Marco Jannarelli, presidente Next Group, Mauro Martelli, executive creative director Next Group
Inchieste

Inchiesta. Next Group: dopo un fatturato 2018 di 48 milioni di euro (quinto anno consecutivo in rialzo), nel 2019 l’agenzia mira a un ulteriore +10%. Punti di forza: vocazione strategica e costruzione di esperienze memorabili

Continua il viaggio di e20express alla scoperta delle novità, delle vision e dei risultati ottenuti dalle principali agenzie che operano nel settore degli eventi e della live communication. Nell'approccio di Next Group, le tecnologie non rappresentano il cuore dell'evento, ma uno strumento importante per soddisfare gli obiettivi di comununicazione, amplificando l'experience. Jannarelli: "La tutela della proprietà intellettuale delle agenzie è un tema bollente, siamo promotori all’interno del Club degli Eventi di iniziative a riguardo, è arrivato il momento di agire di concerto per mettere in piedi una tutela reale".

Con questa inchiesta facciamo il punto sull’andamento del mercato degli eventi e della live communication nel più ampio contesto della comunicazione.

In particolare, intendiamo informare i lettori di e20express in merito alle novità, alle iniziative e ai risultati ottenuti dalle principali agenzie che operano nel settore.

Oggi pubblichiamo l’intervista a Marco Jannarelli (in foto a sinistra), presidente Next Group (clicca qui per accedere alla Directory), e Mauro Martelli (in foto a destra), executive creative director Next Group.

Alla luce delle trasformazioni che caratterizzano il settore e cogliendo lo stimolo che viene dalle dichiarazioni (e provocazioni) del guru del marketing Seth Godin (i social non servono ai brand, riscopriamo l'attenzione, puntiamo su live e brand experience), come stanno evolvendo le vostre specializzazioni?

Jannarelli: “Non è mai tutto bianco o nero, anche nella comunicazione. È vero che abbiamo a che fare con un settore in costante trasformazione, cosa peraltro inevitabile poiché cambia il linguaggio e si modificano gli strumenti in continuazione, ma non si deve cadere nell’errore di considerare i mutamenti come affermazione di nuovi valori e come affossatori di quello che prima funzionava”.

Martelli: “Godin ora scrive che i social non servono e che l’alternativa è costruire un'esperienza memorabile. Forse il punto è proprio qui. I media sono strumenti e, se aiutano a costruire una esperienza memorabile, allora funzionano. Certo la possibilità di costruire 'brand experience' molto si avvicina al 'mezzo evento', che parla in modo mirato al target e cerca di emozionare e far vivere realmente il mondo del brand al consumatore.

Noi, quindi, siamo sempre molto attenti a questi mutamenti e alle tendenze in atto. Nasciamo con una forte vocazione strategica nell’affrontare i progetti, che per noi sono momenti di comunicazione, e quindi non dobbiamo modificare specializzazioni e vision, ma rafforzare quello che è già probabilmente uno dei punti di forza della nostra struttura: la capacità di analisi strategica del prodotto e dell’azienda, per arrivare a costruire progetti in grado di rispondere alla ricerca di esperienze memorabili”.

Come sta cambiando il rapporto con le aziende clienti? Si parla sempre più spesso di rapporto di partnership, ma quali sono gli elementi chiave di questa ‘nuova’ relazione?

Jannarelli: “È molto difficile generalizzare, ma proprio perché siamo riconosciuti come una agenzia con una forte componente strategica nella realizzazione degli eventi, succede sempre più spesso che clienti importanti si rivolgano a noi proprio in una logica di partnership. Ciò deriva dalla fiducia che il cliente ha verso di noi e dalla grande trasparenza reciproca che, nel tempo, porta a parlarsi da partner.

Questo significa che, con alcuni clienti, non rivestiamo più il solo ruolo dei realizzatori dell’evento, ma lavoriamo al loro fianco per capire a monte come e perché debba essere realizzato l’evento stesso.

Gli elementi chiave sono, quindi, quelli di essere veri consulenti strategici, in termini di obiettivi di comunicazione e anche di corretta assegnazione delle risorse sui progetti che l’azienda prevede di realizzare”.

L’economia italiana continua a faticare, il Pil cresce a rilento. Quanto e in che modo questo contesto influenza l’andamento dell’agenzia?

