Inchieste

NC. Con il modello 'Power of one' Bcube continua il processo di trasformazione e punta su creatività, media, tecnologia e digitale

Grazie ad un percorso di trasformazione interna e all’appartenenza al Gruppo Publicis, l’agenzia guidata da Gianluca Tedoldi (in foto) è oggi in grado di offrire competenze sempre più variegate e all’avanguardia, accanto a una capacità di elaborare campagne above the line, nella convinzione che sempre di più i clienti avranno bisogno di consulenti che sappiano utilizzare tutti i mezzi con cognizione di causa. L'intervista è tratta dal numero di NC-Nuova Comunicazione ottobre/novembre.

‘Is your brand alive?’, oppure, per dirla altrimenti, ‘come possiamo tirare fuori dal brand la sua vitalità e rafforzarlo per affrontare le sfide di domani?’ È questa la domanda che sta alla base del posizionamento di BCube, iniziato due anni fa e che, con l’assunzione del modello ‘Power of one’ del Gruppo Publicis, sta subendo un’accelerazione importante. Come spiega il managing director  Gianluca Tedoldi.

 

Qual è lo stato di salute dell’agenzia oggi?
Oggi direi ottimo. Da due anni portiamo avanti un processo di trasformazione, che ha subìto un’accelerazione con il lancio del modello ‘Power of one’ sul quale il Gruppo Publicis si è riorganizzato in ottica customer centric, dotandosi di un'architettura senza barriere tra creatività, media, tecnologia e digitale. Questo ci permette di avere accesso ai talenti di tutto il Gruppo nel caso in cui non disponiamo internamente delle specializzazioni necessarie. Parallelamente, stiamo facendo un percorso ‘back to basic’, tornando cioè a considerare l’above the line, perché nei progetti ormai non si distingue più fra i mezzi: si inizia da uno per poi atterrare su un altro, atl incluso.

 

Quali novità hanno caratterizzato il 2019?
La più importante è legata all’implementazione della nuova fase dell’agenzia e al ritorno ai basic e riguarda l’ingresso di Alessandro Orlandi in qualità di executive creative director (incarico che ricopriva in Saatchi &Saatchi, ndr), affiancando Andrea Stanich. Le sue competenze in materia di art direction e crafting risultano fondamentali per far emergere i brand in un panorama così frammentato e affollato. Oltre a lui, sono entrate in agenzia altre risorse con specializzazioni variegate e più tecniche. L’obiettivo è riuscire a rispondere alle esigenze di quei clienti con una storia importante, che vogliono cogliere le sfide della modernità e a cui si può chiedere “Il tuo brand è ancora vivo?”, “Come fare funzionare la sua energia vitale per rilanciarlo?”. A loro BCube può offrire lo spirito e la creatività con l’obiettivo non di stravolgere, ma di evolvere. Un esempio su tutti è la vittoria della gara per l’incarico social e digital per i prodotti surgelati Findus, un brand ‘storico’ e molto noto, che negli anni si è contraddistinto per una grande capacità d’innovazione di prodotto, creando icone come Carletto e Capitan Findus. Uniamo, quindi, le nostre competenze strategiche e creative all’expertise di Zenith, già da anni partner di Findus, nella convinzione che, tanto più nell’ambito digital, media e creatività possano e debbano completarsi a vicenda fin dall’inizio del processo.

 

Quali sono le maggiori richieste che vi arrivano dai clienti?
In un mercato caratterizzato da una polverizzazione dei media, i clienti vogliono riuscire allo stesso tempo a far passare il messaggio corretto e catturare l’attenzione delle persone. L’idea creativa rimane regina, ma deve essere inserita in un progetto di comunicazione che coinvolge tanti attori presenti contemporaneamente. Ciò significa, ad esempio, che senza avere a bordo la pianificazione, non si riesce a declinare l’idea in modo efficace. Per questo le aziende hanno bisogno di consulenza su come raggiungere il target giusto con la traduzione corretta dell’idea per ogni mezzo.
 

Tecnologia e digitale: come approcciate questi aspetti?
Crediamo che la tecnologia debba abilitare le idee, e non viceversa. I clienti chiedono di raggiungere in modo efficace il target e, grazie all’IA e agli algoritmi predittivi, le agenzie sono in grado di realizzare campagne davvero segmentate. Tutto ciò richiede però competenze, ma anche investimenti in ricerca e sviluppo che solo i grandi gruppi possono sostenere. Per questo è un grande valore aggiunto per BCube appartenere alla realtà Publicis e avere la possibilità di accedere alle risorse della piattaforma ‘Power of one’.

 

Come pensate di chiudere il 2019? Quali obiettivi avete per il 2020?
Prevediamo di chiudere l’anno con una crescita intorno al +10%. Per il 2020 vogliamo confermare il percorso di crescita raggiunto, basato sulla differenziazione dell’offerta, attraverso la produzione di contenuti digital ready, insieme alla capacità di realizzare sia campagne integrate sia quelle più tradizionali. 

 

Ci può illustrare una case history significativa da voi sviluppata quest’anno?

Interessante è il progetto realizzato per Ceres, che sbarcava sul mercato con le lattine. Per il prelancio abbiamo sviluppato l’evento ‘Il 3 Àprile’, che ha coinvolto influencer e gente comune: l’idea è stata quella di ‘sabotare’ le lattine togliendo la linguetta e chiedere a tutti di parlarne senza averle assaggiate. Tra gli influencer, hanno ricevuto le lattine Lo Stato Sociale, Danilo da Fiumicino, Le Coliche, ma anche molti altri che hanno aderito spontaneamente alla ‘challenge’: ognuno ha documentato con IG stories questo insolito unboxing, e alcuni sono andati oltre cercando modi creativi per aprirle. I ‘blind test’, proposti a semplici consumatori, hanno dato vita a tre video veicolati sui canali social di Ceres animando il buzz con il tono di voce ironico e diretto, tipico del brand. Un video più lungo di puro entertainment, che gioca sulla ‘epica’ data del 3 aprile, ha completato il lancio dell’evento lato digital.