Industry

Nuovo lockdown per l'intera event & meeting industry: il Dpcm del 25 ottobre ferma anche le fiere. Il comparto reclama provvedimenti economici e fiscali immediati

Dopo il divieto alle attività convegnistiche e congressuali in presenza imposto dal decreto del 18 ottobre, arriva ora un'ulteriore stretta su un settore già in ginocchio a causa del lungo periodo di fermo che ha subito da febbraio a settembre scorsi.

Il nuovo Dpcm firmato dal premier Giuseppe Conte il 25 ottobre (in allegato), ferma anche le fiere arrivando a chiudere l'intera industria degli eventi e dei congressi che già con il decreto del 18 ottobre (leggi news) aveva dovuto bloccare l'attività convegnistica in presenza. Regole che rimarranno in vigore per circa un mese, da lunedì 26 ottobre al 24 novembre.

Il colpo di grazia ad un settore già fortemente provato dalle misure anti-contagio che ne hanno bloccato l'attività da febbraio a settembre scorsi. Primi a fermarsi e ultimi a ripartire, gli eventi e i congressi rappresentano un comparto che da solo genera un indotto di 64,7 miliardi di euro con un impatto diretto sul Pil di 36,2 miliardi di euro/anno (l’Italia rappresenta la sesta nazione al mondo per impatto economico generato dal settore degli eventi e dei congressi) e che impiega 569 mila addetti.

Sotto l'#SOScongressiEconvegni e il pay off un'industria in agonia, il settore dei congressi e dei convegni chiede ascolto e attenzione a Governo e Parlamento dandosi appuntamento domani 27 ottobre davanti a Palazzo Chigi per chiedere supporto a un settore in agonia ingiustamente discriminato (leggi news).

Da quando sono riprese le attività del settore, dopo la fase di lockdown, è stato applicato da tutti gli organizzatori di eventi e congressi un rigidissimo protocollo di accesso e regole sulla sanificazione che potevano garantire un alto livello di sicurezza con grande attenzione anche sul fronte del distanziamento. 

Salvatore Sagone, presidente ADC Group

Come già spiegato dal portavoce del Club degli Eventi e della Live Communication e di #Italialive Salvatore Sagone: "con i protocolli di sicurezza adottati partecipare a una convention, un congresso o un meeting è diventato più sicuro che andare al supermercato.  Alla luce del recente decreto denunciamo la situazione di agonia in cui tutto il comparto della event industry viene a trovarsi. Urge quindi un'attenzione particolare da parte del governo in termini di ristori e supporto economico e fiscale alle aziende e ai lavoratori della filiera."

Maurizio Danese, Presidente AEFI

“Il nuovo DPCM che entra in vigore lunedì 26 ottobre, prevede la chiusura immediata di tutte le manifestazioni fieristiche. Il provvedimento è uno shock gravissimo per il settore fieristico per il quale serve un atto urgente con un intervento economico a fondo perduto. Il Governo deve dare risposte immediate alle fiere, alle quali aveva garantito che una eventuale stretta sarebbe stata programmata. La sospensione immediata non solo causa ulteriori ingenti danni a un settore già messo in ginocchio da una chiusura forzata da marzo al primo settembre, che ha causato la perdita di oltre il 70% del fatturato, ma è una ulteriore mazzata economica per quartieri che avevano già avviato gli allestimenti per le manifestazioni che si dovevano tenere nei prossimi giorni. Le fiere richiedono tempi lunghi di preparazione e grandi investimenti sia per chi le realizza che per gli espositori e per le società che contribuiscono alla loro realizzazione e non si può chiudere il settore da un giorno all’altro. Speriamo che la promessa del Premier Conte e del Ministro Di Maio di un intervento di ristoro a fondo perduto per il settore si concretizzi immediatamente” commenta Maurizio Danese, presidente di AEFI-Associazione Esposizioni e Fiere Italiane.