Ricerche

Nielsen: l'indice di fiducia degli italiani cresce di 3 punti nel secondo trimestre 2017. La propensione all'acquisto aumenta, ma rimane alta la preoccupazione per il posto di lavoro

I dati emergono dalla Global Consumer Confidence Survey di Nielsen, realizzata su un campione di 30.000 individui in 63 Paesi (Asia-Pacifico, Europa, America Latina, Medio Oriente-Africa e Nord America), tra i quali l’Italia.

Nel secondo trimestre 2017 l’indice di fiducia Nielsen fa segnare un incremento di +3 punti percentuali rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente. Cresce la propensione all’acquisto(22%, +3 p.p.). La prima preoccupazione degli italiani rimane il posto di lavoro (17% degli intervistati). In Europa la fiducia dei consumatori cresce di 6 punti su base tendenziale. I dati emergono dalla Global Consumer Confidence Survey di Nielsen effettuata su un campione di oltre 30.000 individui in 63 Paesi, tra i quali l’Italia.

“L’indicatore della fiducia Nielsen – ha dichiarato l’amministratore delegato di Nielsen Italia Giovanni Fantasia (in foto) – mantiene un trend positivo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La crescita del Paese è più elevata delle attese. Elementi confortanti provengono da più fattori, quali l’aumento della propensione ai consumi, le stime in crescita del PIL, la ripresa del mercato del lavoro e l’andamento della produzione industriale. Occorre a questo punto consolidare la crescita e mettere in campo soluzioni concrete perché la fiducia rilevata tra i consumatori venga a incidere sulle condizioni economiche individuali, incrementando così i consumi. Siamo in presenza, tuttavia – ha fatto notare l’AD di Nielsen – di una ripresa a macchia di leopardo. Le famiglie più povere, le aziende più deboli e il Mezzogiorno, che pure ha fatto registrare una ripresa del largo consumo confezionato nella prima parte dell’anno, stanno ancora soffrendo. Si tratta di un’ampia fetta del Paese che non partecipa alla ripresa economica, un fenomeno peraltro che non si registra solo in Italia ma in tutto l’Occidente. Anche su questo fronte non possiamo abbassare la guardia, rendendo il più possibile omogenea la ripresa”.

In merito allo stato delle proprie finanze, si legge nella ricerca, la visione dei consumatori risulta positiva. Infatti, è in diminuzione, pur rimanendo consistente, il numero di coloro che spendono completamente lo stipendio mensile per le spese essenziali (22% vs 27%). Aumenta inoltre di ben 6pp la quota di intervistati che dichiara di nutrire aspettative positive per i propri risparmi nei prossimi dodici mesi, elemento prodromico a un miglioramento della propensione ai consumi. In questo senso, le voci di spesa verso le quali gli italiani sono più orientati a destinare soldi sono l’intrattenimento fuori casa (+6pp) e il turismo (+4pp).

D’altra parte, nonostante i segnali di un trend positivo verso i consumi, la ricerca di Nielsen sottolinea come sia ancora persistente l’orientamento al risparmio, che costituisce la prima destinazione delle risorse una volta coperte le spese essenziali. È infatti il 36% degli intervistati ad avere questa opinione, dato in linea con il dichiarato di un anno fa. Un fattore critico per gli italiani rimane anche la percezione del superamento della crisi. Questa costituisce ancora un elemento che determina il vissuto della popolazione, tanto è vero che per l’83% degli intervistati (era l’85% nel 2016 e l’89% nel terzo trimestre 2015) non si è ancora usciti dalla recessione, e solo l’11% di costoro ritiene che se ne possa uscire nell’arco di un anno. Questo dato dimostra come l’aumento della fiducia non si sia ancora tradotto in un concreto miglioramento delle condizioni economiche quotidiane del singolo.

Per quanto riguarda i fattori che destano principale preoccupazione, oltre al lavoro, che rimane il nodo fondamentale irrisolto (solo il 9% prospetta un andamento positivo, in diminuzione dall’11% del secondo trimestre dello scorso anno), quella del terrorismo occupa il secondo posto tra le apprensioni degli italiani (14%), in crescita di 4 pp su base tendenziale. I flussi migratori si posizionano al terzo posto, facendo segnare l’8% in crescita di 3 pp. In Europa la preoccupazione per il terrorismo si colloca al 17% degli intervistati, di tre pp dunque superiore alla media italiana, in modo particolare nei Paesi più colpiti (Germania, Francia, GranBretagna e Turchia) circa un quarto della popolazione lo indica come la preoccupazione principale.

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