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NC. The Big Now, dinamismo d'anticipo

L'agenzia capitanata da Emanuele Nenna sale sul podio degli NC Awards in qualità di 'Migliore agenzia indipendente'. Un riconoscimento alle performance e alla filosofia operativa del team, caratterizzato dalla capacità di anticipare i trend e proporre formati innovativi, a livello nazionale e internazionale.

“Siamo imprenditori, prima di tutto. Insieme possiamo decidere, in qualsiasi momento, di creare una nuova area di business, di investire su un tipo di competenza, di rivoluzionare il modello organizzativo se ne immaginiamo uno migliore”. Esordisce così Emanuele Nenna, co-founder & ceo The Big Now, nell'intervista pubblicata su NC -Nuova Comunicazione di aprile - maggio, al quale abbiamo chiesto di raccontarci quali siano i punti di forza della ‘Migliore Agenzia Indipendente’ dell’anno.

“Credo sia questa l’arma che ci consente di essere focalizzati sul presente - prosegue e che fa la differenza. Appena ci accorgiamo che il mondo è un po’ più avanti, facciamo uno scatto. E a volte proviamo addirittura ad anticiparlo. Non sempre, ma qualche volta ci è riuscito”. 


Come nel caso dell’intuizione di aprire una sede in Ghana?

Sì, è un buon esempio. Avevamo voglia di crescere e stavamo pensando a una sede all'estero. Abbiamo valutato l’Africa, scelta ritenuta da molti particolarmente ‘creativa’. I primi due anni sono stati difficili, avevamo portato laggiù un tipo di agenzia che non serviva ancora. Ma ora che serve, conosciamo bene il territorio e partiamo in pole position in un mercato che tutti accreditano come quello del futuro.


Quali sono i vantaggi e quali invece le criticità dell’essere una realtà indipendente? I vantaggi di essere indipendenti sono tanti: prima di tutto velocità e reattività. Per i clienti clienti un ulteriore vantaggio sta nelle nostre motivazioni: per statuto dobbiamo crescere insieme a loro, fare sempre qualcosa in più, perché il nostro successo è legato al loro. Non abbiamo le spalle coperte: o ce la mettiamo tutta, o ci rimettiamo i nostri soldi. Svantaggi? Una volta le agenzie indipendenti erano escluse dalle opportunità più importanti, appannaggio dei grandi network. Ora il mondo sta cambiando, e quasi tutte le porte si possono aprire. Anche ai clienti internazionali piacciono le realtà indipendenti, se professionalmente all’altezza.

Ci descrive nel dettaglio le performance 2015/2016 e le motivazioni che vi hanno portato a raggiungere questi traguardi?

Intanto siamo diventati più di cento, sommando Milano, Roma e Accra. Abbiamo chiuso il 2015 con un fatturato cresciuto di una volta e mezzo in due anni, riportando utili su tutte e tre le sedi. Nel 2016 ci siamo trasformati in SpA, per suggellare il consolidamento. Nel 2015 è nata la unit Low, specializzata in lusso, fashion & lifestyle. L’abbiamo creata portando in casa competenze di alto profilo: designer, fashion editor, fotografi, strategist. Lo stesso stiamo facendo con i contenuti video: a breve è previsto il lancio di The Big Angle, una micro casa di produzione, con un posizionamento che farà parlare di sé.

 

Cosa significa essere un’agenzia ‘dinamica’?

Essere dinamici significa tutto quello che abbiamo detto prima, oltre al fatto di sapere cogliere opportunità in tempo reale. Qualche esempio: abbiamo sviluppato, insieme a Teia, una dashboard (chiamata Hot Now) che ci consente di monitorare in tempo reale trend, insight e novità tecnologiche della Rete. Un altro esempio sono le ‘Auditions’: ogni mese dedichiamo un’intera giornata a incontrare talenti che gravitano intorno al mondo della comunicazione. Persone, a volte personaggi, a cui è difficile affibbiare un’etichetta, un job title. Confrontarci con loro significa tenere le antenne alte, intercettare il cambiamento del mercato ancora prima che avvenga. 

 

Il vostro portfolio è composto da tanti clienti consolidati, ma anche da numerosi nuovi clienti…

Tra il 2015 e il 2016 abbiamo alzato moltissimo la percentuale di gare vinte. Tra queste, la gara internazionale per il Sud Tirolo (insieme a Golden Dudes, ndr), la gestione dei social Coca-Cola, la campagna integrata per il lancio di Foolish Watch, un contratto digital e on the ground per Actimel, diversi progetti Pirelli, la gestione digital di Novotel, la nuova campagna Quixa, quella di lancio dell’evento Wdw di Ducati, la gestione del digital per Polase e la strategia di posizionamento di Sos Villaggi. Sul fronte luxury e fashion, la unit Lowha portato in agenzia Pomellato, Garage Custom Italia, il Gruppo Albini, Dedar, Motivi, Folli Follie e il progetto di lancio in Italia di NYX Cosmetics (L’Oréal). Soprattutto, abbiamo confermato, anche con nuove gare, quasi i principali clienti che ci seguono dal 2014. Tra questi, in ordine sparso: Fox International Channels Italy, Oleificio Zucchi, Nestlé Nutrition e Formaggino Mio, Mondadori Education, Terranova, Acqua di Parma. E aggiungo con orgoglio Nescafé Dolce Gusto, che recentemente ha indetto una gara e, per il nono anno consecutivo, rimane in The Big Now.

Ci descrive recenti case history particolarmente rappresentative?

Da gennaio gestiamo i social media CocaCola. Alcune idee sono state così apprezzate che alcuni paesi esteri ci hanno chiesto di poterle adattare: la buona creatività genera nuovo business. Per Oleificio Zucchi, invece, abbiamo dato strategicamente il meglio. Un punto di debolezza (Zucchi sta a Cremona, lontano dall’immaginario poetico degli uliveti e dell’olio extra vergine di qualità, e produce i suoi oli, miscelando cultivar di varie provenienze, ndr) è stato trasformato in un punto di forza. È nato così il concept ‘l’arte del blending’, che racconta come sia la capacità di selezionare e mixare i migliori oli a fare la differenza. Giovanni Zucchi è diventato il ‘naso’ di un prodotto quasi artistico, e l’olio Zucchi si è affermato, ottenendo riconoscibilità e, soprattutto, distribuzione nelle principali insegne. E la storia continua.