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#AssorelIncontri. Voto del 4 marzo: una campagna elettorale dai toni negativi, più marcati in tv e in radio. Fontana: “Non sono i social network a dettare l’agenda ai giornali”

Nell'ambito dell'incontro ‘Media vs. Social Media. Chi ha più influenzato il voto del 4 marzo?’ organizzato da Assorel in collaborazione con l'Ordine dei Giornalisti della Lombardia sono stati presentati i risultati studio comparato tra tv, radio, 15.000 siti web e i principali social media realizzato dall’Eco della Stampa sulle keyword rilevanti nella campagna elettorale. Nel suo intervento il direttore del Corriere della Sera si è detto certo che l’esito dell’ultima campagna elettorale italiana non sia stato determinato dal meccanismo dei bot o dalle fake news, ma da un voto molto consapevole.

Una campagna elettorale caratterizzata da toni negativi, molto più marcati in tv e in radio, rispetto ai giornali e social media, più moderati. È tra le principali evidenze dello studio comparato tra tv, radio, 15.000 siti web e i principali social media voluto da Assorel e realizzato dall’Eco della Stampa sulle keyword rilevanti nella campagna per le Elezioni del 4 marzo e presentato ieri, 20 marzo, nell’ambito di #AssorelIncontri dal tema ‘Media vs. Social Media. Chi ha più influenzato il voto del 4 marzo?’ organizzato in collaborazione con l'Ordine dei Giornalisti della Lombardia.

La comparazione tra i diversi mezzi ha riguardato il periodo dal 27 febbraio al 15 marzo selezionando ed analizzando articoli, post, trasmissioni che contenessero le parole chiave (banche, fake news, immigrazione, lavoro, tasse, sicurezza, Europa, religione, ideologie) relative ai temi “caldi” della campagna elettorale, incrociando ciascuna keyword con coppie di protagonisti/antagonisti.

Dopo l’apertura dei lavori da parte di Filomena Rosato, presidente di Assorel, Alessandro Cederle, direttore Divisione Media Monitoring e Analisi de L’Eco della Stampa, ha presentato la relazione sull’attività di media intelligence effettuata, da cui emerge un sentiment di toni negativi, con punte significative su temi divisivi quali l’immigrazione e le tasse, ma anche l’Europa, la religione e la sicurezza, trattati prevalentemente con accenti sfavorevoli.

La funzione informativa è ancora appannaggio dei media tradizionali in modo prevalente mentre per la formazione dell’opinione i social media svolgono un ruolo importante, soprattutto per i giovani, secondo la proiezione fatta da Pier Luca Santoro, DataMediaHub.

Ripercorrendo i punti salienti delle responsabilità da attribuire alla classe dirigente politica italiana, nel suo intervento Luciano Fontana, direttore del Corriere della Sera e autore del libro ‘Un Paese senza leader’ si è detto certo che l’esito dell’ultima campagna elettorale italiana non sia stato determinato dal meccanismo dei bot o dalle fake news, al contrario di quanto avvenuto in altri Paesi, ma da un voto molto consapevole e ha dichiarato: “Oggi contano ancora molto i media tradizionali. La nostra responsabilità è semmai stata quella di esserci accorti tardi della capacità dei 5 Stelle di servirsi dei social network. Tuttavia non sono i social media a dettare l’agenda ai giornali”.

 

A. Cederle   L. Fontana   A. Galimberti

 

Dichiarandosi certo della qualità del lavoro giornalistico, Alessandro Galimberti, presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia, ha espresso la sua preoccupazione per la capacità della rete – una ‘prateria selvaggia’ - di incidere sull’opinione pubblica in modo totalitaristico, affermando la necessità di ristabilire una parità di trattamento tra i grandi player della rete e il mondo dell’informazione per riequilibrare una ‘partita alterata’.  

“Le analisi e gli interventi dimostrano una volta di più – ha dichiarato Massimo Tafi, moderatore della serata e consigliere di Assorel – che la comunicazione è un inestricabile unicum di contenuto e di media: le elezioni sono state vinte non da chi ha avuto più spazio sui media o da chi ha messo in campo più follower, ma da chi ha saputo coniugare contenuto, canale e coinvolgimento”.