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IAB Forum 2018. Formazione e nuove competenze per vincere la sfida dell'innovazione digitale

La trasformazione digitale porta con sé la necessità di nuove skill, che in Italia sono rare, dal momento che i giovani continuano a preferire i percorsi formativi di stampo umanistico a quelli scientifici. È uno dei concetti chiave emersi dalla tavola rotonda 'Istantanee: indotto economico e occupazionale in Italia e nuove competenze', andata in scena nella seconda giornata di IAB Forum.

L'Italia, rispetto ad altri Paesi, è ancora indietro in molti degli aspetti chiave della trasformazione digitale. “Questo obbliga il nostro Paese a una rincorsa, ma

Carlo Noseda, presidente Iab Italia

  dobbiamo stare attenti perché correndo si rischia di inciampare”. È il monito di Carlo Noseda, Presidente di IAB Italia, intervenuto alla tavola rotonda 'Istantanee: indotto economico e occupazionale in Italia e nuove competenze', andata in scena nella seconda giornata di IAB Forum.

“Per cavalcare il cambiamento abbiamo bisogno di nuove competenze e in questo contesto la formazione ha un ruolo fondamentale – ha detto Noseda - . Le Università, ma anche le aziende, devono impegnarsi su questo fronte. Anche IAB Italia dà il proprio contributo. Dobbiamo tenere presente inoltre che quando parliamo di diversity si tratta di un concetto che fa riferimento al fatto di coinvolgere al tavolo del confronto una pluralità di voci. È dall'unione di punti di vista diversi e competenze differenti che possono nascere delle soluzioni davvero efficaci”.

SandroDePoli

 Sandro De Poli, Ceo di General Electrics, ha raccontato come la digitalizzazione sia arrivata nella sua azienda 4-5 anni fa, con ottimi riscontri. “Le opportunità da cogliere sono molte – ha detto De Poli - , credo sia anche importante fare in modo che le vecchie generazioni non ostacolino l'innovazione, dunque che nasca un confronto costruttivo tra i professionisti più giovani e gli altri dipendenti d'azienda”.

Massimo Beduschi, Chairman and Ceo di GroupM, ha posto l'attenzione su un problema squisitamente italiano.

Massimo Beduschi, Ceo GroupM

 Oggi le aziende hanno sempre più bisogno di profili di stampo scientifico m a l'Italia è tra gli ultimi posti in classifica per numero di laureati in STEM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), con una quota del 12%, ben sotto la media europea – ha dichiarato il manager - . Dunque c'è bisogno di iniziative di formazione in tal senso, che facciano comprendere il valore che può avere un percorso formativo in discipline scientifiche”.

Sul fronte della strada da percorrere per valorizzare la diversity, GroupM può già considerarsi piuttosto avanti. “Il 70% dei dipendenti sono donne, ma il 90% di loro ha ruolo manageriali di basso livello – ha spiegato Beduschi -. Il nostro obiettivo sarà portare le donne che lavorano in azienda ad avere ruoli più importanti a livello dirigenziale”.

FabioFlorio

 Formazione è una delle parole d'ordine anche per Fabio Florio, Country Digitization Acceleration Leader International & Italy Cisco. “La formazione per Cisco si declina lungo due direttrici: i giovani e i clienti – ha spiegato il manager - . Grazie alla Cisco Networking Academy abbiamo formato in due anni 100mila studenti e l'88% di chi ottiene i nostri certificati trova lavoro nel giro di breve tempo. Molte le aree interessate dai nostri corsi, si va dalla cyber security all'IoT. Per quanto riguarda i clienti, in alcuni casi li affianchiamo per istruire il personale su determinate tematiche, in altre li aiutiamo a realizzare delle vere e proprie academy al loro interno”.

Se la formazione è indispensabile per plasmare i professionisti utili a rendere l'Italia un Paese innovativo, non è così facile trattenere nel nostro Paese i talenti.

“Dobbiamo offrire ai nostri giovani un orizzonte meritocratico oltre che scientificamente e tecnicamente interessante”, ha affermato De Poli.

Per Beduschi, bisogna impegnarsi ad attrarre i talenti della Generazione Z, che vivono una realtà ancora differente da quella dei Millennials. “GroupM è attenta ai giovani, tanto da lanciare un progetto di cross- fertilization rivolto a loro – ha dichiarato il manager - : mandiamo i nostri giovani a lavorare per un periodo nelle altre sedi in giro per il mondo e ospitiamo al contempo in Italia ragazzi stranieri. Un modo per creare un circolo virtuoso di scambio”.

“Il nostro Paese è ricco di eccellenze e l'eccellenza offre buone opportunità di crescita ai giovani”, ha ricordato Florio.

D'accordo Noseda, che tuttavia ha ricordato che “il primo passo per trattenere talenti sarebbe permettere alle aziende italiane di assumerli con serenità e di poter investire su di loro”.

Elisabett Ripa

 Per Elisabetta Ripa, Amministratore delegato di Open Fiber e membro dell'Advisory Board di IAB Italia, sono necessari anche cambiamenti importanti nel sistema educativo e didattico. “Open Fiber sta assumendo giovani per inserirli in percorso professionale di crescita basato sul digitale, ma non dobbiamo dimenticare il futuro sarà fatto da aziende leggere e dinamiche che andranno a cercare all'esterno volta per volta le competenze di cui avranno bisogno”, ha aggiunto la manager.

Ma, ammesso di riuscire a formare le giuste competenze, siamo sicuri che l'Italia abbia tutte le infrastrutture necessarie ad abilitare la rivoluzione digitale. Secondo Ripa, no. “Il nostro paese sta scontando un lungo ritardo relativamente alla disponibilità di infrastrutture, come ad esempio le reti ultrabroadband - ha spiegato la manager - . E' più che mai necessario investire in infrastrutture, altrimenti non riusciremo ad evolvere verso l'abilitazione dei servizi propri delle smart cities del futuro. Open Fiber si sta impegnando in tal senso e si è data l'obiettivo di recuperare il digital divide che ancora penalizza l'Italia entro cinque anni attraverso un piano di accelerazione ad hoc”.

Serena Piazzi