Poltrone

Assemblea/Elezioni ADCI. Commenti a caldo. Gitto: "Alla fine vince il Club". Iabichino: "Credo di aver compromesso un risultato che probabilmente sarebbe stato alla nostra portata. Finalmente un Club che può parlare a tutta l'Italia e a tutti i creativi"

Dopo le polemiche e i toni anche molto aspri con cui si è svolta la campagna elettorale dei due protagonisti, il clima dell’assemblea è stato all’insegna della cortesia, incrinato però nel finale da un inaspettato intervento di Andrea Concato che ha definito Iabichino "un conferenziere e un divulgatore, ma ‘non un creativo’". Non è mancata la risposta del creativo che in un post su Medium ha attaccato Concato e insieme Alberto Contri, che a sua volta, dalla sua pagina Facebook, si è definito sollevato per lo scongiurato “rischio di annacquamento della professione” corso dal Club nel caso avesse prevalso Iabichino.

A margine dell'Assemblea dei Soci dell'ADCI che, dopo la presentazione dei programmi elettorali dei due candidati,  ha portato alla rielezione di Vicky Gitto (a destra nella foto in alto e nella foto sotto) a presidente del Club con 214 voti rispetto ai 132 ottenuti da Paolo Iabichino (leggi news), i due candidati hanno rilasciato un commento a caldo ai soci e ai consiglieri presenti che hanno atteso di conoscere il risultato elettorale.

"Sono socio ADCI dal 1993 e non ho mai visto una partecipazione così all'Assemblea" - ha dichiarato soddisfatto Gitto, sottolineando che "alla fine vince il Club". 

"Credo sia stata una giornata molto importante per il Club" ha affermato Iabichino,  commentando poi il 'battage' pre-elettorale delle scorse settimane sui social. "Tantissimi nuovi soci hanno visto il bello e anche il brutto di questo Club. In tutte le associazioni c'è sempre chi osteggia ed è scomposto. Io stesso sono stato scomposto nei giorni scorsi e credo di aver compromesso un risultato che altrimenti sarebbe stato forse alla nostra portata. Sono convinto che Vicky saprà fare tesoro di tanti nuovi soci e di tanti creativi giunti da lontano per conoscere questa nuova realtà. Abbiamo di fronte finalmente un Club che può parlare a tutta l'Italia, non solo agli art, ai copi e ai grandi creativi, ma anche a tanti giovani, o meno giovani talenti che maneggiano la creatività in altre forme". 

Dopo le polemiche e i toni anche molto aspri con cui si è svolta la campagna elettorale dei due protagonisti, il clima dell’assemblea è stato piuttosto all’insegna della cortesia e, soprattutto, della presentazione dei programmi da parte di Gitto, Iabichino e rispettivi candidati consiglieri. Un clima teso ma propositivo, incrinato però nel finale da un inaspettato intervento di Andrea Concato, co-fondatore della società di consulenza Social Value, nonché fra i soci fondatori del Art Directors Club, che ha attaccato Iabichino sul piano professionale definendolo un conferenziere e un divulgatore, ma ‘non un creativo’.

Vicky Gitto

L’ex direttore creativo di Ogilvy ha preferito non replicare dal palco ma qualche ora dopo con un post su Medium dove ha rinnovato le scuse per i picchi di astio sollevati prima delle elezioni, come già fatto nel corso dell’assemblea, e ricordando le campagne realizzate “in 18 anni di Ogilvy, alcune anche nei suoi annual”, si è rammaricato che “non avrebbero alcun effetto per rientrare nella casta di creative e creativi che avrei cercato di violare”. Anche Iabichino ha poi attaccato Concato e insieme Alberto Contri, suo socio in Social Value, sollevando il conflitto di interesse che li vede soci in affari in un’agenzia “aperta da dentro Pubblicità Progresso”.

Non è mancata a questo punto la risposta di Contri, che di Pubblicità Progresso è presidente, che dalla sua pagina Facebook si è definito sollevato per lo scongiurato “rischio di annacquamento della professione” corso dal Club nel caso avesse prevalso Iabichino. “Sono contento che abbia prevalso una visione della professione che è sempre stata la mia – scrive Contri – (Vi dà fastidio? Allora cominciate a fare un confronto dei cv e delle cose fatte, poi ne riparliamo). Mi scuso se ho disturbato il clima post-voto, ma oggi voi, che dovete combattere per far apprezzare il vostro lavoro, avete bisogno di maestri come Vicky, e fortunatamente l'assemblea, che è sovrana, ha preferito lui alla guida di un Club di creativi”.

Riconosciuto come l’intervento di Concato fosse sbagliato “nei tempi e nei modi”, Contri ha però voluto precisare come la sua posizione non palesi alcun conflitto: “Cottardo, Livraghi, Testa, Castellano erano contemporaneamente capi di McCann, Ogilvy, Testa, Y&R… erano in conflitto di interessi? No. In quanto socio di Social Value, ho quindi conflitti di interesse?”. La risposta è un altro, inequivocabile, “No”.

Una riflessione più ‘morbida’ – benché anch’essa ‘di parte’ (quella di Iabichino) – l’ha proposta Marisandra Lizzi, giornalista, esperta di pubbliche relazioni e co-fondatrice dell’agenzia Mirandola Comunicazione.
Anche lei attraverso un post su Medium ha formulato alcuni degli interrogativi di fondo alla base del contrasto fra le parti ‘scontratesi’ in seno al Club: “Davvero vogliamo declinare la creatività solo in termini di advertising senza chiedere aiuto agli altri reparti del pensiero? Davvero ci aspettiamo che basti chiudere la creatività nelle torri eburnee in cui ha vissuto fino a oggi e relegarla solo al ruolo della pubblicità? Perché le startup non sono creatività? le invenzioni non lo sono? La Comunicazione non lo è?”.

Oggi, secondo Lizzi, i progetti di comunicazione sono sempre più complessi e devono essere concepiti in una logica di rete, attivando competenze verticali dove servono e quando servono […] Servono ponti tra le professioni e persone creative”.

Probabilmente, non sarà l’ADCI, almeno nel prossimo triennio, a costruire questi ponti: ma se dallo scontro si passerà a trovare i comunque esistenti punti di incontro, si farà il bene non solo del Club ma dell’intera industry creativa italiana.

 

Tommaso Ridolfi, Elena Colombo