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Upa. Bonomi: "La pubblicità, come l'arte, deve essere geniale, genuina e anche un po' stupida"

Secondo lo storico dell'arte Francesco Bonomi, intervenuto durante il pomeriggio dell'evento Upa, la comunicazione deve recuperare alcuni importanti aspetti che ha perso, ispirandosi ad esempi dell'arte.

L'arte è stato un elemento molto presente nella presentazione di Lorenzo Sassoli de Bianchi all'evento Upa di mercoledì 3 luglio, che è stato ripreso dal primo relatore del pomeriggio, lo storico dell'arte Francesco Bonomi. Ad arricchire la sua presentazione molte immagini esplicative dei concetti da lui esposti.

“L'arte e la pubblicità dovranno sapere mescolare tuti i volti della realtà mista in cui viviamo, la 'mixed reality' - ha esordito -. In particolare, si deve recuperare l'elemento della stupidità, ancora molto presente nell'arte. Ma nel mondo della comunicazione in Italia è molto difficile riuscirci: nel passato ho provato a portare l'arte a un pubblico più vasto in tv con dei comici, ma c'era molto paura di sembrare stupidi. Questo è il motivo per cui è difficile oggi produrre in tv nuovi programmi e nuove idee”.

Un altro concetto su cui si è soffermato Bonomi è quello inglese di 'ingenuity'. “Non è ingenuità ma intelligenza inventiva, voglia di innovare, un misto fra genialità e genuinità, che può produrre cose eccelse. Come il teschio di diamanti di Damien Hirst o gli artisti di strada che sembrano sospesi in aria, e suscitano ogni volta ammirazione e stupore. “perché l'arte e la pubblicità funzionano quando non ci fa domande su come è fatta”, commenta.

 

Ilaria Myr