Inchieste

Italia fuori dai Mondiali. Svaniscono 100 milioni. Sassoli (UPA) "Ci giochiamo tra l'1% e il 2% della spesa pubblicitaria 2018, con ricadute sull'immagine del Paese. Ma dalle difficoltà nascono nuove opportunità"

L'esclusione del nostro Paese da uno dei maggiori eventi sportivi e mediatici invertirà la tendenza positiva finalmente intrapresa dagli investimenti in adv e più in generale dal mercato? Certamente sì, ma con un contraccolpo che potrebbe essere meno pesante del previsto come emerge dal giro di microfoni realizzato da ADVexpress tra associazioni e Istituti (UPA, Assocom,Nielsen), centri media (GroupM, Publicis Media) e concessionarie (Rai Pubblicità). Ricordiamo inoltre che la Nazionale, nelle ultime due edizioni dei Mondiali è uscita al primo turno senza generare alcun tracollo nello spending pubblicitario.


Per la prima volta dopo 60 anni, l'Italia è fuori dai giochi ai Mondiali di calcio. Non vedremo gli azzurri in Russia nel 2018. Un duro colpo per un Paese sportivo per eccellenza come il nostro, per i tifosi azzurri, per il brand Italia e per il mercato, soprattutto quello pubblicitario e dei media. A riguardo, ci si domanda quanto costerà in termini di mancati investimenti in comunicazione l'assenza del Paese dai Mondiali. Fra sponsorizzazioni, diritti tv e premi Fifa la cifra calcolata considerando l'intero indotto si aggira sui 100 milioni di euro. 
Una 'doccia svedese' sull'ottimismo e sulle previsioni di crescita per il mercato che proprio negli ultimi tempi mostrava cenni di ripresa.

Ma a ben guardare, sembra che l'impatto negativo di quanto accaduto verrà probabilmente contenuto. Almeno così sembra da quanto emerge dal giro di di microfoni tra esponenti di centri media, concessionarie, associazioni, istituti e analisti  realizzato oggi da ADVexpress (leggi le posizioni di GroupM, Publicis Media, Nielsen, Rai Pubblicità, Assocom).

E' inoltre  doveroso ricordare che la Nazionale, nelle ultime due edizioni dei Mondiali è uscita al primo turno senza generare alcun tracollo negli investimenti pubblicitari delle aziende. 
Passiamo ora la parola ai protagonisti del mercato, cominciando da Lorenzo Sassoli de Bianchi (nella foto), presidente dell'UPA, l'associazione che riunisce le maggiori aziende investitrici del mercato. 
Raggiunto telefonicamente da ADVexpress Sassoli commenta: "Confermo che, come detto in passato, non partecipando ai Mondiali ci giochiamo tra l'1% e  il 2% della spesa pubblicitaria 2018.  Perderemo all'incirca un centinaio di milioni di investimenti complessivi tra pubblicità, sponsorship, diritti tv, ricadute sui consumi e disincentivi a investire.  Del resto, si tratta di un evento storico che non ha precedenti se non quello del 1958, anno nel quale  la situazione mediatica era totalmente diversa ed è quindi difficile fare e stime precise. Sarà un freno per le sponsorizzazioni, la vendita di televisori, per il PIL e in generale per l'umore complessivo del Paese e per la sua immagine e il suo brand, poichè la Nazionale è da sempre portatrice di un'allure vincente e professionale del Paese". 

 E' un fatto grave - aggiunge Sassoli -  : una Nazionale senza nazione è un disastro per il Paese perchè i Mondiali rappresentano l'unico momento in cui l'Italia si unisce. Il Paese è calcio-centrico e questo sport raggiunge i più grandi picchi di ascolto. Basti pensare che negli ultimi due anni dei 32 eventi televisivi a maggior audience, 31 sono stati legati al Calcio, l'altro alla musica, perchè si tratta di Sanremo".

Come reagirà il sistema dei media?
"Penso che i broadcaster possano trasformare questo problema in opportunità ripensando i loro palinsesti con una contro-programmazione intelligente in modo da ridurre i cali di audience dovuti al fatto che l'Italia non scenderà in campo.  Sono sicuro che i player andranno in questa direzione".
Anche se l'UPA ancora non ha reso note le previsioni per il mercato dell'adv del 2018, Sassoli riflette sul fatto che " l'assenza dell'Italia all'evento sportivo sarà un freno alle sponsorizzazioni, alla vendita di televisori, al PIL e in generale all'umore complessivo del Paese e alla sua immagine, poichè la Nazionale è portatrice di una allure vincente e professionale del Paese. 
"Perderemo investimenti,  immagine ma anche un momento di coesione collettiva in un anno in cui le elezioni creeranno una grande incertezza. Questo elemento depressivo in un mercato in cui i consumi stanno ripartendo non è certamente un fatto positivo".

"Ma dalle difficoltà è necessario trarre opportunità e questo è un atteggiamento tipico del nostro Paese - aggiunge Sassoli con più ottimismo - . E sono convinto che oltre all'ipotesi di riorganizzare i palinsesti potranno nascere altre idee innovative, oltre a quella di riformare il calcio. Come l'idea, da parte del Governo, di realizzare una campagna pubblicitaria sull'Italia in occasione dei Mondiali in Russia invitando i tifosi a visitare il nostro Paese. Un modo per essere presenti 'sul campo' mediaticamente anche se non fisicamente". 

Il presidente dell'Upa conferma infine la precisione del +1,8% per il mercato pubblicitario di quest’anno e confida che il segno più caratterizzi anche il 2018, anche se con un tasso di crescita ridotto rispetto alle stime che verranno rilasciate.