Pier Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri
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Mediaset. Confalonieri: "Allo studio il progetto di un broadcaster europeo". Berlusconi: "Speriamo di chiudere il semestre con raccolta in pareggio". Approvato il bilancio 2018 con utile netto a 471,3 mln. Vivendi esclusa dal diritto di voto

Il presidente di Mediaset, all'assemblea degli azionisti del Gruppo, ha dichiarato: "Quello che ieri era considerato un tabù, ossia la creazione di un broadcaster paneuropeo, oggi è un progetto allo studio dei vertici dei principali broadcaster europei sia pure ancora con modalità diverse". Intanto prosegue il contenzioso tra il Gruppo di Cologno e Vivendi: i rappresentanti del gruppo francese, infatti, non sono stati ammessi al voto dal Cda di Mediaset che si è svolto prima dell’assemblea. 'E'illegale' è stata la risposta dei francesi.

“Quello che ieri era considerato un tabù, cioè la creazione di un broadcaster paneuropeo, oggi è un progetto allo studio dei vertici dei principali broadcaster europei, sia pure sotto forme e modalità diverse”. Lo ha dichiarato il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, all’assemblea degli azionisti del gruppo televisivo a Cologno Monzese, a proposito del progetto di alleanza che potrebbe coinvolgere, oltre a Mediaset Espana , la tedesca Prosieben con forse Tf1 e Channel 4.

"Se entrassimo in una logica sovranazionale, che peraltro in parte sperimentiamo con successo da anni con Telecinco", ha proseguito, "lo faremmo con grande determinazione. Insomma con un progetto industriale vero, convincente e non avventurista, cioè nello stile di lavoro più nostro". Il presidente di Mediaset , come rirporta Milano Finanza, ha però evidenziato anche le difficoltà nel realizzare tale progetto che naturalmente coinvolge tutto il sistema: "non solo una singola impresa, ma anche gli interlocutori politici e istituzionali".

Un nuova aggregazione europea "nasce se sono state create le condizioni perché un campione nazionale possa crescere e trasformarsi in un campione europeo" ha spiegato. 

Secondo il presidente Mediaset: "occorre rivedere le convinzioni giuridiche alla base del fitto reticolo delle leggi che ostacolano ex ante la creazione di grandi complessi industriali ed ex post le decisioni delle autorità Antitrust nazionali che sono tutte all'insegna del piccolo è buono". Peraltro, "il livello di intervento dell'Antitrust non può che essere continentale: siamo alle prese con fenomeni giganteschi, pensiamo a Facebook  che acquisisce Whatsapp e Instagram, e creano aggregazioni di dati di miliardi di utenti", ha osservato. “Tutelare la concorrenza non è più controllare con il bilancino la dimensioni delle imprese, ma dovrebbe sempre più riguardare i comportamenti concorrenziali delle imprese”, ha sottolineato poi Confalonieri.

Sul tema è intervenuto anche Pier Silvio Berlusconi, amministratore delegato di Mediaset, come riporta anche Primaonline.  “Ci sono tante possibilità, è tutto da costruire:  l’importante è che stia in piedi dal punto di vista industriale”, ha spiegato sull’ipotesi che l’alleanza internazionale che si sta studiando con gli altri broadcaster europei possa avvenire anche sul piano azionario. “Come farla e con chi non siamo in grado di dirlo, stiamo lavorando per trovare una quadra industriale”, ha spiegato Berlusconi. 

Riguardo alla raccolta pubblicitaria e agli ascolti nell’attuale stagione tv, Berlusconi ha affermato“L’inizio è stato faticoso, ma ora le cose sono sotto controllo e siamo sopra gli obiettivi”. “Nelle ultime settimane con Canale 5 abbiamo superato Rai Uno nelle 24 ore nel totale dell’ascolto del pubblico".

“Tolto il perimetro del calcio, speriamo di chiudere il primo semestre di raccolta pubblicitaria in pari". Sul mercato, ha osservato l'AD, influiscono l'attuale situazione politico-economica e il prossimo voto europeo.

 

APPROVATO IL BILANCIO 2018

Oggi il CdA di Mediaset ha approvato anche il bilancio. Nell'esercizio 2018 sono stati registrati ricavi consolidati netti pari a 3.401,5 milioni di euro (3.550,1 milioni di euro nell'esercizio 2017) con un risultato netto di Gruppo in forte crescita a 471,3 milioni di euro rispetto ai 90,5 milioni del 2017.

L'Assemblea degli Azionisti ha deliberato di riportare l'utile di Mediaset SpA a nuovo accogliendo la proposta del Consiglio di Amministrazione che intende con questa scelta rendere ancora più solida la struttura patrimoniale e finanziaria del Gruppo, nonché avere le risorse adeguate per cogliere tutte le opportunità di mercato in ambito internazionale.

Qualora fosse necessario, il Consiglio di Amministrazione si riserva la facoltà di esaminare nuovamente la decisione nella riunione consiliare già fissata per il 25 luglio 2019. In caso il Consiglio di Amministrazione valutasse in quella sede l'opportunità di distribuire dividenti attingendo alle risorse disponibili, sottoporrà la proposta a un'eventuale nuova Assemblea degli azionisti.

 

VIVENDI FUORI DAL VOTO. La risposta dei francesi: 'E' illegale'.

Prosegue lo scontro Mediaset-Vivendi avviato nel 2016 dopo il mancato rispetto del contratto su Premium da parte dei francesi giunti sotto la soglia del 30% nel capitale del gruppo. L’assemblea di Mediaset ha approvato a larghissima maggioranza l’introduzione del ‘voto maggiorato’ in statuto, che varrà dalla prossima assise e di fatto ‘blinda’ ulteriormente il controllo di Fininvest sul gruppo televisivo. A favore ha votato il 93,5% dei presenti pari al 47,1% del capitale sociale. Contrario il 6,4% dei presenti pari al 3,2% del capitale. Escluse quindi dal voto sia Vivendi , che detiene il 9,61%, sia il suo fiduciario Simon, titolare del 19,19%. Il cda di Mediaset, riunitosi prima dei lavori assembleari, si è opposto alla richiesta di Vivendi e del suo fiduciario Simon di esercitare i diritti di voto inerenti alle proprie partecipazioni,in quanto il pacchetto di titoli sarebbe stato acquistato dai francesi in violazione delle norme sulla concentrazione del sistema radiotelevisivo e in violazione del contratto su Premium dell'aprile 2016. L'esclusione dal voto "va contro tutti i principi base della democrazia assembleare", ha replicato Vivendi in una nota stampa, riservandosi il diritto di impugnare la validità della delibera. "E' illegale e va contro gli interessi di Mediaset e in particolare contro gli interessi degli azionisti di minoranza".