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ReteCoM ribadisce il no all'ingresso dei contributi dei comunicatori in INPGI. Cornelli: "Fondamentali tavoli di confronto tra Governo, parti sociali e associazioni di categoria per risolvere la questione"

Come confermato di recente anche da fonti governative, il disavanzo finanziario dell’INPGI non può essere risanato con l’allargamento della base contributiva ad altri soggetti professionali. Questa, da sempre, la posizione della la Rete delle Associazioni per la Comunicazione e il Management che, come spiega ad ADVexpress Andrea Cornelli, vp UNA, chiede di poter aprire tavoli di confronto con tutti gli attori del mondo del giornalismo e della comunicazione.

ReteCoM, la Rete delle Associazioni per la Comunicazione e il Management, cui aderiscono CIDA, CONFASSOCIAZIONI, ASCAI, COM&TEC, FERPI, IAA, UNA e Manageritalia, ha appreso di un recente incontro tra il Consiglio di Amministrazione dell’INPGI e alcuni rappresentanti del Governo in merito al salvataggio dell’Istituto di previdenza dei giornalisti a causa del suo grave squilibrio previdenziale.

Durante questo incontro è emerso l’orientamento - che ReteCoM ha sempre sostenuto - dell’inutilità  della migrazione contributiva di migliaia di Comunicatori dall’INPS all’INPGI. ReteCoM fin dall’inizio ha infatti sottolineato che mai avrebbe accettato di avallare una deportazione contributiva che avrebbe forse rinviato il problema, impedendo il commissariamento dell’Istituto, ma lasciato al futuro previdenziale incerto i comunicatori subentrati e i giornalisti presenti.  

E' stato dimostrato - ora anche da fonti governative - che lallargamento della platea contributiva con l’ingresso forzato di altre categorie professionali, per esempio i comunicatori pubblici i cui contributi ammonterebbero a poco più di cinquanta milioni di euro l'anno, era e resta insufficiente a salvare le pensioni dei giornalisti e non sarebbe comunque in grado di coprire gli altri 200 milioni annui necessari a portare l’INPGI definitivamente fuori dalla situazione drammatica in cui si trova.

ReteCoM è, dunque ancora più convinta di aver avuto ragione. Per questo, come ribadisce in una nota e come spiega ad ADVexpress Andrea Cornelli (nella foto), vp UNA: "ha più volte espresso contrarietà , motivandola e supportandola con dati e analisi, a qualsiasi operazione legislativa di natura puramente contabile e non risolutiva che provocherebbe effetti profondamente negativi in termini di orizzonte pensionistico oltre che ai nostri professionisti della comunicazione anche alle gestioni dell’INPS",  che si vedrebbero sottrarre ulteriori risorse contributive da destinare ad una cassa previdenziale gestita in forma privata.

ReteCoM, quindi "conferma la solidarietà a giornalisti e auspica che si trovi al più presto una soluzione per risolvere una volta per tutte la questione previdenziale degli iscritti all’INPGI".

Inoltre, dopo essere venuta a conoscenza dell'incontro del Governo, lo scorso 9 dicembre, tra il Consiglio di Amministrazione dell’INPGI e alcuni rappresentanti del Governo, chiede nuovamente di " essere coinvolta in confronti e decisioni riguardanti i comunicatori per ribadire, ancora una volta, la posizione delle Associazioni che riunisce, confidando di non dover ricevere più solo da fonti giornalistiche notizie sul futuro dei professionisti della Comunicazione".

 

Maurizio Incletolli - Presidente ASCAI, Associazione per lo Sviluppo della Comunicazione Aziendale

Mario Mantovani - Presidente CIDA, Confederazione Italiana Dirigenti e Alte Professionalità 

Tiziana Sicilia - Presidente COM&TEC, Associazione Italiana per la Comunicazione Tecnica

Angelo Deiana - Presidente CONFASSOCIAZIONI, Confederazione Associazioni Professionali

Rita Palumbo - Segretario Generale FERPIFederazione Relazioni Pubbliche Italiana

Alberto Dal Sasso - Presidente IAA Italy ChapterInternational Advertising Association

Andrea Cornelli - Vicepresidente UNA, Aziende della Comunicazione Unite