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NC. ABC, sintonizzati con il cambiamento

Da sempre agenzia molto amata dalle PMI italiane, lamenta la mancanza nel nostro Paese di una cultura dell'indipendenza da parte dei clienti, e le difficoltà di affrontare una competizione sempre più agguerrita con le strutture delle grandi holding. Nonostante ciò, continua a mettere a segno importanti successi, dimostrando che l'approccio consulenziale e l'agilità della struttura sono elementi vincenti. Nell'ambito dell'inchiesta 'Italians do it better' sulle agenzie italiane indipendenti, tratta da NC -Nuova Comunicazione, pubblichiamo l'intervista ad Aldo Biasi, , presidente Aldo Biasi Comunicazione.

E' il perfetto esempio di struttura italiana indipendente che negli anni si è affermata come partner ideale per le imprese nazionali alla ricerca di una vera partnership e una relazione costante con l’agenzia di comunicazione: la Aldo Biasi Comunicazione è infatti ormai da diciassette anni un’importante realtà del mercato italiano, che ha fatto dell’italianità il suo cavallo di battaglia.

“Essendo noi stessi una Pmi italiana, lavoriamo molto con imprenditori locali con cui stabiliamo delle relazioni che vanno al di là dell’incarico preciso, ma che hanno un’impostazione più dialogante e consulenziale spiega Aldo Biasi, fondatore e presidente dell’agenzia -. Il fatto di proporci come agenzia che è sempre al fianco del cliente è ciò che ci consente di stabilire legami spesso molto forti. Una sensibilità, questa, che le agenzie multinazionali hanno perso per loro natura, fatte come sono da super manager dipendenti da altri manager che risiedono all’estero”.


Purtroppo, però, troppo spesso accade che dopo il lancio sul mercato con una struttura indipendente, il cliente scelga di affidarsi a un’altra appartenente alle grandi holding. Perché? “Per puro e semplice provincialismo italiano - dichiara senza mezzi termini Aldo Biasi -. In altri Paesi questo non succede: ci sono molte piccole e medie agenzie, molto creative, che non hanno mai perso un cliente, mentre da noi dire che si lavora con un’agenzia internazionale è per le aziende motivo di orgoglio”.

Ci sono però anche clienti che vogliono sbarcare sui mercati esteri, e per farlo cercano partner che operino fuori dai confini italiani e che li possano affiancare con le strutture adeguate. A rimetterci, dunque, sono le piccole e medie strutture italiane, che spesso hanno determinato il successo di un brand sul mercato italiano, ma che si vedono poi ‘spodestate’ da realtà internazionali. “Il problema oggi è che il concetto ‘piccolo è bello’ non funziona più - constata Biasi -. Diversamente da altri Paesi non c’è sostegno da parte del mercato italiano: mentre in Francia, ad esempio, i partner di comunicazione sono principalmente nazionali, da noi accade esattamente l’opposto”. Inoltre oggi, a causa delle difficoltà economiche, le agenzie internazionali ambiscono fortemente a conquistarsi non solo i grandi marchi globali, ma anche le Pmi italiane, che tendono a comunicare e investire. E questo complica ulteriormente il tutto. Essere indipendenti oggi, dunque, è molto più complesso che nel passato: la competizione fra le piccole-medie agenzie come la ABC e grandi realtà dai fatturati enormi è sempre più spietata. “Noi non abbiamo le spalle larghecome le strutture dei network, che spesso acquisiscono budget che arrivano dall’estero e che possono permettersi anche di fare dumping- spiega Biasi -. I nostri risultati, invece, dipendono esclusivamente da quello che riusciamo a conquistarci con impegno e qualità”. 


Per la ABC, dunque, il must è continuare a essere sensibili alle evoluzioni in corso e avere sempre la capacità di reagire, proponendo soluzioni originali e al passo con i tempi. “Da ormai qualche anno ci stiamo strutturando per andare in questa direzione - spiega -. Il prossimo step sarà perfezionare l’offerta della nostra agenzia in chiave digitale, mantenendo sempre però la nostra cifra caratteristica, l’agilità. Abbiamo già al nostro interno We-b, società specializzata nei social, e ci appoggiamo all’esterno a sviluppatori specializzati il cui contributo è fondamentale per offrire ai clienti un servizio il più completo possibile”.

Fra le numerose case history curate dall’agenzia, vi sono le tante campagne sviluppate per lo storico cliente Conad, azienda tutta italiana presente anche all’estero. L’ultima è quella televisiva per il Natale 2016,
girata dal regista Pupi Avati: un film che poi si fa istituzionale, facendo leva sul valore della comunità, con i bambinielemento imprescindibile di essa. “Una campagna che fa gli auguri a tutti i bambinidel mondo parlando di fiducia, e conferma la sensibilità dell’insegna verso i clienti, che rafforza il posizionamento di Conad come impresa della comunità” spiega Biasi, che ricorda l’attenzione della catena verso il contesto territoriale, sociale e umano nel quale è inserito ogni punto vendita, che passa attraverso la valorizzazione dei prodotti e dei produttori locali, andando oltre il semplice concetto di commercio per allargarsi a quello più ampio di comunità.

La campagna realizzata per Conad chiude un anno di grandi produzioni per l’agenzia. “Un 2016 che si chiude a +7%, ma che si caratterizza soprattutto per un’elevata qualità creativa e strategica delle campagne che hanno dimostrato anche grande efficacia sulla marca”. Cominciando da quella, recentemente presentata a Milano, realizzata per il Pomodoro Petti. “Una comedy garbata, che fa leva sulla toscanità della passata come tratto distintivo e caratterizzante del brand, per raccontare la storia di una giovane coppia che si sta formando. Il tutto con la complicità di un attore toscano come Paolo Ruffini e su un tormentone come ‘Il toscano che ci garba’. Il tutto condito con la regia di alto livello di Alessandro Genovesi”. Da segnalare anche l’incarico per ‘Le Stagioni d’Italia”, un nuovo marchio food lanciato sul mercato dalle Bonifiche Ferraresi. “Per questo importante cliente abbiamo ideato brand identity, marchio e, dal 2017, la nuova comunicazione integrata attualmente allo studio”, conclude Aldo Biasi, che dà appuntamento all’anno nuovo per una campagna che, ancora una volta, non mancherà di stupire.

 

Ilaria Myr