un momento di confronto tra le aziende che hanno
ottenuto i risultati migliori sulle loro marche negi ultimi anni, nasce in un momento molto
particolare: “Perché stiamo vivendo un periodo di transizione dagli aspetti drammatici ma al tempo stesso spettacolari e luminosi, che rappresentano anche un’opportunità: la combinazione tra Covid, sviluppo del digitale e attenzione alla sostenibilità è infatti un ‘combinato disposto’ veramente particolare, che rimette in discussione quelle che sono anche le convinzioni più marmoree e più solide a cui siamo stati legati fino a oggi. Un confronto delle aziende sul tema della valorizzazione delle marche in questi tempi è a mio parere più che mai opportuno”.

Dopo la prima riunione odierna, i prossimi incontri del Club sono previsti a ottobre e a gennaio, quando saranno tratte le conclusioni e i risultati saranno commentati e raccolti in una pubblicazione che uscirà in occasione della prossima edizione di Best Brands Italia, il 29 marzo 2021. Che cosa si aspetta il presidente UPA da questo approfondito percorso?
“Mi aspetto certamente una maggior assunzione di responsabilità da parte delle marche – la risposta di Sassoli –, che sarà certamente un dato di fondo. Così come mi aspetto che siano rimessi in discussione molti di quelli che fino a oggi si consideravano dei pilastri irrinunciabili, con l’apertura verso percorsi e orizzonti nuovi e diversi. Viviamo in una situazione in cui è come se il cuore del mondo avesse saltato un battito: in quella fessura che si è aperta abbiamo la grande opportunità di infilarci per riflettere”.

Fra le due opposte scuole di pensiero di chi è convinto che si tornerà alla normalità pre-pandemica e chi invece ritiene che niente sarà più come prima, Sassoli non fa mistero di appartenere alla seconda: “I segnali sono ormai tantissimi in questa direzione – dice infatti –. Per questo credo che la riflessione avviata da queste ‘marche migliori’ sia importantissima, e i suoi risultati saranno interessanti per tutti”.

Il ruolo della comunicazione rimane in ogni caso fondamentale in questo processo di evoluzione, confortato anche dagli ultimi dati sul mercato degli investimenti pubblicitari annunciati all’assemblea UPA dai quali emerge un sostanziale raddoppio rispetto alle previsioni di inizio anno.

“Ovviamente non si costruiscono marche senza comunicazione – ricorda Sassoli –, ma anche in questo caso possiamo dire che il suo ruolo è in evoluzione e sarà necessario ridiscuterlo affrontando diversi temi: dall’utilizzo dei mezzi all’utilizzo dei linguaggi, fino al cambiamento del linguaggio stesso. Perché sempre di più, al di là di chiederci come e dove comunicare, dovremo rispondere alla domanda sul perché comunicare, su qual è il motivo per cui un nostro cliente deve sceglierci come marca, come prodotto o come servizio. Sarà proprio questa sarà la riflessione di fondo dei membri del Club”.

 

Tommaso Ridolfi