Inchieste

Accatino: "Lorenzin, dimettiti! Il governo provi a occuparsi anche del settore della creatività"

L'artistic & creative director Filmmaster Events, che si è recentemente aggiudicato il Premio alla Carriera e il titolo di Direttore Creativo dell’Anno alla tredicesima edizione del Best Event Award,si è espresso in merito alla questione 'Fertility Day' e alle polemiche che ha suscitato la comunicazione a sostegno dell'iniziativa. In un post, in risposta alle recenti dichiarazioni del Ministro Lorenzin che ha invitato i creativi a collaborare con il Ministero a titolo gratuito, chiede alla Lorenzin di dimettersi perché non solo ha offeso l'intera categoria dei professionisti della creatività, ma non è stata in grado di garantire efficienza, credibilità e correttezza.

Alfredo Accatino, artistic & creative director Filmmaster Events, che si è recentemente aggiudicato il Premio alla Carriera e il titolo di Direttore Creativo dell’Anno alla tredicesima edizione del Best Event Award, il Premio di ADC Group dedicato all'eccellenza degli eventi e della live communication (leggi news), non poteva non esprimersi in merito alla questione 'Fertility Day' e alle polemiche che ha suscitato la comunicazione a sostegno dell'iniziativa (leggi news 1 e news 2).   

A spingere Accatino e altri illustri rappresentanti dell'industry creativa ad interveire (leggi news) sono state in particolare le recenti dichiarazioni del Ministro Lorenzin, che in un'intervista al programma Otto e Mezzo, commentando le campagne realtive al Fertility Day  ha affermato: "Visto che il nome non piace, visto che le campagne non piacciono, abbiamo tempo fino al prossimo anno per farci aiutare dai creativi – possibilmente a titolo gratuito – perché dobbiamo far quadrare il bilancio". 

Accatino, che è anche fondatore e coordinatore di Creativi, il più importante gruppo social di settore che raggruppa 10.000 professionisti, in un post pubblicato sul blog dell'Huffington Post, chiede al Ministro Lorenzin di dimettersi perché non solo ha offeso l'intera categoria dei professionisti della creatività, ma non è stata in grado di garantire efficienza, credibilità e correttezza come invece ogni Ministro dovrebbe fare. 

Inoltre Accatino invita il governo a provare a occuparsi del settore della creatività: un settore che a suo parere non è tutelato, così come non sono le idee che produce.

Di seguito il testo integrale del post. 

Il ministro Lorenzin ha prodotto una serie di gaffe e azioni che definire irritante è poco, nell'oggetto, nella forma e nei contenuti.

Ha sbagliato nell'oggetto, dando vita a campagne di comunicazione che appaiono solo ideologiche e velleitarie, che sembrano ignorare il tessuto sociale e le difficoltà che vivono tutti nel meccanismo causa/effetto, stili di vita e crisi economica... Ma non è il mio campo e quindi mi sollevo da ulteriori commenti politici.

Ha sbagliato nella forma, cacciando malamente un funzionario, pagato 236.561,20 euro per fare il comunicatore quando in realtà era un avvocato esperto in diritto del lavoro. È un problema etico, che non le fa onore, comunque sorvolo.

Ma ha sbagliato, infine, soprattutto nei contenuti, permettendo di far uscire con soldi pubblici annunci dalla povertà imbarazzante, con grafica e titoli impresentabili, totalmente inutili ai fini di poter raggiungere gli obiettivi che la campagna si prefissava. E di questo posso parlare, perché di questo vivo da 30 anni.
Perché non basta dire "non essere cattivo" per "diventare buono", come Pinocchio ci insegnerebbe. Sarebbe facile: basterebbe dire "dimagrisci!" per perdere tre chili. Non funziona così. E le agenzie, scelte per vie misteriose, ma sicuramente male guidate, avrebbero dovuto attingere a paroline come Consumer's benefit, Reason why, Supporting evidence, Tone of voice, Target che sicuramente i comunicatori interni del ministero ignorano perché sono stati scelti tra avvocati e funzionari.

In televisione, per riparare l'ultima accusa di razzismo, il ministro ha addirittura detto che, se le campagne non piacciono, i "creativi" possono dare il loro contributo "a titolo gratuito", perché attenta al bilancio.... 
Infatti lei, come troppi, non crede che la creatività e le strategie di comunicazione siano un mestiere, al pari di un meccanico o di un ortopedico. Nessuno chiederebbe a un ortopedico di operarsi al menisco a titolo gratuito. O non chiederebbe di farlo al meccanico, anche se potrebbero esserci punti in comune. Ma non lo chiederebbe neanche a un oculista, anche se sono entrambi medici.

I "creativi" non sono tipetti stravaganti che lanciano "urletti". Sono professionisti, spesso giovani, spesso a partita Iva, che hanno studiato per fare questa professione, anche se ora molti di loro, proprio per questa superficialità e disattenzione, non riescono ad arrivare alla fine del mese e trovano offensivo leggere la retribuzione di una persona non qualificata.

Come stupirsi quindi che l'Italia realizzi poi le peggiori campagne sociali d'Europa? Pianificate nel peggiore dei modi possibili, rendendo inutile persino l'investimento, proprio perché prodotte senza strategia, programmazione, durata adeguata pianificazione, con modalità e tempi che rendono impossibile coinvolgere agenzie e creativi di livello. Promosse quasi sempre per dare visibilità ai singoli dicasteri o al ministro di turno.

Il governo provi, per una volta, a occuparsi finalmente di questa filiera, che ha ignorato, che non viene rispettata neanche nella assegnazione dei ruoli, che non è tutelata, così come non sono le idee che produce. Allarghi in maniera chiara l'utilizzo del Patent Box per ricerca e sviluppo, e per la produzione di format anche alle agenzie di pubblicità, comunicazione, eventi, design e moda. Perché in Italia operano quasi 2 milioni di professionisti in tutti gli ambiti delle professioni creative e producono 5,8% del nostro Pil (80,8 miliardi di euro - rapporto 2013 Unioncamere/Fondazione Symbola). Più dell'industria automobilistica, più di Umbria, Liguria e Abruzzo insieme. E sono invisibili.

Ecco perché signora Ministro le chiedo di andarsene. Perché non solo ha offeso la categoria alla quale appartengo, ma francamente non offre quella garanzia di efficienza, lettura del presente, credibilità, correttezza e pro-attività che ogni Ministro dovrebbe garantire.

Serena Piazzi