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Vivendi vince in Spagna su Mediaset. Sospeso il progetto Mfe

In una nota il Gruppo dichiara che ripresenterà al più presto su nuove basi l’operazione MFE-MEDIAFOREUROPE finalizzata a definire un nuovo broadcaster paneuropeo.

Il tribunale di Madrid ha respinto la richiesta di Mediaset Spagna di revocare le misure provvisorie concordate dallo stesso organo giudiziario nell’ottobre scorso. Di conseguenza gli accordi approvati dall’assemblea dei soci per la fusione con la società controllante, Mediaset Italia rimangono sospesi.

La conferma della sospensione cautelare da parte del Tribunale di Madrid rappresenta un limite alla realizzazione del progetto Mediaforeurope che, come Mediaset, precisa il gruppo in una nota "ripresenterà al più presto su nuove basi”.

Il Tribunale Commerciale di Madrid n. 2 ha inoltre respinto una nuova causa intentata da Vivendi (titolare del 28,8% di Mediaset Italia) nel giugno scorso, che ha cercato di bloccare il processo di fusione.

Riportiamo di seguito il comunicato stampa del gruppo guidato dal VP e AD Pier Silvio Berlusconi.

La richiesta legale di Vivendi accolta oggi dal Tribunale di Madrid ha causato un grave danno a Mediaset, alla controllata spagnola Mediaset Espana, a tutti gli azionisti delle due società oltre che a tutto il sistema televisivo europeo.
Ma poiché la nascita di nuovo broadcaster paneuropeo è oggettivamente resa sempre più indispensabile dal nuovo scenario economico, Mediaset ripresenterà al più presto su nuove basi l’operazione MFE-MEDIAFOREUROPE.
D’altra parte, che il tentativo di Vivendi di bloccare la strada all’unione delle forze di importanti player tv internazionali fosse puramente strumentale è noto a tutti. Un tentativo che non si è fermato nemmeno dopo l’emergenza sanitaria che ha gravemente colpito il settore televisivo europeo. Uno stop da cui le aziende avrebbero voluto reagire ripartendo subito grazie allo slancio di MFE- MEDIAFOREUROPE.

E invece è stato perso tempo prezioso per la sequenza di ricorsi e appelli lanciati da Vivendi subito dopo il tentativo di scalata a Mediaset avvenuto nel dicembre 2016. Una strada che persino l’ultima sentenza Tribunale di Milano (28 maggio 2020) ha giudicato effetto di un interesse concorrenziale teso a bloccare il progetto europeo di Mediaset di cui, viceversa, la Corte ha pienamente riconosciuto il fondamento.
Peraltro, che l’azione legale spagnola fosse solo una manovra dilatoria è dimostrato da una circostanza singolare: la scelta effettuata da Vivendi di acquistare in extremis solo l’1% delle azioni di Mediaset Espana e di averlo fatto con intenti pretestuosi solo “dopo” l’annuncio del progetto di fusione che ha poi sùbito contestato. A quale scopo entrare in un’azienda se non si è d’accordo con le sue strategie?
Un gesto irrazionale che fa il paio, in Italia, con la rinuncia del gruppo francese a esercitare il diritto di recesso in ragione del proprio disaccordo sulla costituzione di MFE-MEDIAFOREUROPE. Anche il Tribunale di Milano ha segnalato che il gruppo francese era nelle condizioni di esercitare il recesso, tutela a cui Vivendi ha invece deciso di rinunciare con l’obiettivo di intralciare i destini futuri di Mediaset cercando di trarre benefici dai danni provocati. Ma il disegno non andrà a buon fine: poiché la necessità di un’unione televisiva europea è resa ancora più urgente dalla crisi di mercato generata dal Covid, Mediaset proseguirà nel progetto di sviluppo internazionale che verrà presto ripresentato seguendo una nuova strada. Con un assetto
che garantisca sempre gli indispensabili vantaggi industriali e assicuri una governance solida e definita. In modo da evitare tranelli e capricci di chi è interessato solo a manovre finanziarie strumentali.