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Travel and Tourism Competition Index 2019: nel periodo post Covid-19 è fondamentale investire nelle persone

Per sostenere il settore si stanno cercando soluzioni o proposte in diverse direzioni e da parte di differenti attori in gioco, ma ogni decisione dovrebbe essere preceduta da una riflessione molto attenta sulle reali risorse, sugli investimenti più proficui e necessari, sulle effettive aree di miglioramento che caratterizzano il nostro Paese. L'analisi in questione ci offre una fotografia del comparto mettendo a confronto 140 Nazioni, analizzate sulla base di indici economici molti precisi e dettagliati.

Dopo la crisi dovuta alla pandemia Covid e le difficoltà del periodo estivo, il comparto turistico italiano si muove su uno scenario ancora estremamente incerto.

Per sostenere il settore si stanno cercando soluzioni o proposte in diverse direzioni e da parte di differenti attori in gioco, ma ogni decisione dovrebbe essere preceduta da una riflessione molto attenta sulle reali risorse, sugli investimenti più proficui e necessari, sulle effettive aree di miglioramento che caratterizzano il nostro Paese.

Il Travel and Tourism Competition Index 2019, da poco reso pubblico dal World Economic Forum, ci offre una fotografia del comparto mettendo a confronto 140 Nazioni, analizzate sulla base di indici economici molti precisi e dettagliati.

Il quadro che ne emerge è estremamente interessante e dovrebbe servire come un faro nella notte del turismo post-Covid per indirizzare la strategia di investimento su un settore trainante ma ancora non compreso del tutto nelle sue potenzialità per la crescita economica dell'Italia.

Nella classifica stilata dagli analisti del World Economic Forum, per quanto riguarda la posizione generale l'Italia si mantiene a discreti livelli, con un ottavo posto a cui contribuiscono in particolare le bellezze naturali (per cui l'Italia si colloca al 7° posto) e l'offerta culturale, che ci vede al 4° posto, insieme al business travel.

Ma qual è l'elemento chiave che ancora frena la crescita economica del turismo in Italia? Non sono tanto le infrastrutture, di cui si parla spesso come aspetto principale su cui si dovrebbe investire, visto che alla voce “Tourist service infrastructure”, l'Italia si colloca al decimo posto su 140.

Quello che veramente impedisce di sviluppare al massimo le potenzialità del nostro Paese e che penalizza pesantemente la crescita del comparto travel è la mancanza di investimento sulle risorse umane.

Infatti, quando si arriva alla voce “Human resources and labour market” il dato emerge in tutta la sua gravità: l'Italia precipita al 63° posto.

“Investire sulle persone, su quello che chiamiamo lo 'human factor', è fondamentale e sempre più urgente”, commenta Elena Sisti, fondatrice di Elesta Art Travel, l'unico tour operator italiano con direzione artistica, che da sempre mette le persone e le loro competenze al centro del proprio approccio al turismo.

“Appare incomprensibile che in un Paese come l'Italia si trascuri, o addirittura si ignori, il valore e il ruolo essenziale della preparazione delle tante figure professionali che fanno conoscere e amare il nostro Paese. In primo luogo le guide turistiche, che sono in grado di fare la differenza nel servizio offerto ai turisti, dando contenuti di qualità, introducendo con delicatezza e passione alla scoperta di luoghi più o meno conosciuti del nostro Paese, costruendo quella rete che di fatto contribuisce a portare visitatori e a far scegliere una destinazione turistica piuttosto che un'altra. Ma anche tutti gli operatori del turismo, sul cui aggiornamento costante si dovrebbe investire, per il futuro e per la crescita dell'Italia.” "Valorizzare le figure professionali già esistenti dotate di elevate competenze è essenziale", sottolinea Valeria Gerli, presidente di ConfGuide-GITEC, Associazione Guide Italiane Turismo e Cultura aderente a Confcommercio Milano e vicepresidente nazionale della Federazione ConfGuide, "ed occorre evitare di creare figure surrogate, non professionali, prive di preparazione e competenze specifiche, oltre che della necessaria abilitazione. Le guide turistiche sono i professionisti della divulgazione, della didattica e della valorizzazione dei beni culturali nei confronti di tutte le tipologie di pubblico. È indispensabile che il settore Cultura, ai diversi livelli amministrativi, si avvalga finalmente delle guide professioniste in tutti i progetti e in tutte le azioni, creando un'alleanza sistematica che avrà ricadute positive diffuse e farà della qualità la cifra caratteristica del turismo in Italia. La qualità, infatti, è l'unico antidoto alla crisi del settore."

“Il turismo è una economia delle relazioni”, osserva Stefano Ceci, Innovation Manager, Professore a contratto per la Laurea in Turismo, Management e Cultura dell'università IULM, co-fondatore dell’Associazione Startup Turismo, “che produce esperienza e che genera valore e ricchezza. Una tessitura che mette in rete luoghi, territori e imprese per la costante ri-generazione e valorizzazione della cultura.”

"Questa pandemia è certamente una piaga che ci sta martoriando nel più profondo ma diviene anche un’opportunità che ci permette di evolvere come seri professionisti dell'accoglienza”, osserva Bernie Gallotta, Chef Concierge & Guest Relations al Grand Visconti Palace di Milano e  Patron ALPA Academy-Associazione Lombarda Portieri d'Albergo 'Les Clefs d'Or'. “Un'approfondita e necessaria formazione degli operatori li porterà ad adeguarsi a questa 'nuova normalità' nella miglior maniera, la tecnologia avrà certamente un ruolo importante nel sopperire alle esigenze dell'ospite, ma a fare sempre e comunque la differenza è il fattore umano, del quale non si potrà mai fare a meno."

Per diffondere e far comprendere il ruolo essenziale del fattore umano nel turismo, da cui dipendono  sviluppo e crescita economica, e per sensibilizzare sull'importanza di investimenti nella formazione e nella valorizzazione, anche sui canali social, verrà adottato l'hashtag #fateviguidare.