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1996-2016. Enfants Terribles compie vent'anni sotto il segno dell'evoluzione

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E i primi venti sono andati. Stiamo parlando degli anni compiuti da Enfants Terribles, agenzia indipendente che taglia questo importante traguardo fiera di avercela fatta a superare e sopravvivere ai profondi cambiamenti che il mondo della comunicazione ha imposto agli attori della filiera.

Ai nostri microfoni i partner e direttori creativi di Enfants Terribles Riccardo Quartesan e Mizio Ratti ci hanno raccontato l'evoluzione che li ha portati oggi ad essere un’agenzia di comunicazione che conta quindici dipendenti e un fatturato annuo di un milione e mezzo di euro e un bilancio in utile. Tra i principali clienti: Procter&Gamble, Deutsche Bank, illy, Edison.

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Passi da gigante quelli fatti dai due freelance (Ratti e Quartesan) che dentro le agenzie di pubblicità erano conosciuti come “i ragazzi” e che nel 1996 aprirono Enfants Terribles.“Chiama i ragazzi” era il consiglio che si sentiva sussurrare nei corridoi d’agenzia quando i progress tracimavano oppure quando c’erano da sviluppare campagne particolarmente complesse.

Alla fine degli anni novanta “Chiama i ragazzi” era diventato così popolare che gli Enfants Terribles produssero cartoni da pizza per consegnare i layout ed evadere tutto il lavoro che avevano.

Erano gli anni in cui gli Enfants Terribles si rappresentavano con strisce e fumetti. Fino al 1999 il lavoro crebbe in maniera esponenziale, tanto che “i ragazzi” furono costretti ad assumere altri “ragazzi”. Da allora cominciarono a definirsi “il primo gruppo creativo indipendente”. Dopo il 2001 le cose cambiarono, anche grazie a una buona dose di fortuna, ci ha confessato Ratti.

Swatch assegnò loro il budget in attesa di definire la scelta di un’agenzia internazionale. Da qui la scelta di smettere di produrre creatività in outsourcing per le migliori agenzie pubblicitarie italiane e iniziare a lavorare direttamente per i clienti. Fu così che nel giro di un paio d’anni riuscirono a cambiare tutti i loro clienti: se nel 1999 il fatturato di Enfants Terribles aveva un rapporto di 80/20 tra lavori per le agenzie e lavori per le aziende, nel 2001 questo rapporto si era totalmente ribaltato. Avevano smesso di essere fornitori di creatività ed erano diventati produttori diretti di idee.

Tanto diretti che realizzarono uno zerbino con la scritta account e si definirono “la prima agenzia senza account”.

Nel 2004 sentirono l’urgenza di dare più solidità alle loro idee e fecero entrare in società lo strategic planner Valerio Franco. Quelli furono anche gli anni in cui l'agenzia iniziò a produrre comunicazione non convenzionale. Primi in Italia a realizzare un ambient e a organizzare un flashmob, gli 'Enfants Terribles' furono anche i primi a lanciare uno stunt, così come a ideare in Italia un viral che fece il giro del mondo.

Ma soffermiamoci un momento sul viral. In questa disciplina il loro successo fu talmente grande e repentino che lanciarono un secondo brand: ebolaindustries, che da sito che raccoglieva i migliori viral al mondo è divenuta la rappresentante italiana di GoViral per il seeding, per poi trasformarsi in un’agenzia creativa che ha ideato e prodotto viral per le più grandi multinazionali.

Oggi è stata convertita in un’app che raccoglie le migliori case histories di comunicazione e che è possibile scaricare sia iTunes Store sia su Google Play. Si chiama ebolaind.

Dopo tanti anni di anarchia creativa, a partire dal 2010 Enfants Terribles iniziò a strutturarsi per affrontare i cambiamenti che i tempi e i loro nuovi clienti esigevano, aprendo le porte ai project manager.

Il 2015 è stato infine l'anno dell’ultima sfida della sigla. Risale infatti allo scorso anno il lancio della digital agency, Hallelujah, per affrontare le sfide di comunicazione del futuro (leggi news e guarda la videointervista).

