Industry

Sul Sole 24 Ore e altri media di settore i risultati della quarta release della ricerca targata Astra/Club degli Eventi sull'impatto del Covid-19 sulla event industry

Per il comparto il 2020 chiuderà con un fatturato in calo mediamente del -70% e un impatto devastante sul fronte occupazionale. Intervistato dal quotidiano economico di via Monte Rosa il presidente di ADC Group e portavoce del Club degli Eventi, Salvatore Sagone (in foto) dichiara: "chiediamo alle istituzioni protocolli chiari, condivisi e uniformi in modo da poter organizzare eventi in sicurezza. Il nostro è un settore tenuto in scarsa considerazione, talvolta persino ritenuto superfluo. Eppure, tutta la catena del valore collegata genera ogni anno 65,5 miliardi di euro di fatturato aggregato in Italia e dà lavoro a quasi 570mila persone".

In un contesto in cui il nuovo DPCM non ha introdotto nuove restrizioni per fiere ed eventi (leggi news), conferme e novità arrivano dalla quarta rilevazione della ricerca quantitativa ‘L’Industry degli Eventi e della Live Communication di fronte alla crisi Covid-19’ realizzata dall’istituto Astra Ricerche per conto di ADC Group/Club degli Eventi tra il 18 e il 25 settembre.

La Ricerca è stata oggetto di pubblicazioni su Il Sole 24 Ore e diverse altre testate di settore che hanno intervistato il presidente di ADC Group e portavoce del Club degli Eventi Salvatore Sagone (in foto).

"Il nostro è un settore tenuto in scarsa considerazione, talvolta persino ritenuto superfluo. Eppure, tutta la catena del valore collegata genera ogni anno 65,5 miliardi di euro di fatturato aggregato in Italia e dà lavoro a quasi 570mila persone", dichiara a Il Sole 24 Ore il portavoce del Club degli Eventi, che riunisce oltre 40 tra i principali player italiani del settore, oltre che di #Italialive, l'iniziativa promossa lo scorso marzo dalle principali associazioni della comunicazione live, dell'industria dei meeting e dell'indotto, con l'obiettivo di fare sentire la propria voce. 

"Grazie all'impegno dei nostri soci, tra cui la presidente di Triumph Group Maria Criscuolo, le nostre istanze sono arrivate anche al governo, ma abbiamo ottenuto poco o nulla", osserva Sagone. "Non c'è chiarezza né uniformità sui protocolli e sulle responsabilità penali", dice Sagone, che chiede regole chiare.

"Non viviamo sulla luna: siamo consapevoli della situazione sanitaria e della necessità di prendere le cautele necessarie. Proprio per questo chiediamo protocolli chiari, condivisi e uniformi in modo da poter organizzare eventi in sicurezza" conclude Sagone nell'intervista rilasciata al quotidiano economico di via Monte Rosa.

L'industria degli eventi e dello spettacolo, tra le più colpite dalle restrizioni anti contagio da quando è iniziata l'emergenza sanitaria, è già scesa in campo con diverse iniziative per sensibilizzare le istituzioni sul danno subito.

Tra queste il flashmob Bauli in Piazza (leggi news) che sabato 10 ottobre ha visto 1300 persone (il massimo consentito) gremire Piazza Duomo a Milano per fare sentire la propria voce in rappresentanza di un settore, quello degli eventi, che produce un giro d’affari di 65 miliardi e occupa 570 mila addetti (650 mila compreso il turismo organizzato).

Di seguito le principali evidenze emerse dalla ricerca a cui ha partecipato un campione di 427 aziende appartenenti ai diversi anelli della catena del valore: aziende clienti, agenzie specializzate in eventi (o di comunicazione ma con una divisione specializzata in eventi) e fornitori di servizi. 

Le aziende prediligono il ‘live’

Come premessa è bene dire che la totalità delle aziende clienti intervistate sente la mancanza degli eventi fisici (69% molto e 31% abbastanza) e l’80% è d’accordo che la mancanza di eventi indebolisce il rapporto con il target in termini di comunicazione. Il 70% degli intervistati dichiara che quando sarà possibile tornerà agli eventi fisici con intensità.

L’82,7% perde almeno la metà del fatturato.

Per le agenzie e gli altri attori dell’offerta la quota di perdita di fatturato annuo è mediamente del 68%.  Ma per il 38,7% degli intervistati si parla di una perdita di almeno l’85% del fatturato, a cui si somma il 34,8% che dice fra il 65 e l’80%.Solo il 4% perde meno del 20% del fatturato, e meno del 2% non ha riduzioni, probabilmente grazie alle possibilità, non risolutive, offerte dai mezzi digitali. In sintesi, l’82,7% degli operatori perde, in maniera molto significativa, almeno la metà del fatturato.

