Interviste

Riccardo Lorenzini e Gianpietro Vigorelli ricordano Maurizio D'Adda

I due soci che con Maurizio D'Adda, scomparso questa mattina a Milano, hanno fondato nel 1997 la D'Adda, Lorenzini, Vigorelli, rendono omaggio al noto pubblicitario raccontandone la personalità unica e le sue migliori doti di amico e professionista. Leggi le due interviste su ADVexpress.

Nel giorno della scomparsa di Maurizio D'Adda, uno dei grandi rappresentanti della pubblicità italiana,  vogliamo ricordarlo attraverso le parole dei due soci e amici, Riccardo Lorenzini (a sinistra nella foto) e Gianpiero Vigorelli, che con lui hanno fondato nel 1997  la D'Adda, Lorenzini, Vigorelli. Ma l'amicizia e il sodalizio professionale tra i tre professionisi era iniziato in Saatchi&Saatchi, dove i tre hanno lavorato insieme dall'86  al 1993-94.

 

Leggi su ADVexpress l'omaggio di Lorenzini nella notizia dal titolo: "Un professionista brillante, giocoliere della parola e affabulatore. La sua dote più rara? La capacità di risolvere i problemi con il sorriso. Ha fatto scuola a molti. Una grande perdita"

"Prima che un collega era un amico.  Ci conosciamo dal 1986, quando, in Saatchi, insieme a Vigor, diventammo colleghi e amici, instaurando un rapporto di grande amicizia e stima professionale cresciuto negli anni"  esordisce Lorenzini  .

"E' stato uno degli uomini più brillanti,  allegri,  contagiosi e  creativi con cui mi sia mai capitato di lavorare.  Era un grande giocoliere della parola, un affabulatore molto amato sia dai colleghi che dai clienti che lo ascoltavano volentieri per ore in riunione. Basti ricordare la sua 'con la rima fai prima'.  Era un ottimista, con una personalità molto positiva, in grado di risolvere i problemi in modo costruttivo e con il sorriso sulle labbra. Una dote rara. Anche nelle situazioni, spesso complesse, con grandi clienti, Maurizio aveva l'incredibile capacità di trovare il modo di uscirne con una carica positiva che portava dentro e che riusciva a trasmettere. E' una grande perdita per tutti".

"Era la persona che in alcuni periodi, come quelli trascorsi in Saatchi al lavoro su un Renault, vedevo più spesso, ancora più della mia famiglia, impegnati  nelle trasferte tra Milano, Roma e Parigi per settimane intere" prosegue Lorenzini.

"Ricordo bellissimi e lunghi viaggi in auto con Maurizio e Vigor andando e tornando dai clienti lungo tutta l'Italia. In quei lunghi tragitti cantavamo le canzoni alla radio a squarciagola, facendo  'karaoke rivisitati', storpiando i termini con giochi di paole, associazioni semantiche, da cui talvolta nascevano anche idee che diventavano campagne e progetti. In quelle traversate c'era il tempo per le discussioni di lavoro e il tempo per divertirsi e creare cose belle che poi finivano sui giornali. Sicuramente in uno di quei momenti che rappresentavano una tradizione non scritta per tutti noi, è nato uin progetto di successo per Amadori".

Lorenzini ricorda anche i momenti bui, come l'episodio del dicembre 2003, quando Maurizio D'Adda venne colpito da un ictus che compromise le sue condizioni fisiche. Da  qui la sua uscita, quell'anno dalla sigla, seguito, nel 2008, da Lorenzini e Vigorelli.

"Fummo costretti  a reimmaginare l'agenzia senza un leader come Maurizio. Fu difficile, ma quella situzione divenne lo sprone per diventare ancora più bravi e più forti.  E in quel contesto la risposta da parte di tutti i talenti della D'Adda, Lorenzini,Vigorelli fu totale".

Del resto, come sottolinea Lorenzini "Maurizio D'Adda ha fatto scuola a numerosi copywriter e creativi, ai quali lasciava spazio, generosamente,  anche nei credits delle campagne".

