Inchieste

La cultura si ritira dalle piazze. Fanucci: investiamo i fondi pubblici in tv

Venti di crisi sui premi e i festival letterari, scatenati dal clamoroso arresto del patron del premio Grinzane-Cavour e dalle polemiche a ruota su tutto il sistema italiano della promozione della cultura. Gian Arturo Ferrari, direttore generale Libri Mondadori: "I soldi ci sono ma sono investiti male". L'editore Fanucci: "Investiamoli promuovendo i libri in televisione".

Dopo la bufera che si è scatenata da almeno due settimane circa la validità dei premi letterari (vedi il caso Grinzane Cavour, che ha portato all'arresto del patron Giuliano Soria o Strega) e dei grandi eventi letterari, filosofici, scientifici nelle piazze più note della cultura (Modena, Bologna, Venezia per citarne alcune), spunta una ricerca dell'Irer, l'Istituto Regionale di Ricerca della Lombardia, curata da un'equipe della Bocconi che svela le cifre e i ritorni sugli investimenti del 'festivalificio' italiano.
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Sono 1200 i festival che ogni anno, grandi o piccoli, si affacciano su tutto il territorio italiano. 33 i più importanti, che a seconda del prestigio e dell'importanza che rivestono portano un indotto sul territorio che arriva addirittura a decuplicarne l'investimento: è il caso ad esempio del Festivaletteratura di Mantova (nella foto l'edizione 2008), che ha ricevuto un finanziamento di 1.4 mln di €. I costi dei festival oscillano dai 40/50mila € per le manifestazioni più piccole sino ai 3mln di euro utilizzati per il Festival della Scienza di Genova, della durata di due settimane.

Ma ora sembra che la cultura di piazza sia in crisi. Dopo l'arresto di Giuliano Soria, patron del premio Grinzane Cavour, accusato di aver intascato centinaia di migliaia di euro 'prelevandoli' dai budget del festival, e dopo le polemiche sulla validità dello Strega, da cui si sono ritirati per protesta gran parte degli editori tranne Ferrari_Gian_Arturo_dirgenLibriMondadori.JPGMondadori, Einaudi, Bompiani e Feltrinelli, è la volta dei festival che non si fanno. Il Festival della Politica, fortemente voluto dall'editore Giuseppe Laterza, ha dovuto chiudere i battenti a Bologna a causa del ritiro del suo principale investitore, il presidente della Fondazione Carisbo Fabio Roversi Monaco. Così come il Festival di Modena, che si è visto ridurre i budget per la manifestazione di quest'anno.

Queste vicende hanno provocato i commenti dei personaggi di punta dell'editoria, in primis Gian Arturo Ferrari (foto a sinistra), direttore generale Libri Mondadori, che alla Fiera di Bologna ha dichiarato: "I soldi vengono spesi per premi, premietti, celebrazioni e festival. Tutte cose che hanno un ritorno per gli enti locali ma non per la lettura. Non è vero che non ci sono i soldi pubblici, se ne spendono forse troppi, ma Fanucci_Sergio.jpgmale". Si accoda l'editore Sergio Fanucci (foto a destra), che aggiunge "È vero, spesso i soldi sono spesi male. Perchè non investirli nella televisione, che per la promozione dei libri potrebbe fare molto?".

Il ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi sembra approvare la proposta, poiché mercoledì dichiarava, commentando la provocazione di Alessandro Baricco secondo cui andrebbero aboliti i fondi pubblici per la cultura: "Ha ragione Baricco nel dire che il denaro pubblico deve fare un passo indetro a favore dell'iniziativa privata. I fondi pubblici dedicati al sostegno alla qualità dovrebbero spostare l'attenzione, le intelligenze e le risorse su scuola e televisione, dove si combatte la battaglia della difesa dei valori della cultura".

V.Ven.