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Inchieste

Mastrapasqua (CWT M&E Italia): "Roma 2024? Un'importante opportunità mancata, ma il business per la meeting industry sta altrove"

Roma ha rinunciato a portare avanti la candidatura di Roma a sede delle Olimpiadi del 2024. Cosa ne pensano i professionisti del mondo degli eventi e della comunicazione?

Sono passati pochi giorni da quando il sindaco di Roma Virginia Raggi ha annunciato il NO ai Giochi Olimpici 2024 (leggi la news a QUESTO LINK) e giovedì 29 settembre si è svolta l'assemblea capitolina per il consiglio straordinario sulle Olimpiadi. Un nulla di fatto, dal momento che la direzione presa è stata confermata: Roma 2024 non è, come aveva dichiarato Raggi, una priorità per Roma.

Anche il presidente del Comitato Promotore di Roma 2024 Luca Cordero di Montezemolo ha dichiarato "Siamo tutti convinti che è un discorso chiuso e basta".

A seguito dei fatti si sono scatenate le reazioni del mondo politico, sportivo e, anche, della comunicazione.

Cosa ne pensano le agenzie di eventi e i professionisti del mondo della comunicazione? Abbiamo interpellato alcuni dei protagonisti della event industry per capire il sentiment all'indomani dell'annuncio.

Risponde Armando Mastrapasqua, senior director CWT Meetings&Events Italia: "Certamente i grandi eventi come le Olimpiadi, o più ancora Expo, possono contribuire a stimolare la domanda e generare business anche nel mercato degli eventi, con positive ricadute sul territorio. Come CWT M&E siamo sempre stati molto attivi nell’ambito degli eventi sportivi, come dimostra anche l’accordo recentemente siglato con il CONI - a seguito della vittoria della gara - per la distribuzione in Italia di pacchetti per le Olimpiadi Invernali che si terranno in Corea nel 2018. Ogni nuova occasione nel nostro Paese sarebbe quindi benvenuta e positiva.

La decisione di non concorrere a ospitare l’edizione delle Olimpiadi di Roma del 2024 rappresenta pertanto un’importante opportunità mancata. Se alla base dei grandi eventi ci fosse una gestione efficiente, lungimirante e capace di garantire continuità nel tempo ai tanti progetti e infrastrutture realizzati, i benefici sarebbero considerevoli non solo per l’immagine del territorio ma anche per aumentarne concretamente la competitività. Varrebbe dunque sempre la pena scommetterci e fare di tutto per portarli sul territorio. Purtroppo si è scelto di non intraprendere una sfida che in altri contesti - e penso a Expo 2015 - ha dimostrato di poter divenire un caso di successo.

Bisogna però guardare avanti. Personalmente sono convinto che la vera e attuale sfida per la meeting industry italiana sia far comprendere ai committenti - aziende in primis - il valore aggiunto offerto da una gestione più strategica e innovativa degli eventi. Le agenzie vengono coinvolte solo per un quarto degli eventi realizzati; c’è quindi già ora sul mercato italiano un grande potenziale di business inespresso da intercettare. Occorre quindi continuare a investire innanzitutto al proprio interno per innalzare ulteriormente professionalità e offrire strumenti sempre più sofisticati e efficaci".

 

Leggi anche l'editoriale di Salvatore Sagone, presidente di ADC Group a QUESTO LINK

 

Chiara Pozzoli