Hallelujah è finanziata da Enfants Terribles e da due banche: Unicredit e Deutsche Bank. Ha un capitale sociale di 100.000 euro, interamente versato, e un business plan da quasi un milione di euro in 3 anni.

E siamo arrivati al 2016. Oggi l'agenzia festeggia i vent’anni in cui ha vinto più di 50 pitch creativi e ha lavorato per più di 100 clienti: Aci, Adidas, Aia, Atlas Copco, Audi, Avio, AZ, Baci Perugina, Bain, Banca Profilo, BancoPosta, Barilla, Bassetti, Bastard, Berlucchi, Bialetti, Bistefani, Blue Bay, Bosch elettrodomestici, Buondì, Café Voyage, Caffè Hag, Calvin Klein, Chinò, Ciocorì, Clear Blue, Compaq, Compass, Deborah, Deutsche Bank, Digital Computer, Emporio Armani Watches, Federazione Italiana Alzheimer, Fina, Finanza & Futuro Banca, Folletto Vorwerk, Fossil, Garelli, Gillette, Girella, Goodyear, Hamilton, Herbal Essence, Ikea, illy, Il Giornale, Infojobs, Issimo, Junior Tv, Kellog’s, Lurisia, Magnesia Bisurata Aromatic, Mastrotech, Match Point, Medimax, Metamucil, Microsoft, Mido, Mila, Missoni, Momo, MTech, Nastro Azzurro, Nike, Nokia, Oral-B, Oxydo, Panasonic, Pantene, Peroni, Prestitempo, Pringles, Procter&Gamble, Pupa, Ringo, RoC, RTL 102.5, Safilo, San Carlo, Schroeders, Scoparello, Sky, Sisal, Seiko, Sony, Star, Swatch, Siemens elettrodomestici, Simmenthal, Stabilo, Tenderly, Tennent’s Super, Terme di S. Andrea, Tezenis, Tissot, Universal Music, Ventura Travel, Volkswagen, The Bridge, Universal Music, Veratour, Vibovit, Vicks, Vorwerk International, Wella, Winga, Zancan, Zodiac.

Un parco clienti di tutto rispetto, caratterizzato oggi da un'elevata fedeltà verso la sigla. "In un'epoca come questa dove le gare sono un disastro, avere clienti che danno continuità di lavoro grazie alla qualità della tua offerta è un grande vantaggio. Qualità che è poi lo strumento più valido oggi per fare new business. Con il casino che solitamente si sviluppa intorno alle gare, noi cerchiamo di farne il meno possibile" ha dichiarato Ratti.

"Siamo enormemente soddisfatti dei risultati raggiunti in questi vent'anni. Vent’anni che in quanto a ere di comunicazione equivalgono a due secoli. Da allora non esistono più i lettori u-matic per vedere le reel dei registi, non esistono più i lucidi per le presentazioni, non esistono più vecchi strumenti come la reprocamera, i trasferibili e la colla cow. Non esistono più supporti magnetici d’archiviazione come lo zip, il floppy disk e il cd-rom. Non esistono più le belle videocassette di Shots, non esistono più le macchine da presa 35 mm né tantomeno la pellicola. Non esistono più i reparti media interni, non esistono più software come Flash o Xpress, non esistono più agenzie che sembravano immortali. Ma gli Enfants Terribles esistono ancora" hanno ribadito Ratti e Quartesan.

Ed esisteranno finché saranno capaci di conservare la loro innata capacità di evolversi. Intanto, lanciando lo sguardo al futuro quale il prossimo passo? Per Ratti non ci sono dubbi: "continuare a lavorare bene con l'ambizione magari di tornare a fare creatività con la C maiuscola, come avveniva prima della crisi, che ha un po' tagliato le gambe a tutti (budget e agenzie). Negli ultimi otto-nove anni c'è stato un decadimento della qualità creativa, perché le agenzie che sono riuscite a sopravvivere hanno dovuto frenare sulla creatività per fare quadrare i conti".

E dulcis in fundo, il creativo ci ha rivelato che "il sogno sarebbe quello di andare ad esprimere il nostro potenziale anche fuori dall'Italia, avendo già ampiamente dimostrato nel nostro Paese di avercela fatta".

Maria Ferrucci