Inchieste

De Micheli (Casta Diva Group): "Il NO a Roma 2024 è un errore politico ed economico. Bisogna crederci: l'autorazzismo fa male al Paese"

Roma ha rinunciato a portare avanti la candidatura di Roma a sede delle Olimpiadi del 2024. Cosa ne pensano i professionisti del mondo degli eventi e della comunicazione?

Sono passati pochi giorni da quando il sindaco di Roma Virginia Raggi ha annunciato il NO ai Giochi Olimpici 2024 (leggi la news a QUESTO LINK) e giovedì 29 settembre, si è svolta l'assemblea capitolina per il consiglio straordinario sulle Olimpiadi. Un nulla di fatto, dal momento che la direzione presa è stata confermata: Roma 2024 non è, come aveva dichiarato Raggi, una priorità per Roma.

A seguito dei fatti, subito si sono scatenate le reazioni del mondo politico, sportivo e della comunicazione.

Cosa ne pensano le agenzie di eventi e i professionisti del mondo della comunicazione? Abbiamo interpellato alcuni dei protagonisti della event industry per capire il sentiment all'indomani dell'annuncio.

Risponde Andrea de Micheli, ceo Casta Diva Group: "Il 'NO' a Roma 2024 è stato un errore politico ed economico. Politico perché è un'ammissione di impotenza da parte della giunta: è come se la squadra politica, dopo aver dichiarato di essere al potere per smantellare la corruzione, avesse ammesso di non poterlo fare da qui ai prossimi otto anni. Un errore economico, invece, non tanto per la ricaduta indiretta, ma per quel prezioso indotto fatto di reputazione e immagine. Basti vedere quello che è accaduto a Milano con Expo 2015: nell'immediato, il settore degli eventi ne ha beneficiato in misura ridotta, dal momento che ogni Paese aveva la propria squadra operativa, ma l'Esposizione Universale ha fatto bene alla città perché l'ha rilanciata a livello internazionale e questo è un vantaggio per tutti, quindi anche per il mondo della comunicazione e degli eventi. A maggior ragione, le Olimpiadi sarebbero state un trampolino ancor più efficace, perché sono un evento più diffuso, che avrebbe interssato diverse aree e sedi.

Certamente, il pericolo della corruzione esiste sempre, non lo si può negare, ma continuare a piegare la testa, a lamentarsi e a dire "non siamo in grado", "non ce la facciamo" ... non è un atteggiamento positivo né produttivo. Il cosiddetto autorazzismo italiano fa male al Paese. In ogni caso, la candidatura non sarà messa nel cassetto: forse le autorità sportive la terranno 'in caldo' in vista di un possibile cambio ai vertici".

Leggi anche l'editoriale di Salvatore Sagone, presidente di ADC Group a QUESTO LINK

 

Chiara Pozzoli