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Il futuro delle città, dell'Intelligenza Artificiale, dell'informazione e la relazione uomo-macchina protagonisti a 'La Giornata del Futuro' di Gruppo Roncaglia

Dall'evento organizzato a Roma da Gruppo Roncaglia, di cui ADC Group era media partner, che ha riunito top manager italiani, esponenti delle istituzioni e della cultura e un prestigioso panel di relatori, sono emersi insight rilevanti su come IoT e big data con le loro applicazioni porteranno benefici in diversi ambiti: energia, mobilità, processi produttivi e dinamiche di partecipazione civica. Venerdì 19 ottobre all'Ara Pacis riflettori puntati anche sul machine learning, che sarà un elemento chiave nel settore dell'informazione, della comunicazione e dell’automazione. IA emotive e coscienti rivoluzioneranno il quotidiano con la loro capacità di svolgere lavori e intrattenere delle vere relazioni, sia con gli esseri umani che fra di loro. L'informazione, infine, sarà un ecosistema dove convivono libertà e manipolazione, verità e finzione, controllo e anonimato, business e gratuità. La parola agli speaker: Carlo Ratti (architetto, docente al MIT), Enrica Filippi (esperta in machine learning e cloud computing), Ian Pearson (futurologo) e Daniele Chieffi (Head of Digital Communication AGI).

Gruppo Roncaglia ha riunito oggi, 19 ottobre, all’Auditorium dell’Ara Pacis a Roma,  top manager e imprenditori delle principali aziende italiane, ma anche esponenti del mondo delle istituzioni, dell'editoria e della cultura alla 'Giornata del Futuro', per offrire loro insight, stimoli, spunti e anticipazioni  sulle trasformazioni tecnologiche che stanno cambiando il nostro modo di vivere, di comunicare, di rapportarci ai prodotti e di informarci, dotando i manager degli strumenti per poter anticipare il futuro proprio attraverso l'innovazione,  un fattore competitivo determinante per tutte le imprese e per tutto il Paese. 

Paolo Roncaglia, Gruppo Roncaglia

“Quello che come azienda di comunicazione ci ha consentito di crescere in questi 40 anni è stata la capacità di unire insieme innovazione e creatività, identità italiana e orizzonte internazionale”, ha  sottolineato infatti Paolo Roncaglia (foto sopra), Presidente CdA del Gruppo Roncaglia. “Crediamo che questi siano punti di forza per tante altre imprese, che come noi credono in questo approccio”.

L'importante iniziativa patrocinata da Unindustria, UPA e ASSOCOM, di cui ADC Group è stata media partner, ha visto protagonisti quattro autorevoli speaker che sono intervenuti su quattro temi centrali per prefigurare gli scenari che ci attendono: del futuro delle città ha parlato Carlo Ratti, architetto,  ingegnere e direttore e docente al MIT; sul futuro dell’intelligenza artificiale è intervenuta Enrica Filippi, esperta in machine learning e cloud computing e da anni ingegnere in Silicon Valley; il futurologo, matematico e fisico Ian Pearson ha affrontato la relazione uomo macchina mentre Daniele Chieffi, Head of Digital Communication di AGI, ha approfondito il tema del futuro dell’informazione. Luca De Biase, fondatore di Nova 24, ha coordinato i lavori.

Relatori Giornata del Futuro

Entriamo nel dettaglio degli interventi e degli argomenti trattati. 

Carlo Ratti ha sottolineato come i modi in cui oggi viviamo, lavoriamo e interagiamo sono molto diversi rispetto a quelli di pochi decenni fa, in buona parte per gli effetti di un network interconnesso che oggi abbraccia la maggioranza della popolazione del pianeta. In modo simile, oggi siamo agli inizi di una nuova rivoluzione tecnologica: Internet sta entrando nello spazio fisico  e si sta trasformando nel cosiddetto “Internet of Things”, l’Internet delle cose. Come tale, sta aprendo la porta a una varietà di applicazioni che - in modo simile a quanto successo con la prima ondata del Web - possono andare a toccare diversi ambiti: dall’energia alla mobilità, dai processi produttivi alle dinamiche di partecipazione civica. Il MIT Senseable City Lab, diretto da Ratti, si occupa proprio di studiare e anticipare il modo in cui le tecnologie digitali modificheranno concretamente le vite umane utilizzando il cradle to cradle model secondo il quale anche i processi produttivi devono preservare i cicli biologici della natura. In questo senso i big data saranno sempre più utili alla conoscenza ma soprattutto contribuiranno a modificare i comportamenti quotidiani delle persone, come dimostra l’esperimento di mappatura dei rifiuti realizzato dal MIT in cui, grazie all’analisi dei dati GPS forniti dai chip applicati a un campione di 3000 rifiuti negli USA, si è studiato per la prima volta il fenomeno crescente della spazzatura digitale e il suo impatto come fenomeno sempre più globale. Un fenomeno ancor più rilevante considerando il fatto che, come sottolineato da Ratti,  nel 2030, nelle città, a dispetto di quanto veniva profetizzato negli anni '90, vivranno ben 5 miliardi di persone. 