Jannarelli: “Sinceramente non stiamo subendo la difficoltà della rallentata crescita economica, siamo una agenza che si muove in termini di investimenti con attenzione e quindi siamo pronti a gestire le complessità. Gli ultimi anni ci hanno visto crescere sistematicamente, consolidando i clienti storici, ma anche acquisendo nuovi e importanti brand”.

Come avete chiuso il 2018 in termini di fatturato?

Jannarelli: “Per noi il 2018 è stato molto positivo sotto tutti i punti di vista, a partire dal fatturato che ha raggiunto di 48 milioni di euro, quinto anno consecutivo in rialzo”.

Come è iniziato il 2019? Quali previsioni avete sviluppato per la chiusura dell’anno in corso?

Jannarelli: “Puntiamo a proseguire e consolidare il processo di crescita con l'obiettivo di raggiungere un ulteriore +10%. Ma al di là del fatturato, ciò cui miriamo è il consolidamento delle nostre attività, l’ulteriore fidelizzazione dei clienti, che ci coinvolgono continuamente in nuove gare, che terminano con un'elevata percentuale di vittorie a nostro favore, e la conquista di ulteriori fette di mercato estero”.

L’utilizzo di nuove tecnologie è sempre più importante negli eventi. Quali innovazioni state introducendo? Quali benefici può ricavarne il settore della live communication?

Martelli: “La tecnologia per noi è sempre uno strumento, non il cuore di un evento. Quindi guardiamo e cerchiamo di conoscere tutto quello che il mercato offre. Ma il nostro approccio è quello di utilizzare le tecnologie per soddisfare gli obiettivi di comunicazione che poniamo alla base di ogni progetto.

Se usiamo qualcosa è perché il concept creativo lo richiede e perché pensiamo che dia valore aggiunto al momento di comunicazione. Introduciamo quindi tutto quello che risponde alle necessità del progetto. Non necessariamente andiamo alla ricerca a tutti i costi di nuovi strumenti da inserire esclusivamente per stupire.

Il settore della live communication ricava benefici da tutti gli strumenti che amplificano l’experience, siano essi tecnologici o no, innovativi o del passato. O almeno questo è il nostro approccio. La comunicazione e gli obiettivi del cliente davanti a tutto”.

Quali sono le professioni più richieste dal mercato degli eventi e della live communication? Come evolve il settore? In che direzione stiamo andando?

Martelli: “Sono tutte richieste perché è un settore che vive moltissimo di scuola sul campo, quindi è molto difficile trovare nuove generazioni che si possano definire formate. Dovendo rispondere direi che la capacità di creare nuovi format è molto importante, ma non so in cosa si traduca in termini di professione, forse quella del content manager? Ma anche i producer veri sono sicuramente richiesti. Figure che sappiano calare nella realtà quello che i creativi pensano e propongono ai clienti.

Il settore evolve per definizione e forse un’area importante, che assume sempre più importanza è quella legata all'ambito della sicurezza, tema evitato da gran parte dei player e, fino a non molto tempo fa, poco considerato anche dalle aziende. Oggi lavorare in modo corretto e in regola in ogni momento e aspetto della realizzazione di un progetto è un punto fermo. Certamente lo è per noi e per molte agenzie importanti, ma non ancora per tutte”.

Tra i temi caldi c’è quello della ‘tutela della proprietà intellettuale’ delle agenzie, come per esempio la tutela dei format e degli elementi caratterizzanti gli eventi. Qual è la vostra opinione a riguardo?

Jannarelli: “Tema bollente direi, non solo caldo. Da sempre. Siamo i promotori, all’interno del Club degli Eventi e della Live Communication (promosso da ADC Group, ndr), di un’importante iniziativa al riguardo. Quello degli eventi non è un mondo privo di diritti, anzi. È arrivato il momento che le agenzie agiscano di concerto per mettere in piedi una tutela reale. Non parlo di un’opera giuridica, ma di strumenti pratici: dalla predisposizione di lettere e accordi di segretezza a sistemi di registrazione con data certa dei nostri progetti. Non vogliamo solo tutelare format, ma avere la garanzia che le idee contenute nei nostri progetti, soprattutto se presentate in fase di gara, non servano, se non scelte, a muovere e stimolare chi, per esempio, si aggiudica alla fine l’incarico”.

Mario Garaffa