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Reinventing 2021. “La creatività salverà il mondo dall’indifferenza”: le più belle campagne non profit raccontate da Siani (Serviceplan), Bozza (Grey), Tagliaferri (AC). L’analisi delle case history che hanno rimodellato le regole comunicative del purpose

All’interno dell’appuntamento dedicato alle innovazioni e allo sviluppo del Fundraising, della Comunicazione Sociale, della Responsabilità Sociale di Impresa, si è svolta la tavola rotonda moderata da Salvatore Sagone, presidente ADC Group, che ha visto i tre noti professionisti analizzare interessanti campagne come quelle di Ikea “The Room”, “Most Shocking Second a Day Video” di Save The Children; DearFutureMom” di CoorDown.

Oltre a Salvatore Sagone (Giornalista e Chairman ADG Group), in veste di moderatore dell’evento, Stefania Siani (CEO&CCO Serviceplan Italia), Francesco Bozza (VP e Chief Creative Officer Grey) e Michelangelo Tagliaferri (Fondatore Accademia di Comunicazione), in qualità di relatori, sono stati i protagonisti, lo scorso venerdì 8 ottobre, della tavola rotonda intitolata "La creatività salverà il mondo dall’indifferenza”. Le più belle campagne di comunicazione raccontate da chi le fa, andata in scena nella cornice di Reinventing 2021, l’appuntamento dedicato alle innovazioni e allo sviluppo del Fundraising, della Comunicazione Sociale, della Responsabilità Sociale di Impresa.

Come spiegato da Salvatore Sagone, l’evento è stato un viaggio attraverso la comunicazione che cerca di cambiare l’attitudine delle persone e di esprimere il purpose, la mission in termini di sostenibilità e di impegno nei confronti dell’ambiente, delle persone e del contesto sociale in cui le aziende operano.

Stefania Siani

Due i filoni delle case history raccontate: Stefania Siani (nella foto sopra), ha parlato di grandi aziende che mettono a disposizione le proprie risorse per sostenere associazioni non profit con valori simili o condivisi. Francesco Bozza ha proposto esempi di grandi idee che hanno generato risultati e con budget molto contenuti.

Stefania Siani ha raccontato innanzitutto la campagna Ikea “The Room”,  spiegando: “Questa Clip ha vinto il premio Equal, fondato dall’Art Directors Club ormai 4 anni fa e diventato punto di riferimento per mappare tutti i lavori di quelle aziende e agenzie che sono in prima linea per l’evoluzione dei codici della rappresentazione pubblicitaria, in questo caso rispetto al tema del gender gap. Questo progetto racconta la volontà di Ikea di dedicare all’interno dei negozi della catena un’installazione interattiva, punta dell’iceberg dell’impegno del brand contro la violenza sulle donne riassunto dal claim “There is no room for violence”. Il Progetto ha supportato la non profit Telefono Donna, rivolto alle donne che cercano un rifugio dove sentirsi al sicuro. Queste iniziative evidenziano  l’importanza dell’individuazione di sinergie valoriali con le grandi aziende per vincere insieme”.

Michelangelo Tagliaferri (Fondatore Accademia di Comunicazione), a proposito della campagna, parla dell'importanza del nido familiare, luogo di protezione, e dell'impegno di Ikea in questo senso, nel garantire a un buon prezzo i mobili per arredare il proprio "nido". Per non parlare dell'impegno del brand contro la violenza sulle donne e, di conseguenza, contro la supremazia maschile tra le mura domestiche. 

Siani ha poi raccontato il progetto Most Shocking Second a Day Video”, il progetto di Save The Children realizzato in Inghilterra, “pensato per riflettere sull’indifferenza che stiamo maturando sulle maggiori questioni umanitarie, come ad esempio le condizioni dei bambini siriani” ha sottolineato il Ceo e COO di Serviceplan Italia. “Questo spot,con un meccanismo creativo semplice, ha creato un effetto impressionante sull’opinione pubblica, sensibilizzandola sull'incapacità di identificarsi in ciò che accade in un’altra geografia, fatta rivivere in maniera distopica all’interno della vita di una bambina inglese da uno spot che ha il potere di ricreare una connessione emotiva”.

