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Digital

Google, multa UE da 4,3 miliardi per Android. Il Ceo Sundar Pichai: "Il sistema operativo ha creato più scelta, non meno"

La sanzione al motore di ricerca è dovuta all'accusa di posizione dominante per il sistema operativo. Il Ceo annuncia tramite una nota ufficiale che la company farà appello contro la decisione presa da Bruxelles e sottolinea che "un ecosistema fiorente, innovazione rapida e prezzi più bassi sono le caratteristiche classiche di una forte concorrenza".

Nuova multa per Google dalla Commissione Ue- Il motore di ricerca dovrà pagare 4,3 miliardi di euro per "abuso di posizione dominante del suo sistema operativo Android".  La sanzione è quasi doppia rispetto  a  quella dello scorso anno da 2,4 miliardi di euro per aver favorito il servizio di comparazione di prezzi Google Shopping a scapito degli altri competitor.

Il caso Android è sotto la lente di Bruxelles dal 2015. Dopo un anno di indagini, nel 2016 Google fu accusata formalmente di aver obbligato i produttori di smartphone, come Samsung o Huawei, a pre-installare Google Search e a settarlo come app di ricerca predefinita o esclusiva. 

Tre sono le critiche di Bruxelles a Google. La prima riguarda la richiesta ai produttori di device Android di pre-installare l’app di Google Search e il browser Chrome come condizione per fornire la licenza dell’app store di Google,  Play Store. La seconda è di aver pagato alcuni grandi produttori e operatori di rete affinchè pre-installassero l’app di Google Search.  E ancora, Google avrebbe offerto incentivi finanziari ai produttori e agli operatori di reti mobili perchè installassero esclusivamente Google Search sui loro apparecchi, puntando a mantenere la sua posizione dominante. 

Secondo la società di ricerca Gartner, come riporta Il Fatto Quotidiano,  Android nel 2017 ha dominato il mercato della telefonia cellulare con una quota dell’85,9%: l’anno scorso sono stati venduti circa 1,3 miliardi di telefoni con Android rispetto ai circa 215 milioni che girano con iOS e 1,5 milioni che utilizzano altri sistemi operativi. 


Google ha replicato affermando di voler ricorrere contro la sanzione.  “Innovazione rapida, ampia scelta e prezzi più bassi sono le caratteristiche classiche di una forte concorrenza e Android le soddisfa tutte; la decisione di oggi rifiuta il modello di business che supporta Android. Android ha creato più scelta per tutti, non meno, e per questo abbiamo intenzione di fare appello” ha dichiarato l'AD Sundar Pichai (nella foto).

La company, per evitare la multa, avrà 90 giorni di tempo per cambiare la propria posizione, altrimenti rischia un’altra multa che potrebbe arrivare fino al 5% del giro d’affari mondiale medio giornaliero di Alphabet. 

 

Intanto il Ceo Sundar Pichai risponde alle accuse mosse dall'Unione Europea, punto per punto, in un blogpost che di seguito riportiamo. 

 

Android ha creato più scelta, non meno

"Se acquistate un telefono Android state scegliendo una delle due piattaforme mobile più popolari al mondo, quella che ha ampliato la scelta dei telefoni a disposizione in tutto il mondo.

Oggi, la Commissione Europea ha adottato una decisione in materia di concorrenza contro Android e il suo modello di business. Una decisione che non tiene in considerazione il fatto che i telefoni Android siano in concorrenza con i telefoni iOS, cosa che è stata confermata dall'89% di coloro che hanno risposto all'indagine di mercato condotta dalla stessa Commissione. Inoltre non riconosce quanta scelta Android sia in grado di offrire alle migliaia di produttori di telefoni e operatori di reti mobili che realizzano e vendono dispositivi Android; ai milioni di sviluppatori di app di tutto il mondo che hanno costruito il proprio business con Android; e ai miliardi di consumatori che ora possono permettersi di acquistare e utilizzare dispositivi Android all'avanguardia.

Oggi, grazie ad Android, ci sono più di 24.000 dispositivi, di ogni fascia di prezzo e di oltre 1.300 diversi marchi: produttori olandesi, finlandesi, francesi, tedeschi, ungheresi, italiani, lettoni,polacchi, rumeni, spagnoli e svedesi.

I telefoni realizzati da queste aziende sono tutti diversi fra loro, accomunati però dalla possibilità di eseguire le stesse applicazioni. Questo è possibile grazie a semplici regole che garantiscono la compatibilità tecnica, indipendentemente dalla misura o dalla forma del dispositivo. E nessun produttore di telefoni è obbligato ad aderire nemmeno a queste regole: possono utilizzare e modificare Android nel modo che preferiscono, come ha fatto Amazon con i suoi tablet e TV stick della serie Fire.

