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La ricerca Astarea mostra la crescita delle rp

Tale ricerca mira a porre un confronto diretto tra le varie discipline del mondo della comunicazione: il modello archetipico è dato dalla alla realtà statunitense che, in uno scenario internazionale, mostra come le PR costituiscano una modalità di comunicazione alternativa e valida per integrare l'adv classico.

mala copia.JPGNella sua sede di Corso Venezia, MS&L, agenzia di relazioni pubbliche a servizio completo, ha presentato la ricerca Astarea "Marketing e Relazioni pubbliche: un rapporto in evoluzione", che, per la tematica affrontata, rappresenta un caso senza precedenti nel panorama italiano. 

Tale ricerca mira a porre un confronto diretto tra le varie discipline del mondo della comunicazione: il modello archetipico è dato dalla alla realtà statunitense che, in uno scenario internazionale, mostra come le PR costituiscano una modalità di comunicazione alternativa e valida per integrare l'adv classico. 
Il raffronto tra la nostra realtà e quella statunitense è ben delineato dalla chiarezza dei dati emersi: la gestione del communication mix in Italia nel 12% dei casi è delegata ad agenzie di pr, mentre, negli Usa, la quota sale al 26%.

Il lavoro è stato condotto su un campione di 71 imprese appartenenti diversi settori merceologici, attraverso internet e colloqui individuali. Il 91% delle aziende intervistate ha scelto di investire in relazioni pubbliche (in particolare il 20% più di 5 milioni, un altro 20% tra i 2 e i 5 milioni e il 41% meno di 2 milioni). Nel 38% dei casi il budget in attività di marketing communication nel 2005 è cresciuto. Il 63% si avvale della consulenza di agenzie di pr, mentre, nel 66% dei casi le pr sono gestite direttamente da un dipartimento interno alle medesime aziende, che, tutt’al più, si rivolgono a una collaborazione esterna.
Molto più alto il tasso di esternalizzazione nel caso della creatività pubblicitaria, dal momento che risulta difficile, in questo caso, per le aziende organizzare un team creativo interno.

Adriana Mavellia (nella foto in alto a sinistra), presidente di MS&L, ha illustrato, durante la presentazione della ricerca, i risultati soddisfacenti registrati dall’agenzia relativamente alla crescita riconducibile all’ultimo anno e legata all'acquisizione di nuovi clienti da un lato, all’ampliamento di incarichi già esistenti dall’altro.
Mavellia ha poi introdotto quelle che possono considerarsi le novità più importanti riguardanti MS&L. Tra queste, la partecipazione a una gara per la revisione del marchio di un’ importante multinazionale, e anche l’incarico affidato, da un’altra grossa multinazionale, per la gestione della propria comunicazione a tutto tondo, compresa la scelta e coordinamento dei partner per creatività e pianificazione.

"Questo nuovo incarico – ha concluso Mavellia – in un certo senso rappresenta per noi il varco della linea Maginot: finalmente una agenzia di PR viene scelta come consulente per la gestione della strategia di comunicazione a 360°".

Il caso di MS&L testimonia la volontà crescente di valorizzare questa modalità comunicativa nel panorama della comunicazione in Italia.
La tendenza dello scenario contemporaneo sembra confermare questa direzione, già visibile in maniera definita nel mercato precursore americano.

Il 39% delle aziende intervistate ha dichiarato che l'agenzia di pr rappresenta il partner più efficace nell'adattarsi alle esigenze di comunicazione dell'azienda, perchè più duttile rispetto ad altre strutture, e competente a 360°. Le attività di pubbliche relazioni iniziano a ottenere importanti 'percentuali' anche per quanto riguarda il lancio di nuovi prodotti, campo fino ad ora appannaggio di agenzie creative e centri media. È ormai chiaro alle aziende che l'efficacia di una iniziativa di comunicazione non è legata necessariamente all'investimento profuso, o al numero di grp acquistati. Preponderante diventa la valutazione del roi. Alla luce di questa considerazione è auspicabile che il budget delle aziende dedicato alla ricerca sui risultati della comunicazione cresca sensibilmente, considerando che attualmente nel 43% dei casi è pari a zero.