Inchieste

Bea Expo Festival, la forza dell’evento di fronte alla crisi

La crisi del mercato globale non spaventa l’industria degli eventi. I dati parlano di tenuta di mercato e i relatori del Bea Expo Festival preferiscono parlare di evoluzione piuttosto che di recessione. Buone le premesse, che fanno guardare al futuro con ottimismo.
Tiago.JPGCultura dell’evento, creatività, progetti low budget, valore alla relazione tra agenzia e cliente, garanzie sul ritorno dell’investimento. Queste le ricette per mantenere la competitività in tempi di crisi.

La tavola rotonda ‘L’impatto della crisi economica sull’industria degli Eventi in Europa’, oggi al Bea Expo Festival di Torino, ha fatto luce sulle prospettive della event industry di fronte all’attuale dissesto finanziario d economico. Come il mercato degli eventi recepisce la crisi e quali saranno le conseguenze nel medio termine? Ne hanno discusso Julianne Healey, events manager Chelsea FC (UK); Christoph Tessmar, congress manager Sanofi Aventis (Spagna); Tiago Canas Mendes (foto 1), creative director Action4 Ativism (Portogallo); Gilles Morange, presidente Promoconvention, agenzia membro della Consulta degli Eventi.

Julianne.JPGHealey (foto 2), parlando della event industry nel Regno Unito, ha delineato i trend del settore: una previsione di incremento del 10% nel 2009, ma una generalizzata localizzazione degli eventi. La tendenza dei 'domestic business', come da lei definiti, prevarrà nei prossimi dodici mesi. In controtendenza rispetto alla generale consapevolezza di una fase di difficoltà che sta investendo l’Europa, seppur in maniera non allarmante, Mendes, che ha parlato del Portogallo come di un Paese giovane, piccolo, periferico ed emergente nel settore degli eventi, dove le elezioni del 2009 stanno spingendo le istituzioni pubbliche a organizzare una serie di iniziative che sicuramente danno ossigeno anche all’industria degli eventi.

Christoph Tessmar copia.jpgA rappresentare le aziende, Tessmar (foto 3), che invece ha delineato una situazione che vede Sanofi Aventis, in Spagna, ridurre il numero degli eventi e il budget di comunicazione. Un decremento rilevante: circa 500 eventi nel 2007, 220 nel 2008 e per il 2009, a oggi, una previsione di circa 20 progetti, soprattutto di pr marketing.

Ha posto l’accento sulla relazione Morange (foto 4), in disaccordo con l’affermazione generale secondo la quale le aziende ridurranno inevitabilmente gli investimenti in comunicazione. Secondo il presidente di Promoconvention, infatti, si deve parlare di evoluzione prima che di recessione. Gilles.JPGSi evolve il rapporto con i clienti, cambiano gli strumenti e si darà sempre più importanza al ‘come’ spendere il denaro, più che al ‘quanto’.

Con queste premesse, un’agenzia sarà competitiva solo nella misura in cui saprà spiegare alle aziende come massimizzare l’investimento, giustificando l’efficacia di un evento. Al centro, dunque, la cultura dell’evento, strumento che avrà sempre più valore nel marketing mix delle aziende grazie alla sua capacità di creare relazione.

Tra ‘bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto’, i relatori hanno comunque optato per la prima soluzione, all’insegna di un ottimismo fondato sulla riconosciuta maturità dell’evento come mezzo per comunicare il messaggio. La crisi aprirà indiscutibilmente un nuovo scenario, cambiando gli equilibri, ma forse porterà anche ordine e maggiore professionalità in un mercato che, insieme al digitale, sta vivendo una fase di continua crescita. Nonostante tutto.