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Per trasformare un grande evento in un successo duraturo, capace di incidere positivamente sullo sviluppo della città che lo ospita, occorrono doti manageriali solide e capacità di attirare investimenti

L’obiettivo è evitare che l’appuntamento si concluda e lasci tutto così com’era prima, vanificando un’opportunità irripetibile di cambiamento, anche per le città coinvolte. Il tema è stato affrontato nell’ambito di un interessante articolo pubblicato dal Corriere della Sera del 18 giugno 2019, che a sua volta ha preso spunto dal confronto ‘Event-able, le città e l’eredità dei grandi eventi’, organizzato al Padiglione Rinasco di Fabriano, nell’ambito della 13esima Conferenza annuale delle città creative Unesco, da Ppan - Piattaforma di comunicazione e networking per il costruito. Punto di partenza del dibattito un complesso database (Event-able.org), che ha raccolto tutti i materiali su ottanta casi di grandi eventi nel mondo dal 2004 a oggi.

Come trasformare un grande evento in un successo duraturo e strutturale? Cosa fare affinché l’appuntamento riesca a incidere realmente e positivamente sullo sviluppo della città che lo ospita? Si tratta di temi complessi che se sono stati affrontati nell’ambito di un interessante articolo firmato da Paolo Conti sul Corriere della Sera del 18 giugno 2019, che a sua volta ha preso le mosse dal confronto ‘Event-able, le città e l’eredità dei grandi eventi’, organizzato al Padiglione Rinasco di Fabriano, nell’ambito della 13esima Conferenza annuale delle città creative Unesco, da Ppan - Piattaforma di comunicazione e networking per il costruito.

Il punto di partenza del dibattito e dell’analisi è un complesso database (Event-able.org), che ha raccolto tutti i materiali su ottanta casi di grandi eventi nel mondo dal 2004 a oggi. Per l’Italia, per esempio, come spiega Conti, sono stati analizzati i casi di Genova Capitale Europea della Cultura 2004, del G8 a L’Aquila nel 2009, dell’Expo a Milano del 2015 e di Cortina 2021 per i Campionati mondiali di sci alpino.

Dall’analisi dell’impatto che può avere su un territorio la realizzazione di un grande evento (internazionale, sportivo o culturale) si ricavano i cinque nodi fondamentali che caratterizzano un ‘buon evento’. Vediamoli seguendo la sintesi che ne ha fatto Conti sul Corriere.

Primo punto: un ‘evento positivo’ sa cogliere la vocazione del territorio, evita innesti artificiali e lontani dalla cultura e dalla sensibilità locale, fa in modo che il luogo venga percepito come il perno dell’appuntamento. Secondo: l’avvenimento si basa su una programmazione di lungo periodo per evitare improvvisazioni e per poter affrontare eventuali imprevisti. La programmazione sa essere trasversale (la pianificazione del territorio, lo scambio pubblico-privato, il nodo ambientale e quello della comunicazione). In questo modo le diverse realtà della città vengono coinvolte ed escono trasformate e arricchite dall’evento. Terzo: occorre certezza dei fondi e capacità di attirare risorse dai privati proprio puntando su una capacità di programmazione di lungo periodo. Quarto punto: è essenziale un programma culturale ampio e stratificato che coinvolga la popolazione locale e aumenti quindi la capacità di attrattiva del territorio anche nel futuro, a evento concluso. Quinto: è fondamentale ‘fare rete’ con le città vicine per mettere a frutto non solo la collaborazione ma anche la competizione costruttiva. In questo senso assume importanza proprio la piattaforma che può aiutare a fare sistema tra le città dei grandi eventi”.

Infine qualche dato sui grandi eventi del recente passato. “Marsiglia Capitale Europea della Cultura 2013 - spiega Conti - ha portato circa 600 milioni di euro in infrastrutture culturali. Anche Genova ha fatto la sua parte, generando un aumento del turismo (‘spalmato’ nel 2004, anno della sua carica di Capitale Europea della Cultura) di quasi l’8 per cento. Nel 2004, anno di conferimento del titolo, Genova ha fatto registrare un repentino e notevole incremento sia di arrivi che di presenze (rispettivamente +17,4% e +10,5%), dice il rapporto”. Quanto a Milano 2015, “i ricavi dell’anno 2015 ammontano a 736,1 milioni di euro, fanno sapere da Event-able, mentre i costi di gestione stanno a 721,2 milioni”.

Passando a Cortina 2021, Conti cita l’analisi di Susanna Sieff di Fondazione Cortina 2021: “Stiamo cercando ovviamente di limitare l’impatto ambientale, che comunque in un territorio tutelato dall’Unesco come quello che ospiterà un importante appuntamento sportivo,è inevitabile ci sia. Il punto d’equilibrio può essere l’impatto sociale che darà una nuova veste a Cortina, garantendo all’evento il ruolo di acceleratore che gli è proprio”.

MG