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Linkontro. Chiara Ferragni su Alibaba dal 1° giugno

Santa Margherita di Pula. La più grande piattaforma di e-commerce del mondo ospiterà a breve anche il sito della popolare fashion blogger, che in Cina dovrebbe aprire anche 10 negozi fisici. "Sono stati i cinesi a volerla", afferma Rodrigo Cipriani, managing director Sud Europa, che al convegno Nielsen ha spiegato le strategie di sviluppo del gruppo fondato da Jack Ma. Le aziende italiane che hanno aperto un flagship store sul sito fondato da Jack sono al momento 162. Anche se di recente, in 33 secondi, la Giulia Maserati è stata venduta in 153 pezzi.

A sentire snocciolare i numeri di Alibaba Group c’è da rimanere a bocca aperta. Fondato in Cina nel 1999 da Jack Ma in un piccolo appartamento, oggi è diventato il più grande marketplace per il mobile e online e-commerce al mondo con un giro d’affari pari a 547 miliardi di dollari (la commissione per il sito sul transato è compresa tra il 2 e il 5%) nell’anno fiscale 2017 (+22% rispetto all’anno precedente), dove il 79% delle transizioni è avvenuto online. Rodrigo Cipriani, managing director Sud Europa di Alibaba, ha posto l’accento sull’impatto occupazionale che il sito ha generato: ben 50 milioni di nuovi posti di lavoro in Cina a fronte dei dipendenti diretti che sono 45 mila. I clienti sono 454 milioni, dove l’85% degli utenti ha meno di 35 anni, per un totale di un miliardo di prodotti scambiati. ”Ogni giorno sono 45 i milioni di pacchi consegnati”. E di questi circa un terzo sono prodotti occidentali con una buona percentuale di prodotti Made in Italy. Ma la cosa interessante è che l’attività si concentra sullo small business. “Small is beautiful, small is power” è infatti il claim e la mission di Jack Ma.

Fin dalla sua nascita, Alibaba ha accompagnato milioni di piccole imprese cinesi nel loro percorso di crescita e con questa esperienza consolidata alle spalle, oggi Alibaba rappresenta per le aziende di tutto il mondo una vera e propria porta di ingresso sul mercato cinese. La missione ultima del Gruppo è infatti consentire a tutti di fare business in modo semplice, ovunque.

L'Italia è stato il primo Paese europeo in cui il Gruppo ha aperto una controllata: Alibaba Italia, operativa dal 25 ottobre 2015. La scelta risiede nel fatto che qui si trovano alcuni tra i produttori di eccellenza e maggiori brand di tendenza ricercati dai consumatori cinesi, prodotti "Made in Italy", riconosciuti tra i migliori al mondo specialmente per i segmenti food, fashion, design e arredamento.

Un esempio eclatante dell’affezione al prodotto italiano è stato il numero impressionante di vendite del modello della Giulia Maserati: “Da quando il sito di Alfa Romeo è andato online sulla piattaforma di Alibaba sono stati 153 i pezzi venduti in appena 33 secondi”.

E a proposito di moda e lifestyle italiano Rodrigo ha confidato ad ADVexpress che dal 1° giugno la famosa e milionaria fashion blogger italiana, Chiara Ferragni, aprirà il suo store su Alibaba, su esplicita richiesta dei consumatori cinesi che sembrano avere  proprio un debole per la fidanzata di Fedez. La notizia, sia pure ancora in forma ufficiosa, è che al negozio online seguirà l’apertura di 10 negozi fisici in Cina.

Tutto facile dunque per le aziende italiane che vogliono conquistare il mercato cinese tramite la piattaforma Alibaba? “Non proprio – afferma Cipriani - . Anche se le opportunità sono ovviamente molto interessanti, e il nostro obiettivo è di aprire alle nostre aziende un mercato di quasi 500 milioni di consumatori mettendo a loro disposizione una piattaforma unica e straordinaria, non è così facile come sembra. C’è la barriera linguistica da superare, quella tecnologica, c’è la problematica della legal identity cinese, e la protezione dei marchi è una problematica che rimane sul tavolo. Ed è proprio questo il lavoro di Rodrigo Cipriani: aiutare le aziende italiane, spagnole, portoghesi e greche, ad approcciare l’e-commerce con la Cina in maniera corretta. “Su Alibaba sono oggi presenti 162 store italiani sulle piattaforme B2C Tmall e Tmall Global che vendono oltre 1.000 brand italiani. 50 di questi store sono stati aperti da ottobre 2015, ovvero da quando è stata inaugurata la sede italiana di Alibaba”.

Alibaba, tiene ancora a precisare l’ex manager di Publitalia, è un marketplace e un vero e proprio ecosistema al cui interno c’è di tutto, dallo Youtube cinese, Youku, alla concessionaria di pubblicità Alimama, da Alipay, il sistema di pagamento utilizzato da 450 milioni di cinesi, ad Aliexpress, il marketplace retail che cerca invece di vendere merci cinesi nel resto del mondo. Per continuare con Cainiao, la piattaforma dati per la logistic, la piattaforma BtoB Alibaba.com, una sorta di Pagine Gialle che permette di entrare in contatto con oltre 100 milioni di buyer in tutto il mondo, e Alibaba Cloud, la piattaforma di cloud computing e data management. “E’bene ricordare che il sito non vende direttamente ma  tramite un’infrastruttura tecnologica e di marketing, su cui basa un ecosistema di piattaforme digitali, ciascuna contraddistinta da specifiche peculiarità, che consente a piccole e medie imprese e grandi brand, di offrire prodotti, servizi e contenuti digitali in Cina a un bacino di 454 milioni di utenti attivi”.

Questo il presente, quali sono i piani futuri? “L’obiettivo – dichiara Cipriani – è quello di diventare globali e passare da 500 milioni di utenti a 2 miliardi entro dieci anni”. Ovviamente l’area di espansione non è il mondo occidentale ma la stessa Cina con i suoi nuovi consumatori, il sud est e il Far East asiatico, India compresa: “Vogliamo portare in questi paesi i prodotti occidentali”.

Per concludere, l’impegno di Alibaba sul fronte della comunicazione si è tradotto con la mega sponsorizzazione da 600 milioni di dollari firmata lo scorso gennaio col Cio per sostenere tutti i giochi Olimpici, inveranli ed estivi, fino al 2028.  

In base all’accordo, Alibaba fornirà servizi di cloud computing per l’organizzazione,creerà una piattaforma di e-commerce globale dedicata alle Olimpiadi, un canale digitale, l’Olympic Channel, dedicato al pubblico cinese, si occuperà del merchandising e, ovviamente, del ticketing.

 

Salvatore Sagone