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L'Italia chiude il 2016 in positivo per potenziale d’innovazione. Per essere competitivi serve uno slancio più deciso

L’ultima release dell’Assirm Innovation Index non solo segna uno stacco in positivo rispetto ai dati dell’ultimo trimestre (+0,2), ma evidenzia una generale spinta innovativa intrapresa dal nostro Paese a partire dalla fine 2015, culminata in un +1,1 rispetto all’apertura dell’anno.

Per il potenziale d’innovazione italiano, il 2016 è stato un anno complessivamente positivo. L’ultima release dell’Assirm Innovation Index – il primo indicatore made in Italy che misura la capacità di un Paese di promuovere e generare innovazione, ideato da Assirm, l’Associazione delle aziende di ricerche di mercato, sondaggi di opinione e ricerca sociale – non solo segna uno stacco in positivo rispetto ai dati dell’ultimo trimestre (+0,2), ma evidenzia una generale spinta innovativa intrapresa dal nostro Paese a partire dalla fine 2015, culminata in un +1,1 rispetto all’apertura dell’anno.

Tuttavia, sebbene l’Italia abbia chiuso il 2016 senza mai registrare un indice negativo, occorre mettere un freno a facili entusiasmi. La crescita della dinamica d’innovazione sembra infatti procedere timidamente e a rilento, specialmente se confrontata a quella di altri Paesi Europei.

Nella lettura del dato del quarto trimestre 2016, occorre tener conto del clima di attesa che si era creato nel Paese a causa del Referendum del 4 dicembre. I parametri di ‘confidence’ potrebbero averne risentito, e lo slancio innovativo – per quanto positivo – potrebbe esser stato limitato da questi recenti avvenimenti” commenta Guendalina Graffigna (in foto), Direttore del Centro Studi Assirm.

Analizzando il trend europeo degli ultimi quattro trimestri, è possibile notare come il Portogallo, che ha chiuso il 2016 registrando un +4,3, sia il Paese che nel corso del 2016 ha mostrato in assoluto il maggior slancio in termini di potenziale d’innovazione.

La Grecia, pur essendo l’unico Paese ad aver concluso l’anno con indice negativo (-0,9) – occupando così l’ultima posizione in classifica – inizia a mostrare segnali di lenta ripresa già a partire dalla metà del 2016. Riuscirà nel corso del 2017 a invertire definitivamente la sua rotta di marcia?

Per chiudere la panoramica, è interessante notare che il Regno Unito, dopo la Grecia, è il Paese che nel 2016 ha mostrato maggiori incertezze in termini di dinamica d’innovazione, complici forse i recenti avvenimenti politici legati alla Brexit.

 “In Italia, la necessità di tenere sotto controllo i conti pubblici e la difficoltà a reindirizzare le risorse statali rendono difficile dare spazio agli investimenti, compresi quelli nell’innovazione. Per quanto riguarda i privati, invece, non sembra ancora esserci la piena consapevolezza, che la loro competitività passi per questa strada. Questo stato di cose può spiegare quella lentezza nell’aumento dell’indice che viene segnalata. Il permanere di questa situazione rischia, purtroppo, di aprire prospettive future negative” spiega Maurizio Pessato, membro del Comitato Scientifico di Assirm.