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Il 2016 è stato l’anno degli streamer. Lo dicono Spotify e GroupM

Secondo la ricerca oggi quasi un internauta su due (della popolazione intervistata) è un fruitore dello streaming e oltre il 60% dello streaming avviene su dispositivi mobili, offrendo nuovi momenti propizi per i professionisti della pubblicità.

In appena un decennio lo streaming si è evoluto dall’utilizzo di nicchia ad una più alta diffusione, e nel 2016 è diventato davvero mainstream. Oggi, quasi un internauta su due (popolazione intervistata) è uno ‘streamer’, ovvero fruitore di streaming.

Ma chi sono esattamente gli streamer? Per i brand e i pubblicitari è diventata una domanda essenziale. Dal momento che fruire di contenuti in streaming è un’esperienza così personale, essa offre l’opportunità di raggiungere le persone con esperienze profondamente contestuali e coinvolgenti. Per questo è importante capire lo stato d’animo di chi utilizza lo streaming.

Ecco perché Spotify ha collaborato con GroupM, il più grande gruppo di investimenti nei media al mondo, per intervistare oltre 20.000 consumatori in sette principali mercati come Stati Uniti, Germania, Australia, Regno Unito, Francia, Canada e Svezia.

Grazie a questa nuova ricerca, Spotify dispone ora di una visione complessiva degli streamer, di come usufruiscano dei loro contenuti e di quali trend aspettarsi per il futuro, basata sui dati.

I principali risultati del sondaggio:

·       In media, la metà degli internauti nel mondo ora usufruisce di contenuti in streaming. In mercati online più maturi come gli USA e la Svezia, oltre il 60% lo utilizza. Questa tendenza potrà solo continuare a crescere, se si considera che molti streamer sono della cosiddetta “Generazione Z”, che sono cresciuti con lo streaming.  

·       Oltre il 60% dello streaming avviene su dispositivi mobili, questo offre dunque dozzine di nuovi momenti propizi per i professionisti della pubblicità. Momenti di ascolto musicale su dispositivi mobili come il “working out” o il “working” hanno sbloccato fino a $220M di proventi delle nuove pubblicità nei 7 mercati analizzati.

·       Gli streamer sono più propensi a interagire con qualsiasi tipo di media rispetto ai non-streamer, e il 23% ritiene più importante l’accesso piuttosto che il possesso. I primi inoltre sono più aperti alla scoperta di nuovi contenuti, affidandosi ai suggerimenti personalizzati in base alle loro preferenze.

Una maggiore comprensione di queste tendenze, abitudini e preferenze di streaming, è la chiave per una solida strategia di marketing.