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La digital influencer preferita dai brand? La fashion blogger Irene Colzi

InstaBrand fa il punto sullo stato dell'Influencer Marketing in Italia. Moda ed Entertainment vincono per engagement.

InstaBrand, piattaforma di Influencer Marketing, tira le somme del 2016, delineando un quadro dettagliato dello situazione ad oggi nel nostro Paese. I dati del report riguardano oltre 200 campagne Instagram, composte da un totale di oltre 1.300 post che hanno generato 7 milioni di like, fissando l’engagement medio al valore di 2,08%.

A trainare le interazioni sono principalmente 5 categorie merceologiche: Calzature (3,49%), Entertainment (2,98%), Borse (2,87%), Abbigliamento (2,21%) e Automotive (1,93%). Gli influencer principalmente coinvolti nella promozione di questi brand appartengono al mondo lifestyle, con particolare interesse da parte del mondo del cinema per gli YouTuber, sia nelle categorie Comicità, ma anche Beauty e Tecnologia.

La digital influencer preferita dai brand si conferma Irene Colzi, fashion&travel blogger nota al grande pubblico per il suo blog Irene’s Closet, nato nel 2010. Tra le celebrity è invece Filippa Lagerback a detenere lo scettro, grazie al suo posizionamento vicino al mondo del green e dell’ecosostenibilità. Infine, il picco di engagement su un singolo post è stato toccato da Giulia De Lellis (8,95%) seguita da Beatrice Vendramin (8,78%).

Marco Marranini, coo di InstaBrand Italy e UK, ha commentato: “Il 2016 è stato per noi un anno importante, durante il quale il fatturato è raddoppiato soprattutto grazie agli investimenti in Influencer Marketing da parte di settori nuovi come i prodotti di largo consumo, l’automotive e la tecnologia. Oggi, sebbene ancora molto rilevante nel portafoglio clienti, non è più il settore della moda a trainare, anzi spesso queste aziende hanno raggiunto una maturità tale da gestire internamente la relazione con influencer, con dei team composti anche da 10-15 persone. Inoltre, con l’aumentare degli investimenti i brand sono diventati più esigenti: la tecnologia è fondamentale per fornire KPI e motivare le scelte di un influencer piuttosto che un altro, per questo motivo sempre più aziende si affidano a chi possiede questo tipo di tecnologia come un asset proprietario e quindi a InstaBrand”.

Karim De Martino, VP Business Development Europe di InstaBrand, parla delle differenze tra il mercato Italiano e quello americano: “Negli Stati Uniti una grande parte dei budget di digital advertising sono dedicati all’influencer marketing, con il duplice obiettivo di raggiungere una grande audience profilata e allo stesso tempo di poter poi utilizzare dei contenuti di qualità, prodotti dagli influencer, per campagne media sui diversi canali social. In Usa questa è ormai una prassi adottata dai grossi clienti, centri media e agenzie PR, quindi si parla spesso di diritti di utilizzo dell’immagine e dei contenuti. Sono convinto che anche in Italia nel 2017 l’Influencer Marketing raggiungerà una maturità e con essa anche un maggiore livello di trasparenza. Non dimentichiamoci che la tecnologia è in grado di individuare facilmente i falsi influencer, permettendo alle aziende di evitare trappole quando si guarda solo ai numeri e non alla autenticità e posizionamento degli influencer”.