Il 55% degli eventi è cancellato, prevale l’incertezza

Un dato importante è quello relativo al numero degli eventi cancellati o rinviati: quelli cancellati definitivamente sono il 55% del totale previsto per il 2020.  Un dato peggiore rispetto all’ultima rilevazione di giugno, quando era il 40%.  Nel 23%dei casi sono stati rinviati a data certa o da definirsi, e un ulteriore 15% è a rischio rinvio.  Questo a riprova che persiste una grande incertezza per il futuro che si somma alla grande negatività per il recente passato. E non è atteso un miglioramento, come invece si prevede per il resto dell’economia italiana nel settore terziario e industria.

La ripresa non prima di marzo 2021

Uno dei temi fondamentali è il momento della ripartenza dell’Industry, quando si pensa che si potrà tornare a fare gli eventi senza vincoli stringenti. Mentre a giugno – quando si aveva un’ampia speranza che l’estate sconfiggesse il virus e che le norme sarebbero state molto meno stringenti - il 28% sosteneva che si sarebbe ripartiti non prima di marzo 2021, nella nuova rilevazione la percentuale sale drammaticamente al 68,4%. Soltanto il 2% pensa che si ripartirà fra novembre e dicembre 2020 (era il 9% a giugno), e solo per l’8,2% (contro il 28,5% di giugno) da gennaio-febbraio.  Quindi, almeno un trimestre del 2021 sembra essere già ‘bruciato’.

Licenziamenti in crescita

Il tema del lavoro è drammatico. In media le agenzie dichiarano che dovranno rinunciare al 27,4% dei dipendenti, al 37% dei collaboratori continuativi e semi continuativi e al 38,4% di quelli saltuari. Solo il 37% pensa di non ridurre i dipendenti, il 26% i collaboratori continuativi e il 29% i saltuari, mentre quelli che dichiarano di dover limitare almeno del 45% (cioè dimezzare o peggio) il personale dipendente sono il 33% (per collaboratori e partite Iva è il 40%).
È un massacro che non vede una via di uscita e viene confermata la tesi secondo la quale  “anche se l’economia ripartirà gli eventi ripartiranno più tardi”.

Poca o nulla l’attenzione del governo alla Live communication industry

Alla domanda se gli intervistati ritengono che il Governo, anche grazie alla mobilitazione delle associazioni di settore - prime fra tutte ItaliaLive - abbia dedicato la giusta attenzione alla live communication industry la risposta è molto chiara: perl’81,3% il governo ha dato ‘poco’ o ‘per niente’ attenzione e chi dice abbastanza o molto è solo il 4,2%. 

Non decollano gli eventi digitali

Contrariamente alle aspettative crescono solo in minima parte gli eventi online. È vero che è scesa la percentuale delle agenzie che dice di non svolgere eventi online (dal 40% di giugno al 30%), ma è cresciuta anche poco la parte di agenzie che dicono ‘cresce e ne abbiamo vantaggio’ (14,4% contro il 10% delle precedenti rilevazioni). Insomma, per gli eventi il digitale non compensa la drammatica perdita causata dall’assenza di eventi in presenza.

Ancora da migliorare la chiarezza di norme e protocolli

Una domanda di questa edizione dell’indagine riguarda la chiarezza delle norme e dei protocolli attuali. I rispondenti si dividono a metà tra chi sostiene che siano sufficientemente chiari e chi, invece, ritiene che non lo siano. I committenti sono ancor più confusi delle agenzie: urgono regole chiare e uniformi sul territorio nazionale che, pur non dando un ‘liberi tutti’, consentano di pianificare nuovi eventi con serenità (anche in merito alle responsabilità in caso di contagio).

“I risultati di questa ricerca confermano la grande preoccupazione da parte degli operatori del settore per un’industria che ha un ruolo fondamentale per la crescita economica del paese, per l’occupazione e per la promozione del Made in Italy attraverso i grandi eventi internazionali ospitati nel nostro Paese”, commenta Salvatore Sagone. “Per questi motivi – continua - urge un’azione del Governo che supporti economicamente e protegga le migliaia di imprese e lavoratori che fanno parte di una filiera lunga e articolata, anche non introducendo ulteriori limitazioni alla possibilità di realizzare eventi in sicurezza. Agenzie specializzate, sedi congressuali, e location per eventi, service audio-video, allestitori, scenografi, registi, società di catering sono alcuni degli attori di un comparto che contribuisce in maniera decisiva anche allo sviluppo del turismo in Italia, dell’occupazione alberghiera e dei trasporti”.