Le piattaforme open source funzionano bene solo bilanciando faticosamente le esigenze di tutti coloro che le usano. La storia dimostra che, senza regole chiare sulla compatibilità di base, le piattaforme open source sono a rischio frammentazione, cosa che danneggia gli sviluppatori, gli utenti e i produttori di telefoni. Le regole per la compatibilità di Android evitano che questo succeda e aiutano a renderlo una soluzione interessante nel lungo termine per chiunque".

 

Creare flessibilità, possibilità di scelta e opportunità

"Oggi, grazie ad Android, un tipico telefono può avere circa 40 app preinstallate, app di diversi sviluppatori e non solo dell’azienda da cui l’avete comprato. Se preferite altre app rispetto a quelle installate - o magari altri browser, o motori di ricerca - potete facilmente disabilitarli o rimuoverli e sceglierne altri al loro posto, incluse le app realizzate da quegli 1,6 milioni di Europei che hanno fatto dello sviluppo di app un lavoro.

Infatti, un tipico utente di un telefono Android installa circa 50 app per conto suo. Lo scorso anno, oltre 94 miliardi di app sono state scaricate dal nostro Play Store; browser come Opera Mini e Firefox sono stati scaricati più di 100 milioni di volte, mentre UC Browser è stato scaricato oltre 500 milioni di volte.

Tutto questo è in netto contrasto con quanto accadeva negli anni '90 e nei primi anni 2000. Erano gli anni delle connessioni dial-up e al tempo cambiare le applicazioni preinstallate sul computer o aggiungerne di nuove era tecnicamente complesso e richiedeva molto tempo. La decisione della Commissione su Android non tiene in considerazione l’ampiezza della scelta che le persone hanno oggi a disposizione e le prove evidenti di come usano i loro telefoni"

 

Una piattaforma costruita per l’era dello smartphone

"Nel 2007, abbiamo deciso di offrire Android gratuitamente a produttori di telefoni e operatori di rete. Naturalmente sviluppare Android ha un costo e Google ha investito miliardi di dollari nell'ultimo decennio per fare di Android quello che è oggi. Questo investimento per noi ha un senso perché possiamo offrire ai produttori di telefoni l’opzione di precaricare una suite di app Google popolari (come Search, Chrome, Play, Maps e Gmail), alcune delle quali generano entrate per noi, ma che tutte insieme assicurano che il telefono sia completamente funzionante non appena le persone lo tolgono dalla scatola dopo averlo acquistato. I produttori di telefoni non sono obbligati ad includere i nostri servizi e inoltre sono anche liberi di preinstallare altre app concorrenti, insieme alle nostre. Questo significa che noi guadagniamo qualcosa solo se le nostre app sono installate e se le persone scelgono di utilizzare le nostre app anziché quelle concorrenti"


 

Vantaggi per i partner, vantaggi per i consumatori

"La distribuzione gratuita della piattaforma Android, e della suite di applicazioni di Google, non solo è efficiente per i produttori di telefoni e per gli operatori, ma rappresenta anche un grande vantaggio per gli sviluppatori e i consumatori. Se i produttori di telefoni e gli operatori di rete mobile non potessero includere le nostre app sull’ampia gamma dei loro dispositivi, questo avrebbe un impatto sulla sostenibilità dell’ecosistema Android. Sino ad ora, il modello di business di Android ci ha permesso di non far pagare ai produttori di telefoni a nostra tecnologia e di non dipendere da un modello di distribuzione strettamente controllato.

Abbiamo sempre detto che con il crescere delle dimensioni, crescono le responsabilità. È nell’interesse di tutti che l’ecosistema di Android sia prospero e in salute e abbiamo dimostrato la nostra volontà di apportare dei cambiamenti. Tuttavia, siamo preoccupati che la decisione di oggi possa alterare il delicato equilibrio che abbiamo creato per Android, e che questo rappresenti un segnale allarmante in favore dei sistemi proprietari e a svantaggio delle piattaforme aperte.

Innovazione rapida, ampia scelta e prezzi più bassi sono le caratteristiche classiche di una forte concorrenza e Android le soddisfa tutte; la decisione di oggi rifiuta il modello di business che supporta Android. Android ha creato più scelta per tutti, non meno, e per questo abbiamo intenzione di fare appello".