Inchieste

Biasi su 'La stanza degli abbracci' di Tornatore. "Ricordiamoci che il valore di una campagna non sta in chi la firma, ma nella sua capacità di convincimento. I creativi? Sembra abbiano dimenticato come comunicare le loro competenze e il loro contributo"

Il fondatore e direttore creativo di Aldo Biasi Comunicazione, interviene nel giro di microfono avviato da ADVexpress tra i professionisti dell'industry sulla campagna per la vaccinazione anti-covid affidata al noto regista dal Commissario Domenico Arcuri senza coinvolgere, ancora una volta, un'agenzia del settore.

Prosegue con Aldo Biasi, fondatore e direttore creativo di Aldo Biasi Comunicazione, il giro di microfono avviato da ADVexpress tra i professionisti dell'industry sulla campagna per la vaccinazione anti-covid affidata dal Commissario Domenico Arcuri al regista Giuseppe Tornatore, che ha realizzato pro-bono lo spot   'La stanza degli abbracci'  (guarda il video) pianificato in questi giorni.

Esistono ancora i professionisti della comunicazione?
Esistono. Continuano a lavorare, continuano a dare il loro serio e professionale contributo al successo delle marche, continuano ad utilizzare correttamente le più collaudate e sofisticate leve della comunicazione per dialogare in modo convincente con il consumatore finale.
Eppure, questi professionisti, sembrano essere diventati invisibili. Senza nulla togliere al valore, o addirittura al genio, di architetti, registi o influencer vari, il caso delle recenti comunicazioni pro- vaccini ne è la prova più palese.

"Di chi la responsabilità di questa china? - si chiede Biasi - . A mio avviso, proprio dei suddetti “professionisti”! Perché, a quanto pare, da tempo, sembra abbiano deciso di nascondersi, di non apparire. Insomma sembra che abbiano dimenticato come comunicare  loro stessi, ma non in termini di protagonismo personale: in termini di rivendicazione di una specifica competenza, di affermazione in tutte le sedi, private e pubbliche, del loro insostituibile contributo laddove si cerchino risultati concreti, senza sprechi di denaro e di tempo".

"Sempre a mio modesto avviso, ciò che in questi anni è venuta a mancare è una vera “cazzuta” rappresentanza - prosegue il founder dell'agenzia -. Da tempo le varie organizzazioni di categoria non sono più capaci di incidere, sono poco consistenti, ripiegate su se stesse, gli aderenti si guardano compiaciuti il loro ombelico senza alcuna importante grande visione. E Dio sa quanto, in questa epoca di enormi cambiamenti, ci sia bisogno di visioni lungimiranti! Ci hanno insegnato che il valore di una campagna di comunicazione non sta in chi la firma, ma in quanta capacità di convincimento è capace di esercitare!"


Con affetto, Aldo Biasi