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Al via il progetto UPA 'KPI per la comunicazione commerciale'. Individuati 351 KPI principali, razionalizzati per obiettivi di marketing e tipologie di comunicazione

Presentano oggi alla stampa il progetto frutto di un lavoro interno ad UPA che ha coinvolto anche Paola Furlanetto (nella foto) e Alberto Vivadelli. Sassoli de Bianchi, ha dichiarato: "esiste una sola comunicazione pubblicitaria declinata con tecnologie, device e linguaggi differenti che ha sempre lo stesso obiettivo: quello di costruire marche forti e vendere al meglio prodotti e servizi. Speriamo con il progetto KPI di aver fornito un tassello per aiutare le aziende a distinguere fra le proprie attività di comunicazione ciò che funziona rispetto a ciò che funziona meno, a dispetto di mode e di etichette passeggere”.

Il presidente dell’UPA Lorenzo Sassoli de Bianchi ha presentato ufficialmente oggi, 10 ottobre, alla stampa il progetto dell’associazione “KPI per la comunicazione commerciale”, frutto di un lavoro interno a UPA di alcuni mesi
che ha visto impegnati il responsabile scientifico Paola Furlanetto (nella foto), il coordinatore Alberto Vivaldelli e il contributo di molti rappresentanti delle aziende facenti parte della commissione mezzi, l’organo tecnico dell’associazione che esamina i temi di interesse trasversale degli investitori pubblicitari nelle materie media e marketing.

Il progetto è nato perché il tema della definizione degli indicatori di performance è essenziale per dimostrare in maniera semplice e più condivisa possibile l’efficacia e il raggiungimento degli obiettivi che le aziende si prefiggono con la comunicazione pubblicitaria. Mancava però ad oggi, all’interno di una letteratura internazionale sul tema KPI molto ampia e variegata, un codice che racchiudesse tutte le variabili utili a costruire una marca, un gap che questo lavoro sui KPI si prefigge di colmare.

Ovviamente il lavoro fatto non intende essere un mondo perfetto ma uno strumento che tende a fare cose diverse e migliori rispetto ad un tempo. E’ anche una guida semantica sul linguaggio, sulle terminologie che se usate ambiguamente inquinano l’azione. E’ quindi un lavoro che cerca di dare delle risposte almeno sui temi dove un approccio sistemico è possibile e di eliminare gli alibi della mancanza di una cornice di riferimento condivisa, che UPA vuole condividere il più possibile con tutti i professionisti e le associazioni della comunicazione interessati a questo tema.

Più in dettaglio gli obiettivi principali del progetto sono 4:
1. costruire un ponte fra offline e online e fra indicatori di branding e di performance;
2. razionalizzare lo scenario dei KPI, spesso confuso;
3. raggruppare in un’unica fonte i KPI appartenenti a diverse tipologie;
4. creare un sistema dinamico e aggiornabile.


Il progetto si compone in questa fase di 3 elaborati:
1. il censimento dei 351 KPI di comunicazione presenti sul mercato, che intende disambiguare eventuali KPI con molteplici acronimi e acronimi con molteplici significati;
2. una mappa di analisi dei KPI da utilizzare in funzione di diversi obiettivi di marketing (14 quelli individuati) e strumenti di comunicazione (advertising/display, native, paid search, social, owned media, email, eventi, PR);
3. il tutorial di sintesi dello studio.

Gli elaborati saranno divulgati pubblicamente il prossimo 25 ottobre, alle ore 15, quando si terrà a pagamento presso il Centro Svizzero il seminario UPA “KPI – Key performance Indicator”. Per maggiori dettagli e iscrizioni si può far riferimento al sito www.upa.it
Nei giorni successivi i materiali saranno disponibili sempre a pagamento sul sito dell’associazione.


Ha dichiarato Lorenzo Sassoli de Bianchi, presidente di UPA:
“Cosa manca al sistema della comunicazione? Un mainframe che racchiuda tutte le variabili utili a costruire una marca. Ritengo che il lavoro sui KPI possa costituire un valore aggiunto fondamentale per aumentare la soddisfazione dei manager che lavorano nella comunicazione e fluidificare il rapporto sia fra le diverse funzioni aziendali che fra aziende e partner di comunicazione, agenzie e centri media in particolare: diamo così oggi un nuovo contributo fattivo ai temi sollevati recentemente da Assocom sulle gare. Nella dispersione crescente che attraversa il mondo della comunicazione questo sui KPI diventa uno strumento che rafforza l’approccio metodologico e permette di ottimizzare i risultati".

Ha inoltre proseguito Sassoli: "Il progetto KPI costituisce uno dei tanti progetti che UPA ha messo in cantiere a ritmo serrato negli ultimi anni per favorire la diffusione di una cultura e conoscenza della comunicazione commerciale condivise sul mercato, rivolti quindi non solo alle aziende associate in senso stretto, ma anche alla platea più ampia di tutti gli stakeholder interessati, seppur con un grado di approfondimento e coinvolgimento molto differenziati. Pensiamo a UPA Advertising Graffiti, a UPA per la Cultura, al Libro Bianco sulla comunicazione digitale: tutti progetti finalizzati a costruire ponti fra diverse professionalità e favorire una crescita sostenibile e duratura del mercato della comunicazione. E che come esternalità positiva rendono ogni giorno di più la nostra associazione un punto di riferimento culturale in Italia e in Europa: lo dimostrano alcuni esempi recenti come il premio che abbiamo ricevuto alla Marketer Week WFA a Toronto, la diffusione internazionale del Libro Bianco in inglese, la recente costituzione della Coalition for better ads e dello European viewability steering group a cui partecipiamo direttamente con un coinvolgimento diretto sempre maggiore".

"Quello che sembra oggi mancare non è tanto la quantità di contributi validi sui vari temi che interessano il mercato pubblicitario, spesso anche gratuiti e facilmente accessibili in rete, ma si fatica a tradurli in un pensiero sistemico e condiviso, in grado di generare fiducia e investimenti - ha sottolineato il presidente dell'Upa - .  Uno fra i temi più sentiti, oltre alla trasparenza di cui non parliamo oggi, è quello del measurement e delle metriche, sul quale UPA sta lavorando in particolare, oltre al progetto KPI, all’evoluzione di Auditel, Audiweb e delle metriche digitali, su cui contiamo di raggiungere traguardi importanti nel 2018. Ci tengo solo a sottolineare, in conclusione, che questo progetto dà un taglio una volta per tutte allo storytelling della contrapposizione tra pubblicità tradizionale e digitale: esiste una sola comunicazione pubblicitaria declinata con tecnologie, device e linguaggi differenti che ha sempre lo stesso obiettivo: quello di costruire marche forti e vendere al meglio prodotti e servizi. Speriamo con il progetto KPI di aver fornito un tassello per aiutare le aziende a distinguere fra le proprie attività di comunicazione ciò che funziona rispetto a ciò che funziona meno, a dispetto di mode e di etichette passeggere”.