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Covid, quando finirà la Pandemia? Navarro (Oms): "Si vede la luce in fondo al tunnel". Lopalco: "Forse tra un mese". Secondo uno studio USA potremmo non accorgercene. In UK via Green Pass e restrizioni

Per la prima volta si è sentita nominare la parola 'fine' relativamente all'incubo che da due anni sta opprimendo la vita delle persone e le economie di tutto il mondo. Un cauto ottimismo nato sulla scia di quanto sta accadendo nel Regno Unito in cui i contagi sono crollati del 40% in una settimana. Una decrescita dei casi attesa a breve anche nel nostro Paese, che consentirà di rivedere le misure restrittive.

Dopo due anni di Pandemia da Covid-19, finalmente si è sentita nominare la parola "fine". A farlo è stato il responsabile per il Covid all’Organizzazione Mondiale della Sanità David Nabarro commentando i dati del crollo del 40% in una settimana nei contagi della Gran Bretagna.

“Analizzando quanto sta accadendo in UK, sembrerebbe intravedersi la luce alla fine del tunnel ed è possibile immaginare che la fine della pandemia non sia troppo lontana” ha dichiarato Nabarro.

Una notizia positiva al punto che nel Regno Unito le istituzioni stanno mettendo a punto la strategia di ritorno a una normalità senza Green Pass e restrizioni già a partire da fine gennaio.

Il professor Robert Dingwall, già membro della Commissione governativa inglese per le vaccinazioni e le immunizzazioni (Jcvi) e tra i maggiori esperti di sociologia medica e politiche sanitarie, in un’intervista al Fatto Quotidiano spiega le motivazioni alla base della decisione inglese: "Il piano è quello di rimuovere tutte le restrizioni, compresi i pass vaccinali, salvo due eccezioni. Potrebbe comunque rimanere il tampone negativo per alcuni casi particolari, così come l’uso delle mascherine: una raccomandazione, non obbligo. Inoltre, è in corso un dibattito sull’obbligo vaccinale imposto agli operatori sanitari. Questo perché il Covid sarà paragonabile per gravità all’influenza: in pochissimi avranno bisogno di cure ospedaliere, a meno che non siano soggetti a rischio. I Paesi europei probabilmente si muoveranno a velocità diverse, a seconda del livello di paura e di ansia delle popolazioni, dei rischi considerati tollerabili e dell’impatto economico. I Paesi ad alta vocazione turistica penso si muoveranno più rapidamente. Potrei viaggiare in Italia, per esempio, ma sceglierei di farlo se le mie vacanze fossero condizionate dalle attuali restrizioni?".

A proposito del nostro Paese, nonostante la pandemia viaggi a velocità differenti nei vari paesi del mondo, anche in Italia si è iniziato a percepire un sentiment positivo riguardo alla fine della pandemia.

Rassicuranti a tal proposito le parole del sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri: “Si dovrebbe avere toccato il picco dei contagi e assisteremo a breve a una decrescita dei casi. Questo consentirà di rivedere le misure restrittive”. 

Gli fa eco l'epidemiologo Pier Luigi Lopalco, docente di igiene all’Università del Salento, che addirittura si sbilancia sulle tempistiche di risoluzione della problematica, dichiarando a Un giorno da pecora su Rai Radio 1: "Il picco dei contagi è ormai stato raggiunto. Questa settimana sarà determinante per consolidare i dati e avere la conferma definitiva. ll mese prossimo questa situazione potrebbe non esserci più. Non voglio fare previsioni troppo ottimistiche ma credo che in primavera potremo fare i conti con una situazione nuova, con la popolazione in gran parte vaccinata oppure entrata in contatto col virus".

Ma come si arriverà alla fine della pandemia? Uno studio americano prova a rispondere arrivando alla conclusione che potremmo non accorgercene.

Non ci sarà il raggiungimento dell'immunità di gregge o una dichiarazione ufficiale, ma "avverrà gradualmente e in modo non uniforme”. Questa la proiezione dei due ricercatori statunitensi, David Robertson di Princeton e Peter Doshi dell'Università del Maryland, pubblicata sul British Medical Journal

Il lavoro dei due ricercatori sul termine della pandemia ha analizzato quanto accaduto nel 1918 con l'influenza spagnola, nel 1957 con l'asiatica e nel 1968 con l'influenza di Hong Kong.

"Lungi dall'essere una 'fine' drammatica, le pandemie svaniscono gradualmente mentre la società si adatta a convivere con il nuovo agente patogeno e la vita sociale torna alla normalità. La pandemia di Covid-19 “sarà finita quando spegneremo i nostri schermi e decideremo che altre questioni meritano ancora una volta la nostra attenzione" dichiarano i ricercatori.

MF