Poltrone

Yannick Bolloré succede al padre Vincent nel Supervisory Board di Vivendi

Yannick Bolloré, 38 anni, attualmente CEO di Havas (assorbita da Vivendi l'anno scorso) è il nuovo presidente del Supervisory Board, il Consiglio di Sorveglianza, della multinazionale francese: succede a suo padre, l'industriale bretone Vincent Bolloré, che durante l'assemblea generale del gruppo della scorsa settimana si è dimesso dalla presidenza del Board annunciando che sarebbe stata l'ultima assemblea da lui presieduta.

Vincent Bolloré (a sinistra nella foto), che ricopriva l'incarico dal 2014 e aveva già più volte indicato il suo progetto di ritirarsi dagli affari nel 2022 per cedere il posto ai figli, a inizio aprile aveva già
preso le distanze dal Gruppo Canal+ (che fa sempre capo a Vivendi) lasciando la presidenza
del Consiglio di Sorveglianza della televisione a pagamento a Jean-Christophe Thiery,
mentre Maxime Saada aveva assunto il ruolo di quest'ultimo come presidente del Consiglio
di Amministrazione di Canal+.

Intervenendo giovedì per la prima volta all’assemblea generale di Vivendi, Yannick Bolloré (a destra nella foto), ha presentato le attività di Havas agli azionisti e testimoniato l’integrazione perfettamente riuscita del Gruppo in Vivendi, senza però fornire alcuna indicazione sulle prospettive finanziarie della controllata

Universal verso la probabile quotazione
Ritenendo la capitalizzazione di Universal Music Group sottovalutata, Arnaud de
Puyfontaine
, amministratore delegato di Vivendi nonché presidente esecutivo di Telecom
Italia, ha dichiarato dopo l’assemblea che Vivendi potrebbe presto rilanciare l'idea di
quotazione della sua consociata musicale Universal, che rappresenta il 45% del fatturato del gruppo.

"Abbiamo iniziato i lavori per presentare al Supervisory Board i benefici di una
possibile quotazione di UMG" ha dichiarato de Puyfontaine, che vede in questa operazione
un modo per aumentare la valorizzazione del gruppo nel suo insieme e generare liquidità.
Vivendi, che in Italia è nell’occhio del ciclone su più fronti – dalla ‘querelle’ con Mediaset
Premium alle recenti vicende di Telecom Italia, di cui è primo azionista – ha anche
confermato la sua determinazione a lottare per mantenere il controllo dell'operatore
telefonico mentre è sotto attacco da parte di Elliot, il fondo attivista fondato dall'americano
Paul Singer e già entrato in Italia in Telecom, in Ansaldo e in A.C. Milan.

Tommaso Ridolfi