Industry

Coronavirus: defezioni a catena per l'event industry mondiale. Per quella italiana gli eventi all’estero sono, al momento, posticipati al 2° semestre

Un effetto domino inarrestabile che non risparmia nessun settore o luogo di aggregazione, quello causato sull'economia globale dallo stato di allerta legato alla diffusione del contagio da Coronavirus. Abbiamo a tale proposito raccolto le opinioni di Giorgia di Filippo e Valentina Ricci, Head of Operation rispettivamente di Roma e Shanghai Triumph Group, e Giancarlo Giumelli, presidente H&A Europe. Per i quali la situazione non appare ancora compromessa.

L'economia globale è messa a dura prova dall'emergenza Coronavirus, che oltre a bloccare le produzioni nelle fabbriche e rallentare il commercio, sta condizionando anche i grandi eventi locali e internazionali.

Il Singapore Airshow, biennale delle tecnologie aerospaziali, in calendario fino al 16 febbraio, sarebbe la fiera di settore più grande dell’Asia, ha visto ritirarsi più di 70 espositori e dimezzare i biglietti. La fiera degli agenti di viaggio del prossimo weekend a Singapore è stata spostata a maggio e così la fiera del libro di Taipei; quella dell’import-export di Shanghai, prevista ai primi di marzo, a data da destinarsi.

Vi sono, però, ricadute dello stato di allerta che si è creato anche lontano dalla Cina. E' di questi giorni la notizia che la più importante fiera sulla telefonia mobile, il Mobile World Congress di Barcellona, potrebbe essere cancellata per via delle numerose aziende tecnologiche come Sony, LG, Ericsson, Facebook, Cisco, Sprint, Nvidia, Amazon, che hanno disdetto la loro partecipazione. Nonostante le misure preventive messe in atto dagli organizzatori quali disinfezione costante degli stand, assistenza medica in loco, embargo ai visitatori dallo Hubei e a chi è stato in Cina negli ultimi 14 giorni.

L’organizzazione di una fiera richiede tempo, allestimento, pagamenti anticipati, ci sono fiere che vengono programmate con mesi di anticipo. Un enorme danno per tutti gli eventi che sono stati cancellati o posticipati non solo per la Cina ma, anche, per il nostro Paese in cui sembra che l’isteria collettiva stia prendendo il sopravvento.

La popolazione, temendo di poter contrarre il virus, preferisce evitare grandi esposizioni, conseguenza dannosa per molti eventi attuali che hanno subito un drastico calo dei visitatori, in alcuni casi dell’80%, come per il Festival dei due mondi a Milano.

Molti organizzatori ed enti fieristici stanno cercando di contenere le perdite e di adottare tutte le misure preventive possibili, dal disinfettante per le mani a una serie di squadre mediche pronte ad intervenire per far fronte a qualsiasi situazione, in modo da rassicurare i visitatori.

Alcuni economisti ritengono che ci vorranno sei mesi per una ripresa mondiale dell’economia, confrontando questo virus con quello del 2003, la Sars. Tuttavia, lo scenario mondiale ha subito un grande cambiamento dall’ultima epidemia, in quanto dal 2003 il peso dell’economia cinese rispetto a quella globale è cresciuto del +13%, per cui le conseguenze sarebbero decisamente peggiori.

Relativamente alla situazione in Italia abbiamo raccolto il commento di Giorgia di Filippo e Valentina Ricci, Head of Operation rispettivamente di Roma e Shanghai di Triumph Group, per capire meglio come il fenomeno stia impattando il nostro mercato. Le manager ci hanno confidato che: "Per il momento i nostri clienti non hanno annullato gli eventi in territorio cinese ma li hanno spostati nell’immediato futuro. C’è speranza, insomma, che l’emergenza possa essere superata. È chiaro che tutte queste dilazioni inficeranno i risultati delprimo e, probabilmente, anche del secondo trimestre, creando un naturale surplus sul terzo e quarto. Lato clienti non ravvisiamo tutt’ora allarmismo: c’è grossa comprensione del momento visto che non si vuole recare stress aggiuntivo ai propri ospiti."

Lato organizzatori, come sta cambiando il lavoro con gli adeguamenti ai protocolli internazionali in ambito sicurezza? "In Cina le Autorità locali hanno indetto una chiusura posticipata degli uffici dopo il capodanno cinese, che ci siamo sentiti di prolungare fino alla prossima settimana, favorendo l’home working dei nostri colleghi. Dal punto di vista dei partecipanti, invece, al momento ogni evento è annullato, pertanto il problema è risolto all’origine. È come se fossimo in una gigantesca bolla spazio-temporale che tutti si augurano duri il meno possibile" ha dichiarato Valentina Ricci. Le ha fatto eco Giorgia di Filippo aggiungendo per il nostro Paese: "In Italia, invece, in questi primi eventi del 2020, non abbiamo ravvisato allarmismi particolari in quanto v’è grande fiducia negli interventi del Governo italiano e non abbiamo dovuto avere delle misure cautelative aggiuntive nei confronti dei nostri ospiti".

Una situazione di stasi anche per i viaggi incentive e gli eventi all’estero. E' quanto ha dichiarato ad e20express il presidente di H&A Europe Giancarlo Giumelli. Il manager ci ha spiegato: "Tutte le aziende si sono fermate, per policy non vanno più all’estero in attesa di capire cosa succederà. La maggior parte di loro ha spostato le partenze nella seconda parte dell’anno o ha riconvertito un evento all’estero con uno in Italia. Al momento le conseguenze economiche sono sotto controllo perché stiamo assistendo a spostamenti di operazioni dalla prima alla seconda parte dell’anno, perciò nessuna cancellazione. Gravissimo sarebbe se il Coronavirus non si bloccasse nei prossimi tre mesi".

Infine, sulle procedure di sicurezza Giumelli ci confida che: "Al momento sono più parole che fatti. Si evitano le destinazioni a rischio, ma non si assiste ad una interferenza dei responsabili della sicurezza delle aziende sui contenuti delle iniziative. Parecchie aziende hanno questa carica in essere e queste persone interferiscono con noi organizzatori, ma in modo decisamente light".

Maria Ferrucci