Il terzo progetto spiegato da Stefania Siani è “DearFutureMom”, un'iniziativa che, come spiega la CEO, “ha segnato un benchmark in Italia e ottenuto numerosi riconoscimenti. È stato uno dei pochi progetti italiani in grado di affermarsi oltre ogni confine. E' un progetto di Coordown che ha dato la parola ai ragazzi che fanno parte dell’associazione, spingendoli a scrivere una lettera alle future mamme, e che si sofferma sul gap culturale che porta alla non accettazione della convivenza con una disabilità o con una malattia”.

Siani spiega di come sempre di più i grandi brand investono risorse pubblicitarie per finalità utili: "Un esempio di questo approccio delle aziende oggi è la campagna Back to the Bars realizzata da Heineken durante il lockdown, che porta l’attenzione su come le risorse pubblicitarie potrebbero essere reindirizzate attraverso modalità creative che consentano di trasformare le associazioni, le cause sociali e i valori come nuovo media da supportare con i budget che in genere sono dedicati ai messaggi pubblicitari,  aprendo così la possibilità di veicolare valori”.

La quarta e ultima case history raccontata da Siani è uno spot di Apple, che fa trasparire alcuni meccanismi discordanti tra scopi commerciali e sostenibilità.

Francesco Bozza, CCO FCB Milan

Francesco Bozza (VP e Chief Creative Officer Grey, nella foto) ha esordito: “Parlerò di grandi idee a costi molto contenuti, il sacro graal di noi creativi. Una di queste è contenuta nella case History di Water for Africa. Non sempre si riesce a raggiungere un livello così elevato quando si realizzano campagne, ci vuole coraggio per approvare un contenuto come questo, che da un lato interessa le persone, dall'altro diventa un key visual, un simbolo, insomma. In casi come questo è una scommessa quella che si fa con la creatività”.

La seconda case history che Bozza ha portato all’attenzione degli spettatori è MANBOOBS4BOOBS, un progetto argentino per la prevenzione dei tumori al seno. Una campagna creativa che ha lavorato sulla possibilità di ’aggirare una proibizione' (l'algoritmo di Facebook ammette il petto nudo maschile ma non ammette il capezzolo femminile) attraverso un gioco simbolico.

Bozza ha poi  citato “The Hidden Flag”. uno spot sull’attivistmo LGBT. “Un’iniziativa semplice ma trasgressiva, che racconta come un gruppo di ragazzi riesca a oltrepassare le leggi russe contro l’omosessualità in modo creativo ed ironico, attraverso l’uso di un progetto artistico e del simbolo. Un progetto mirato a creare la fotonotizia, facilitatrice della trasmissione e diffusione del messaggio”.

La quarta case history raccontata dal manager e creativo Bozza è una notizia, non uno spot: “l’operazione di naming di WWF, l’invenzione di un nome dopo aver scoperto il primo essere vivente con un’endemica presenza di plastica nel suo microscopico esofago. Il potenziale di questa iniziativa era dare un nome a questo essere e chiamarlo ‘Eurythenes Plasticus’. Un messaggio che, grazie alla sua potenza, è stato veicolato su tutti i giornali e telegiornali”.

Come ultima creatività modello, Bozza ha proposto l’idea della Zecca nazionale australiana e del Governo del Paese che per ovviare ai problemi generati dalla digitalizzazione e dai pagementi contactless alle piccole associazioni,  ha inventato il “Donation Dollar”.

A chiudere la tavola rotonda una domanda fondamentale posta dal VP e CCO di Grey:  “La creatività può salvare il mondo?". Ecco la risposta condivisa dai relatori: "Sì, se facciamo progetti di questo tipo”.