Scenari

Accenture sul futuro di chi offre servizi di comunicazione: la collaborazione uomo-macchina farà crescere del 46% i ricavi e del 21% l'occupazione nei prossimi cinque anni

Secondo una nuova ricerca di Accenture, i fornitori di servizi di comunicazione devono riorganizzare e riqualificare rapidamente la forza lavoro, affinché sia in grado di collaborare con le tecnologie intelligenti, se vogliono sfruttare le importanti opportunità di crescita promesse dalle nuove tecnologie.

A conferma ci come siamo di fronte a un vero proprio cambio di paradigma e di business model nell'industry della comunicazione (leggi a riguardo l'editoriale di Salvatore Sagone su ADVexpress e guarda su ADVexpress l'intervista video ad Alessandro Diana, Managing Director Accenture Interactive) arriva una ricerca di Accenture secondo la quale i fornitori di servizi di comunicazione (Communication Service Providers, CSP) devono riorganizzare e riqualificare rapidamente la forza lavoro, affinché sia in grado di collaborare con le tecnologie intelligenti, se vogliono sfruttare le importanti opportunità di crescita promesse dalle nuove tecnologie.

 
Una sezione dedicata al settore delle comunicazioni dello studio “Reworking the Revolution: Are you ready to compete as intelligent technology meets human ingenuity to create the future workforce?” ha messo in luce che tre quarti (77%) degli alti dirigenti (“CXO”) del settore delle comunicazioni coinvolti nello studio ritiene che l’adozione delle tecnologie intelligenti e dell’intelligenza artificiale (AI) sarà fondamentale per fare emergere la propria impresa sul mercato. Secondo le stime di Accenture, se i CSP investiranno appieno nell’Intelligenza
Artificiale (IA) e nella collaborazione uomo-macchina, potrebbero vedere un incremento del 46% dei ricavi nei prossimi cinque anni,
facendo inoltre crescere l’occupazione del 21%.
 
Nonostante l’impiego dell’IA e dell’automazione tra i CSP sia in rapida crescita — con quasi i tre quarti (73%) dei CXO intervistati che prevede di automatizzare mansioni e processi nei prossimi 3 anni — la maggioranza (63%) pensa che le tecnologie intelligenti creeranno più posti di lavoro di quanti ne elimineranno.
 
Inoltre, il 63% dei lavoratori presso i CSP ritiene che le tecnologie intelligenti avranno ripercussioni positive sul proprio lavoro, il 77% ritiene che le tecnologie contribuiranno a risparmiare tempo nell’esecuzione delle proprie mansioni e il 66% pensa che consentiranno di conciliare meglio lavoro e vita privata.
 
Nonostante questo ottimismo, tuttavia, solo il 25% dei CXO ritiene che la forza lavoro sia pronta per lavorare con l’IA, e sia i lavoratori sia i CXO convengono che la riqualificazione rappresenti ancora una grande sfida. Solo il sei percento dei CXO intende aumentare significativamente gli investimenti in programmi di riqualificazione, mentre quasi la metà dei lavoratori (47%) e il 43% dei CXO vede nella mancanza di tempo da dedicare alla formazione durante la giornata lavorativa l’ostacolo principale allo sviluppo di nuove competenze.
 
Si tratta di una sfida che i CXO dovrebbero affrontare immediatamente, poiché lo studio ha evidenziato che mentre fanno piani per la forza lavoro intelligente, i CXO stabiliscono già le priorità per la pianificazione avanzata della forza lavoro in base alle competenze necessarie per il futuro, ridefinendo i ruoli all’interno dell’organizzazione. In effetti, oltre la metà dei CXO (56%) ha iniziato a ripensare in parte i ruoli nelle proprie imprese e un ulteriore 32% lo ha già fatto in modo estensivo.
 
“I CSP stanno adottando una serie di misure ‘no regret’ per raggiungere l’efficienza, la velocità e la maggiore agilità organizzativa che sono ormai imperativi strategici,” ha affermato Michele Marrone (nella foto), Senior Managing Director - Communication, Media &Technology Lead - Accenture Italia. “I CSP si trovano di fronte a una grande opportunità: utilizzare l’IA e gli advanced analytics per guidare una nuova crescita. Devono, però, imparare a gestire la cosiddetta “intelligenza applicata”, l’implementazione rapida di nuove forme di collaborazione tra
tecnologie intelligenti ed esseri umani. È per questo che per i business leader è di fondamentale importanza allineare il proprio personale a nuovi modelli di business e investire in programmi di riqualificazione innovativi per aiutare i propri dipendenti a creare nuovo valore”.
 
Nello studio, Accenture offre tre consigli chiave per i CSP che si accingono a intraprendere l’avventura della trasformazione digitale:
 
Ripensare il lavoro. Analizzare i compiti, non i ruoli, per poi ripartirle tra macchine ed esseri umani trovando il giusto equilibrio tra l'esigenza di automatizzare il lavoro e quella di potenziare le abilità delle persone. Un terzo (32%) dei responsabili di CSP coinvolti nello studio ha ripensato i ruoli all’interno delle proprie realtà e circa la metà (47%) ritiene che i profili professionali tradizionali stiano diventando obsoleti.

Orientare il personale: Per competere con i disrupter digitali che stanno acquisendo le quote di
mercato dei CSP, questi ultimi devono concentrarsi su aree che liberino nuove forme di valore, facendo evolvere la cultura aziendale da un modello transazionale a uno basato sull’innovazione.

Potenziare le “nuove capacità”: Investire in forme innovative di riqualificazione affinché i dipendenti di ogni livello siano in grado di lavorare con le macchine intelligenti.
 
“Mentre la maggior parte dei CSP sta investendo in tecnologie intelligenti, solo all’incirca uno su sei intende aumentare significativamente le risorse destinate a programmi di formazione per creare nuove competenze”, ha dichiarato Marrone. “Questo indica che si stanno lasciando sfuggire una grande opportunità di fornire ai propri dipendenti le capacità necessarie per lavorare con le macchine intelligenti e perseguire una crescita competitiva”.

 

 
Metodologia
Accenture ha associato tecniche di ricerca quantitative a tecniche qualitative per analizzare gli atteggiamenti e la prontezza di lavoratori e business leader con riferimento alla collaborazione con le tecnologie intelligenti. La ricerca comprendeva due sondaggi: uno rivolto a 865 lavoratori del settore delle comunicazioni con diversi livelli di competenza e appartenenti a diverse generazioni, mentre l’altro sondaggio ha visto coinvolti 100 seniorexecutive del settore delle comunicazioni. I sondaggi sono stati condotti tra settembre e novembre 2017 in 11 paesi: Australia, Brasile, Cina, Francia, Germania, India, Italia, Giappone, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti. Lo studio ha previsto inoltre un modelling economico per stabilire la relazione tra gli investimenti in AI e la performance finanziaria, interviste approfondite con dirigenti di massimo livello e interviste etnografiche con soggetti che hanno lavorato con l’AI.