A proposito di campagne, rammenta il consigliere di Alkemy: " Nascevano nei momenti più disparati. Maurizio aveva sulla sua scrivania una vecchia Olivetti meccanica, con un foglio sempre incorporato, scriveva, riscriveva, si interrompeva, poi tornava, finchè non riusciva a creare  grandi titoli e concept che spesso ideava in modo estemporaneo, talvolta sull'ispirazione del momento, anche grazie a una capacità di sintesi improvvisa e velocissima."

Certamente negli anni '90, quando ancora il digitale e la tecnologia non erano esplosi, le campagne nascevano in modo  tradizionale e "l'unica distinzione allora era quella tra atl e btl" dice Lorenzini.  "Quello degli anni '90 - ricorda Lorenzini - era un periodo incomparabile per il mondo della comunicazione e per il mercato in generale. Tutto cresceva, il mercato dei consumi e dell'adv erano in espansione e i telefoni dell'agenzia suonavano spesso e i clienti chiedevano di partecipare a gare e molte volte affidavano ci direttamente i progetti. Mi piace inoltre sottolineare che proprio nel 1997 la D'Adda, Lorenzini, Vigorelli fu la prima agenzia di Milano ad avere indirizzi e caselle email per tutti in un periodo in cui internet ancora si stava affacciando".

Chiudiamo questa intervista ricordando, con le parole di Riccardo Lorenzini, oggi consigliere di Alkemy, che ha fondato con Duccio Vitali, le case history di maggior successo firmate da Maurizio D'Adda. "Mi piace citare BMW, il cliente vinto in gara proprio durante il secondo semestre 1997 e gestito fino al 2008-2009. Un brand che ha accompagnato la crescita dell'agenzia, la quale,  proprio per la marca, ha ideato  un tono di voce unico  e riconoscibile, innestando quelle componenti   di immagine e desiderabilità che hanno cotribuito al  successo stesso del brand BMW. Sempre la nostra agenzia ha ideato per Campari il concept 'Red Passion' che ancora oggi connota la comunicazione del Bitter Campari".

 

Gianpietro Vigorelli, come si legge nella news pubblicata questa mattina su ADVexpress , dice di Maurizio D'Adda: "Era una rockstar, sapeva dare valore all'idea più banale e sedurre con la parola. Veniva dal Cabaret, per lui la pubblicità era spettacolo"

"Abbiamo condiviso la vita d'agenzia per 35 anni. Quando ci siamo incontrati Maurizio faceva il direttore creativo ed io ero un ragazzotto di buone speranze. Insieme abbiamo fatto un percorso fantastico,  in un momento di mercato fantastico, lavorando divertendoci e cercando di non farci le scarpe l'un con l'altro come oggi spesso accade. Negli anni abbiamo consolidato un'amicizia durata nel tempo e proseguita anche nella malattia. L'ho incontrato l'ultima volta domenica." 

"Maurizio era una rockstar, l'uomo più irrazionale mai conosciuto, un professionista delle idee rilevanti e fulminanti, che mi ha insegnato a lavorare con l'istinto e a vivere in un certo modo. Insieme abbiamo condiviso un'epoca bellissima. Ci siamo voluti molto bene. Mi mancherà parecchio" prosegue il pubblicitario. "Grazie alla sua incredibile abilità con le parole, sapeva sedurre tutti ed era in grado di vendere qualsiasi cosa. Era un precursore dello storytelling e riusciva a dare all'idea più banale un valore nel raccontarla".

"In agenzia - ricorda Vigorelli - ci eravamo suddivisi i compiti come al ristorante: io ero in cucina, sul pezzo, Maurizio serviva ai tavoli e Riccardo arrivava con il conto. Così abbiamo avuto grandi soddisfazioni, lavorando su tutti i marchi più importanti come BMW, Campari, Mercedes. Ma il lavoro per noi era anche un divertimento, cercavamo di non prenderci troppo sul serio e da questo approccio nascevano progetti bellissimi. Ora molti lavorano con i big data ma devo dire che il risultato è una tristezza...". "Noi credavamo nella pubblicità come spettacolo, eravamo degli artisti che in qualche modo regalavamo al consumatore 30 secondi di divertimento in cambio del suo interesse. Un valore, questo, che si è perso, mi pare. Non dimentichiamo che Maurizio arrivava in pubblicità dal Cabaret, con il suo gruppo, i 'Cachi d'Aspa' ed ha portato nel mondo dell'advertising quel divertimento tipico dello spettacolo".