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Audiradio in liquidazione

Questa mattina, durante il Cda, Rtl 102.5, Rds, Radio 105, Rmc e Virgin, hanno confermato l’intenzione di non approvare le proposte di bilancio. Alla base del disaccordo tra le emittenti da un lato e Rai e grandi gruppi editoriali dall’altro, ricordiamo, la mancata pubblicazione da parte di Audiradio, dei dati di audience dal 2010. Entro la prima metà di luglio, verrà convocata l’assemblea straordinaria di Audiradio che sancirà la messa in liquidazione della società che dal 1988 rileva i dati di ascolto della radiofonia nazionale.
Audiradio è in liquidazione. Oggi, durante il Cda, Rtl 102.5, Rds, Radio 105, Rmc e Virgin, hanno confermato l’intenzione di non approvare le proposte di bilancio.

Alla base del disaccordo tra le emittenti da un lato e Rai e grandi gruppi editoriali dall’altro,  (da Mondadori, a Gruppo 24 Ore,  a Gruppo Espresso,) ricordiamo, la mancata pubblicazione da parte di Audiradio, dei dati di audience da settembre  2010.

Come spiega Lorenzo Suraci (foto 1), presidente Rtl 102.5  in una nota stampa: "Le proposte di bilancio non sono state approvate perchè, dopo la non pubblicazione dei dati per oltre un anno, non contengono dei fondi rischi adeguati per tutelare la società stessa da eventuali azioni risarcitorie o restitutorie da parte dei clienti".
E aggiunge: "L’Assemblea di questa mattina non ha accolto la proposta dei soci Upa, Assocomunicazione e Unicom, di fornire a tutte le emittenti i dati relativi all’indagine Cati (basata su sondaggi telefonici) e quelli grezzi dell’indagine Panel (basata su Diari compilati manualmente dal campione). Questa semplice azione avrebbe permesso l'adempimento contrattuale da parte di Audiradio e quindi evitato qualsiasi eventuale azione legale per inadempienza contro la stessa Audiradio. Inoltre tale soluzione avrebbe permesso alla società di svolgere la propria attività, cioè quella di fornire al mercato i dati di ascolto radiofonici". 

Suraci, a margine della presentazione delle novità estive di Rtl 102.5, ha dichiarato ad ADVexpress: "La Rai è rimasta ferma sulla delibera del Cda di settembre non accetando alcuna risoluzione. Appare dunque chiaro ed evidente, precisa Suraci, la volontà nell'emittenza pubblica e dei grandi gruppi editoriali di penalizzare il settore radiofonico privato cancellando Audiradio e danneggiando così il mercato pubblicitario radiofonico".

Sulla questione si è espresso anche Gruppo Finelco, (Radio 105, Rmc e Virgin) che in una nota stampa (leggi news) dichiara: " La semplice verità è che il fallimento di Audiradio sancisce il tramonto di un epoca in cui anche semplici e neutri dati obiettivi, come una ricerca di mercato, erano gestiti in funzione individuale, non trasparente, in nome di interessi aziendali o politici, con una logica perversa per dirla con Orwell, in cui “tutti sono uguali ma alcuni sono più uguali degli altri”.

Entro la prima metà di luglio, dunque, come spiegato da Vincenzo Vitelli (foto 2), ad ADVexpress, verrà convocata l’assemblea straordinaria di Audiradio che sancirà la messa in liquidazione della società che dal 1988 rileva i dati di ascolto della radiofonia nazionale.

Sciolta Audiradio, come fare per garantire alle emittenti nazionali dati aggiornati di audience?  "Vedremo di ricomporre un fronte comune di interessse" spiega Suraci. 

Ricordiamo che, come pubblicato da ADVexpress (leggi news correlate), già tre dei maggiori editori privati (Rtl 102.5, Rds e Finelco) non avevano approvato il bilancio alcune settimane fa come atto di protesta nei confronti della società perchè incapace da oltre un anno e mezzo di fornire dati di audience nazionali. Un impasse dovuto principalmente al disaccordo tra le emittenti pubbliche, a favore della validità della rilevazione basata sui ‘Diari’ compilati manualmente dal panel campione, e le radio private, che sostengono il ritorno alla tradizionale indagine basata su interviste telefoniche.

"Evidentemente le emittenti, ferme nelle loro posizioni, non hanno trovato un accordo a favore dello stesso settore" ha commentato Vitelli ad ADVexpress, che resta comunque in carica fino ad effettiva liquidazione della società.

Come uscire da questo stallo? I dati di ascolto delle radio latitano da oltre un anno e mezzo, da quando sono state interrotte le rilevazioni tramite Panel Diari. In questa situazione le radio nazionali possono disporre dei dati riferiti all’ultimo semestre 2009, mentre le radio locali possono far conto sui dati provenienti dall’indagine Cati (interviste telefoniche) anche per il 2010.

" La proposta del mercato, che personalmente avvallo, è di arrivare, entro la fine del 2012, a un'indagine basata su meter portatili e rilevazioni passive, più corretta e attendibile del ricordo affidato ai diari su carta o alle interviste telefoniche" commenta Vitelli.
Ricordiamo che tra le altre possibilità metodologiche al vaglio della società c’erano il soundmatching di Eurisko Media Monitor e l’encoding di Tns e di Ipsos.

Ma fino al 2012 il mercato non si ferma, e quantificare le audience è fondamentale per le emittenti per fissare e giustificare il prezzo degli spazi commerciali radiofonici.
In attesa di una nuova metodologia, c’è chi utilizza indagini interne, chi si avvale dell’Eurisko Media Monitor, come Rtl 102.5 che a marzo ha comunicato il dato di 5,6 mln di ascoltatori nel giorno medio.

Ricordiamo che sullo stop alla ricerca già alcune settimane fa era sorta una polemica partita da alcune dichiarazioni di Angelo Sajeva, presidente e Ad Mondadori Pubblicità, e di Carlo Mandelli, ad di Monradio, proseguita con le repliche raccolte da ADVexpress tra gli altri principali editori e concessionari radiofonici (vedi news correlate). La polemiche è proseguita inoltre fino al Tribunale di Milano, dove Open Space (concessionaria RTL 102.5) ha citato Audiradio ex articolo 700 per richiedere d’urgenza la pubblicazione dei dati Cati per tutte le emittenti, in virtù delle fatture già pagate da un anno, ricevendo però il secco no del giudice.

EC