Interviste

Coronavirus. Sassoli De Bianchi (Upa): "Mai come ora è opportuno che le imprese investano nella pubblicità. Le condizioni del momento hanno creato un'occasione irripetibile per avere l'attenzione del pubblico"

Come ha dichiarato al Sole 24 Ore il presidente UPA: "I media sono al top, bisogna investire in pubblicità. Autorevolezza e credibilità sono i plus dei mezzi tradizionali". Inoltre spiega che occorre progettare la nuova normalità, sarà un mondo nuovo in cui si richiederà più responsabilità. Ci sarà più partecipazione da parte del consumatore anche perché ci saranno meno risorse. Si baderà di più alla sostanza, i mezzi di informazione rappresenteranno per molti la guida del Paese. Investire, in questa fase serve per ribadire e sottolineare i valori di cui la marca si fa portatrice e in cui il consumatore possa riconoscerla.

Il momento, durissimo, è sotto gli occhi di tutti, ma Lorenzo Sassoli de Bianchi non ha dubbi: "Mai come ora è opportuno che le imprese investano in pubblicità". Detto dal presidente dell'Upa, associazione delle imprese che investono in pubblicità e che fanno il 90% del mercato, il messaggio non è non scontato.

Vari studi vanno in questa direzione: il Kantar Covich9 Barometer, di cui ieri è stata presentata la terza wave, riporta che solo secondo il 6% degli italiani le aziende dovebbero smettere di fare pubblicità in questa fase. L'Indagine Edelman di marzo indicava fra i risultati come il 33% degli intervistati abbia iniziato a usare nuovi brand proprio grazie alla comunicazione utilizzata durante l'emergenza. "Le condizioni, sottolinea Sassoli, hanno creato un'occasione unica e irripetibile per avere l'attenzione del pubblico".

  • Un messaggio auspicabile il suo, ma in realtà siamo dinanzi a un crollo della pubblicità.

C'è un trend che inevitabilmente è legato ai consumi: settore alimentare, pharma e igiene stanno investendo, ma altri settori  investono meno, perchè le limitazioni del lockdown si riflettono sugli acquisti. C'è un aspetto da non trascurare: siamo in una fase di passaggio in cui c'è una fame di informazione credibile. Siamo alla ricerca di risposte e tutto questo sta portando a un'attenzione senza precedenti verso i media. Siamo tutti a leggere, ascoltare, navigare sul web. Giornali e tv hanno moltiplicato le loro audience. Quindi, quale migliore occasione per investire? Perché allora questo non succede? Ciascuno deve fare i propri conti. Come Upa noi stiamo comunque sostenendo questo messaggio. Ma mi creda: le aziende capiscono. Oggi si vedono anche comunicare marche nuove, che finora non Io hanno fatto. Di questi investimenti si gioveranno Google e Facebook invece dei media tradizionali? Io trovo che questa sia una fase di rivincita dei media tradizionali. Piuttosto i colossi del web stanno soffrendo sul versante delle microimprese che rappresentano una significativa loro quota di raccolta. Invece i più grandi stanno rivalutando i media tradizionali.

Ma che tipo di pubblicità sarà quella delle fasi 2 e 3? Come cambierà il linguaggio?

Il linguaggio della pubblicitàè già cambiato: è prevalso un sentimento di coesione, di unità, con la gratitudine verso gli operatori sanitari, l'orgoglio nazionale. Si è sottolineata la necessità di evidenziare i prodotti italiani, di riportare filiere produttive nel Paese.

  • Cosa dobbiamo aspettarci?

Non sarà un'apocalisse, ma si richiederà più responsabilità. Ci sarà più partecipazione da parte del consumatore anche perché ci saranno meno risorse. Sarà un mondo nuovo con una maggiore richiesta di autorevolezza e credibilità. Ci sarà una nuova normalità e serve progettare il futuro.

  • Cosa occorrerà fare alle imprese investitrici e ai media?

Sarà importante usare linguaggi di serietà, autorevolezza, qualità. Occorre essere consapevoli che i messaggi cadranno in un contesto in cui si baderà di più alla sostanza. I mezzi di informazione rappresenteranno per molti la guida del Paese. Sul versante delle marche faccio invece un passo indietro e torno a sottolineare l'importanza di investire in questa fase. La comunicazione ora serve per ribadire e sottolineare i valori di cui la marca si fa portatrice e in cui il consumatore possa riconoscerla. Si pensi a realtà come Barilla, Ferrero, Ferrari, il mondo della moda. Il ricordo delle eccellenze non va spento.

  • Come possono intervenire a sostegno Governo e politica?

È dal 2013 che come Upa abbiamo sostenuto l'idea del bonus pubblicità che è poi arrivato e ora è stato ampliato andando a valere non solo sulle spese incrementali. Il sottosegretario all'Editoria Andrea Martella sta facendo un ottimo lavoro.