“Costruire un futuro senza machine intelligence divide” è stato il tema al centro dell’intervento dell'ingegnere della Silicon Valley Enrica Filippi, che ha illustrato come, entro pochi anni, il machine learning sarà un elemento integrante della maggior parte dei prodotti nel settore dell'informazione, della comunicazione e dell’automazione. Con la maturazione degli algoritmi e delle piattaforme hardware e software, questa tecnologia diventerà presto accessibile a tutti, in ogni parte del mondo, aumentando efficienza e produttività senza richiedere grandi investimenti in know-how e infrastrutture.  Del resto, ha sottolineato Filippi, la quarta rivoluzione industriale, quella dei software e dell'AI, è qualcosa che funziona e consente di ottimizzare risorse, risparmiando tempo e fatica.  

L’Intelligenza Artificiale è una grandissima opportunità soprattutto in seguito alla “democratizzazione” dei tre fattori che hanno portato alla sua diffusione: i dati, che si sono moltiplicati in seguito all’esplosione del web come piazza pubblica, gli algoritmi, con lo sviluppo del modello open source e le infrastrutture, grazie al boom dei servizi cloud.

Nei prossimi anni il ruolo dei software engineer e dei data analyst, il cosiddetto capitale umano, sarà fondamentale nello sviluppo del machine learning. Per non farsi sopraffare dall' AI, tuttavia,  è necessario investire in educazione Stem (science, technology, engineering and math), abbracciare in maniera convinta la digital trasformation, massimizzando  l’utilizzo del modello open source, evitando tuttavia che barriere culturali ed educative nell'accesso al machine intelligence generino nuove forme di digital divide. 

“Il futuro della relazione Uomo-macchina”  è stato  prefigurato nell’intervento del Futurologo, matematico e fisico Ian Pearson, che ha esplorato un quotidiano radicalmente trasformato da IA emotive e coscienti che entro il 2050 vivranno accanto agli umani in forma di androide e che, oltre a svolgere molti lavori, sapranno anche intrattenere delle vere relazioni, sia con gli esseri umani che fra di loro.

Per questo il fattore umano avrà sempre maggiore importanza e il modello di misurazione prevalente non sarà più l’IQ (Intelligent Quotient) ma l’EQ ovvero l’Emotional Quotient.

Le macchine diventeranno un vero e proprio oggetto del desiderio, poichè saranno in grado di soddisfare qualsiasi tipo di richiesta. Ma tale rivoluzione comporterà anche una serie di problematiche inedite per la nuova specie umana all’orizzonte, 'l’homo whateverus', il cui corpo già oggi è una vera e propria piattaforma IT capace di produrre una quantità strabiliante di dati.

E mentre la biotecnologia progredisce in parallelo, le persone saranno in grado di estendere la propria presenza nel cyberspazio e usare corpi di androidi per bypassare la morte, o condividere i sensi, le menti e persino i corpi con altre persone. Questa tecnologia offre enormi vantaggi ma anche grandi rischi, soprattutto dal momento che i militari ne saranno probabilmente i principali utenti. Avremo quindi bisogno di politiche di alto profilo, che possano orientare il percorso migliore.

“L’informazione e il triceratopo di Spielberg”, l’intervento di Daniele Chieffi, Responsabile della comunicazione digitale e della Content Factory di AGI, Agenzia Giornalistica Italia, ha descritto un ecosistema contemporaneamente disintermediato e mediatico, dove l’informazione è allo stesso tempo un fenomeno sociale e un prodotto industrializzato, governato dalla percezione, come nella famosa Coppa di Rubinn, anche online, infatti, e in particolare sui social, l’utente è portato a dare significato solo a ciò che vede senza considerare l’ambiente circostante, il contesto). La realtà percepita si contrappone sempre più spesso alla realtà fattuale in un circolo vizioso che ha portato al boom delle fake news.

Il sistema delle informazioni è infatti regolato da nuovi soggetti, dove coesistono libertà e manipolazione, verità e finzione, controllo e anonimato, business e gratuità. Il futuro dell’informazione è scritto in queste contraddizioni, nella sintesi che ne scaturirà e nella capacità di risolverle positivamente. 

Ecco perchè si impone una priorità,  la costruzione della consapevolezza, che da un lato significa educazione alla responsabilità digitale (soprattutto delle nuove generazioni) dall’altro ri-costruzione della reputazione e dell’autorevolezza del giornalismo che è ai minimi storici.

Quello odierno con 'il futuro' è stato il primo appuntamento di una serie di incontri di cui presto avremo notizie. 

A fronte del successo di partecipazione a questa prima edizione, infatti, la “Giornata del Futuro” intende divenire un appuntamento annuale che vedrà già nei prossimi mesi, degli incontri di approfondimento dedicati alle specifiche tematiche dell’innovazione.

La registrazione integrale dei lavori della “Giornata del Futuro” sarà a breve pubblicata sul canale Youtube del Gruppo Roncaglia