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Bea Festival. Agenzie e aziende a confronto: per accrescere la cultura degli eventi in Italia occorre fare formazione e coinvolgere anche gli uffici acquisti. Il Club degli Eventi in prima linea

Le gare annullate, le difficoltà nel trattare con gli uffici acquisti, i webinar che il Club degli Eventi e della Live Communication organizzerà per approfondire temi specifici. Si è parlato di questo e di molto altro in occasione della tavola rotonda organizzata per stimolare il dialogo tra aziende e agenzie. Ecco che cosa è emerso.

Ultimo appuntamento della giornata al Bea Festival, l'attesa tavola rotonda del confronto tra agenzie e aziende. Sul piatto, tutte le difficoltà insite in una relazione che, se ben costruita, può portare a grandi risultati. 

"Dobbiamo tenere conto che le aziende che siedono a questo tavolo sono aziende virtuose, che conoscono il settore degli eventi e le sue dinamiche - ha puntualizzato Alfredo Accatino, direttore creativo e partner Filmmaster - . Purtroppo, non è un campione rappresentativo del mercato, perché ciò che si avverte invece è una generalizzata mancanza di cultura degli eventi da parte delle imprese, che spesso si affidano all'improvvisazione. Servirebbe innanzitutto fare formazione al management deputato ad occuparsi di eventi".

"Propongo per il prossimo anno un confronto più serrato - ha rilanciato Accatino - : invitiamo aziende e agenzie a scrivere davvero ciò che pensano le une delle altre. Credo che ne potrebbe nascere un'interessante pièce teatrale".

"Lo scambio culturale senza dubbio è utile - ha affermato Mario Viscardi, partner di Piano B - , personalmente credo che molti degli aspetti di cui le aziende si lamentano rispetto al rapporto con le agenzie siano dovuti in realtà al modo di rapportarsi degli uffici acquisti, dunque sarebbe bene coinvolgere anche questi ultime nelle occasioni di confronto".

Secondo Paolo Teoducci, responsabile brand strategy e media - research & benchmarking presso TIM, in effetti serve uno sforzo culturale per educare gli uffici acquisti a collaborare in modo proficuo con le agenzie di eventi. Un impegno che però, a parere del manager, difficilmente le aziende possono assumersi. "Dovrebbe farlo un organo esterno, come ad esempio il Club degli Eventi e della Live Communication", ha proposto il manager. 

"Gli uffici acquisti seguono altre logiche e hanno altri obiettivi - ha sottolineato Riccardo Belli, Advertising, Events & Sponsorship manager di Eni -, ma credo che il compito di 'educarli' spetti a noi imprese". 

Sicuramente essere valutati soltanto in base al prezzo è piuttosto svilente, come ha messo in luce Gianfranco Maiorana, Ceo Creo International Group. "Purtroppo nelle aziende molto strutturate spesso accade così, un meccanismo che di fatto spinge le agenzie a fare dumping", ha detto Maiorana. 

Che si parli o meno di uffici acquisti, sta di fatto che il tema della formazione resta cruciale. "Attraverso il Club degli Eventi e della Live Communication bisognerebbe dare vita a un Master o comunque a un percorso formativo destinato alle aziende solo sulle tematiche relative agli eventi, per creare cultura in merito", ha affermato Alberto Cassone, partner Alphaomega.

Il Club, d'altra parte, che ha tra i suoi obiettivi anche l'accrescimento della cultura degli eventi in Italia, ha in programma, come ha anticipato Salvatore Sagone, presidente ADC Group, l'organizzazione di webinar ad hoc su temi specifici, destinati proprio alle imprese. 

La formazione è utile anche per evitare comportamenti spiacevoli, talvolta assunti involontariamente, proprio per mancanza di cultura, in sede di gara. "Molto spesso accade che le gare vengano annullate, quasi senza spiegazione. Ma noi agenzie in sede di gara impieghiamo tempo e risorse preziose per mettere a punto un buon lavoro, dunque credo sarebbe corretto che le imprese in questi casi riconoscessero una minima retribuzione", ha dichiarato Tomaso Cavanna, Ceo & Founder Punk For Business. 

Tuttavia Paola Ferrigato, Head of Events Unicredit, ha sottolineato che spesso l'annullamento di un pitch è una decisione subita anche dai manager d'azienda. "Siamo i primi a non conoscere le motivazioni - ha detto la manager - e spesso non abbiamo alcuna voce in capitolo". 

"Certo, sono d'accordo nel ritenere che in questi casi dovrebbero esserci degli obblighi nei confronti delle agenzie coinvolte", ha detto Teoducci.

Per non parlare del fatto che alcune imprese ritangano lecito utilizzare la creatività portata in sede di gara dalle strutture invitate che non hanno vinto. Nel complesso, sembra dunque che, se da un lato la cultura nei confronti del settore degli eventi è aumentata, dall'altro resta la consapevolezza che c'è ancora molto lavoro da fare.

La tavola rotonda è stata l'occasione anche per fare il punto sulle società che offrono servizi di catering, per la prima volta protagoniste quest'anno al Bea Italia grazie al Best Catering Award. "Personalmente ho sempre avuto a che fare con partner affidabili sia dal punto di vista della qualità del cibo che della capacità organizzativa", ha affermato Ferrigato. 

"Sono convinto che il catering sia uno degli aspetti fondamentali di un evento e che per avere successo si debba proporre qualcosa di innovativo", ha spiegato Luca Corsi, Communication & Events Manager di ‎Vorwerk Folletto. 

"Pesonalmente penso che una delle criticità da risolvere sia il fatto che le società di catering spesso non hanno problemi a fornire il cibo, ma mettono a disposizione poco personale", ha messo in evidenza Davide Bertagnon, managing director Access. Per Teoducci invece un altro aspetto da migliorare sarebbe la gestione del tavolo, che non sempre avviene in modo efficace. 

Se da un lato Maiorana ha ammesso che "spesso nelle agenzie non c'è la cultura del catering e che si tratta invece di un aspetto che va gestito in modo professionale", dall'altro Belli ha sottolineato che "non deve diventare un mero esercizio di stile". Mentre Accatino ha ricordato che chi opera nel settore dovrebbe rafforzare la propria identità, poiché in generale "si nota la tendenza all'omologazione". 

Rachele Limonta, Amministratore Unico - ‎Area Kitchen, presente in platea, ha risposto mettendo in luce i problemi riscontrati proprio dalle società di catering.  "Spesso abbiamo non poche difficoltà a ricevere brief dalle agenzie con alcune informazioni chiave, perché manca di fatto un interlocutore preparato sull'argormento - ha spiegato - . Inoltre, quasi sempre non sappiamo quale sia il budget che abbiamo a disposizione, un'indicazione che per noi è invece fondamentale". 

Serena Piazzi

 

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